Il 20 novembre nella suggestiva cornice della terrazza Martini a Milano abbiamo incontrato la troupe di Ogni Maledetto Natale. Più che una conferenza stampa pareva un ritrovo tra vecchi amici al bar: non sono mancati momenti esilaranti e risate amichevoli, quasi che il regista si fosse dimenticato di darla “buona” e terminare le riprese.
All’appello non potevano certo mancare i registi Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo —alla loro seconda collaborazione “a tre” dopo Boris—. Protagonisti dell’incontro anche gli attori Alessandro Cattelan, Corrado Guzzanti, Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Alessandra Mastronardi.
Nel film narrate di un Natale un po’ atipico, i cui protagonisti sono famiglie strane. Come mai una scelta così? E inoltre, anche la scelta del cast…addirittura un attore debuttante nel ruolo del protagonista!
Vendruscolo: chi può dire di conoscere famiglie normali? Quando si scrivono commedie poi, si tende a essere sopra le righe e calcare la mano con eccessi o difetti… Detto questo, spero comunque che molti italiani vedendo il film possano riconoscere alcuni tratti dei nuclei famigliari che presentiamo. Gli attori che lavorano nel nostro film, beh, sono i migliori d’Italia. Abbiamo scelto Cattelan come protagonista molto semplicemente perché è stato il più bravo fra tutti quelli che si sono presentati ai provini.
Come è nato il soggetto? Avete forse attinto da esperienze personali?
Torre: il nostro obiettivo era quello di sdoganare il Natale dalle narrazioni più tradizionali e raccontarlo come incubo. Pensiamo che la grande maggioranza silenziosa di italiani lo considerino una ricorrenza faticosa e anche un po’ horror. Così ci divertiva l’idea di raccontare un periodo in cui le famiglie detengono delle specie di superpoteri e costituiscono delle vere e proprie prove anche molto difficili da superare.
Cosa ne pensate della critica cinematografica e del fatto che ora dalla stampa sia passata sul web?
Ciarrapico: personalmente non ho nulla in contrario, credo sia una normale evoluzione dei tempi: i siti sono più importanti della tv oramai. Su internet purtroppo quasi non c’è censura, pare essere diventato uno sport nazionale quello di scrivere qualsiasi cosa e condividerla in giro. La televisione fondamentalmente ripropone degli schemi che secondo me sono molto più rigidi.
In quale delle due situazioni proposte nel film vi siete divertiti di più? Quale vi ha preso maggiormente?
Mastandrea: Non mi sono mai divertito, ma ė stato bello in tutti e due i casi. Sto scherzando ovviamente. Stare nei Colardo era come trovarsi in un ring ..sono creature completamente fuori dal mondo,eppure quasi figli della terra. Nell’altro caso invece, coi Marinelli, seguivamo binari prestabiliti e avevamo più bisogno di sfumare qualcosa, di ardire in modo più sottile. Credo tuttavia che la violenza, parlando di contenuti, sia molto maggiore nella seconda famiglia che non nella prima. Riassumendo potrei dire che non ho smesso di fumare ma ho preso due chili.
Ride divertito Cattelan, nel film del tuo debutto al cinema vieni derubato e picchiato da due Babbo Natale, hai dovuto cacciare un cinghiale di notte, bere una grappa di vipera dagli effetti allucinogeni…pensi di continuare?
Cattelan: In realtà mancano dettagli reali ed esilaranti..per esempio Valerio mi ha dato fuoco alla testa, ma per davvero! Una vecchietta mi ha sputato in un occhio. È stato inteso e divertente, son tutte cose che mi farebbero ridere se capitassero a un altro, spero quindi che chi mi verrà a vedere al cinema riderà dei miei disagi e acciacchi.
Mastandrea: Alessandro è divertente perché non conoscendo le regole del cinema, qualsiasi cavolate gli si dica…beh, lui ci crede.
Giallini: Non è uno scherzo, ma il giorno dopo le riprese della caccia notturna al cinghiale —con annessi spari— la produzione ci informó che erano stato avvertiti degli spari non nostri…ovvero, mentre noi sparavano —per finta, sul set— anche i vicini hanno iniziato a sparare!
Come è stato essere diretti da tre registi contemporaneamente?
Cattelan: non avendo mai sperimentato la direzione neanche alla volta, è completamente uguale!
Mastronardi: all’inizio è un po’ alienante poi si cerca di capire dove sta la verità…sempre nel mezzo, anche se questo quando si ha a che fare con tre registi talvolta può essere complesso. Poi é divertente vedere il differente approccio registico di tre professionisti.
Tra una risata, un bicchiere e un aneddoto l’intervista si è conclusa con una spontanea dichiarazione di Mastandrea:
Impegnatevi a diffondere questo messaggio per piacere: non è un anti—cinepanettone, ma è piuttosto il tentativo completare una casella ancora vuota della commedia italiana che non deve solo vivere di ricordi. È anche possibile immettere nel panorama cinematografico italiano un prodotto non uguale ma al tempo stesso non contrario, che possa far pensare il pubblico che di commedia c’è ne ė tanta, e si può scegliere. È una dichiarazione quasi democristiana. Non c’è definizione per questo film, semplicemente ė una commedia. Non c’è De Sica, almeno. ..e che dire del Futuro del cinema italiano? sarà la commedia?
Vendruscolo: Non so, spero ci sia altro oltre la commedia …anche perché il pubblico italiano, che se ne dica.. non è scemo…