La salvezza del genere umano è nelle mani di Matthew McConaughey e Anne Hathaway che volano nello spazio profondo alla ricerca di un nuovo pianeta su cui ricominciare a vivere.
In un futuro non troppo lontano, l’umanità sta lentamente morendo a causa di una strana piaga che sta rendendo la terra impossibile da coltivare. La società è incoraggiata a lavorare nel settore agricolo per evitare infauste carestie. L’ex pilota di navicelle spaziali, l’agricoltore Cooper, vive con i figli Murphy, Tom e il nonno Donald in una fattoria. All’interno di essa, nella camera della figlia, si verificano delle anomalie gravitazionali che portano l’uomo a indagarne la provenienza conducendolo presso un’installazione segreta della NASA. Visti i suoi precedenti da pilota, Cooper viene messo a completa conoscenza della situazione e invitato a far parte del progetto NASA sulla ricerca di un nuovo mondo nell’universo su cui ricominciare un’altra vita.
Stiamo parlando di “Interstellar“, l’ambizioso e costoso progetto di Christopher Nolan uscito in Italia lo scorso 6 Novembre e che ha letteralmente diviso la critica fra chi l’ha trovato eccellente e chi un fiasco incomprensibile. Il film si basa su un trattato del fisico teorico Kip Stephen Thorne, il quale ha compiuto studi sui buchi neri e i viaggi nel tempo tramite cunicoli spazio-temporali. Con nel cast ben 5 premi Oscar (Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Michael Caine, Ellen Burstyn e Matt Damon) “Interstellar” è un film da vedere con attenzione, possibilmente senza perdersi un solo dialogo per evitare di uscire di scena e comprometterne la godibilità.
Complicato forse più di “Inception“, precedente lavoro dei fratelli Nolan, il viaggio interstellare di Cooper e la Dottoressa Brand passa attraverso immagini spettacolari di uno spazio infinito e misterioso, alla ricerca di mondi lontani su cui ricostruire la vita ed evitare l’estinzione dell’uomo. Omaggio lampante del capolavoro di Stanley Kubrick “2001: Odissea nello spazio“, con riprese silenziose dell’universo e con la presenza nella scena del robot TARS, così simile nella forma a una miniatura del monolite, il regista americano ha girato una pellicola molto difficile da realizzare dimostrando innanzitutto coraggio ed ambizione. Là dove Kubrick lasciava che fosse lo spettatore a trarre una risposta ai tanti quesiti del film, Nolan ha proseguito cercando di chiudere le incognite e dare più risposte possibili. Un progetto molto dispendioso, costato più di 900.000 dollari al minuto (il film ne dura 169).
Ma su quali aspetti la critica si è divisa? “Interstellar” prima di tutto è stato criticato dagli esperti del settore per il suo irrealismo scientifico, giudicando tanti elementi contrastanti come dei facili espedienti per far andare avanti la storia. Impossibilitati a commentarlo sotto questi punti di vista, possiamo almeno giustificare il film di Nolan proprio perché di questo si tratta: cinema di fantascienza, non un documentario fedele sulla teoria della relatività. Ciò che piuttosto lascia un po’ di perplessità è la mancata cura delle cose semplici, quasi come se Nolan fosse stato così concentrato sugli aspetti più tecnici della storia, da tralasciare dettagli più basilari. Se da una parte lo spazio, i buchi neri e i pianeti sono descritti con accurata precisione, dall’altro una Terra priva di futuro e destinata all’abbandono viene rappresentata in poche e simili immagini (tempeste di sabbia nella cittadina in cui vive la famiglia Cooper). Nolan inciampa in qualche cliché filoamericano nel corso della storia e poco spiega determinate reazioni di alcuni personaggi in certe situazioni (per non spoilerare: la mancata costanza di Tom nel finale).
Tutto sommato l'”Interstellar” di Nolan rimane un film brillante e molto convincente, imperdibile anche e soprattutto per le interpretazioni di Matt Damon, Matthew McConaughey e la giovanissima Mackenzie Christine Foy. Da vedere, soprattutto al cinema.