Un blackhat è un hacker che usa le sue capacità informatiche per scopi illeciti, al centro di tutto questo ruota il nuovo film di Michael Mann con protagonista Chris Hemsworth. “Blackhat” è una storia più attuale che mai, nell’era di internet in cui tutti sono interconnessi, i pericoli sono invisibili e spesso impercettibili.
Il regista di “Collateral” e “Nemico pubblico” porta la storia di “Blackhat” sul grande schermo avvalendosi di un ottimo cast: il protagonista di “Thor” Chris Hemsworth sarà affiancato dall’attrice premio Oscar Viola Davis e Tang Wei.
Michael Mann spiega da dove è nata la sua idea di raccontare questo mondo torbido:
Mi sono interessato a questo mondo proprio in seguito all’avvento di Stuxnet, il malware che è stato progettato da un team di americani in accordo con un gruppo di israeliani. Il tutto è avvenuto nelle centrifughe iraniane di un impianto nucleare di Natanz, ed ha rappresentato il primo drone invisibile al mondo. Dico ‘invisibile’, perché malgrado l’attacco, i suoi effetti si sono manifestati solo 18 mesi dopo. […] La prima rivelazione è stata quanto siamo labili e vulnerabili. La seconda è stata invece che chiunque, stando seduto sul proprio divano, con delle competenze informatiche sufficienti ed abbastanza abile col computer, può far accadere tutto ciò. Sia che viva nel Bronx, nel Lagos o Mumbai. Poi nella la terza parte della ricerca, nonché quella centrale ci si è chiesti: ‘Chi è un hacker blackhat? Da cosa è motivato? Da che cosa è esaltato?’ Di solito si inizia con la percezione tipica di un sedicenne:’ Chi mi dice che non posso entrare in questo sito? Vogliamo scommettere?’ Così solitamente alla base del tutto c’è una sfida. E chi è Hathaway?
In molti casi i blackhat finiscono con il cooperare per la difesa governativa, che sfrutta le loro capacità a suo favore. Prima di mettersi a lavorare sul film, Michael Mann ha studiato a lungo la storia e le possibilità, parlando con numerosi esperti del settore:
Non è affatto vero. Viviamo in un esoscheletro invisibile di dati e di interconnessioni. Tutto ciò che facciamo, tutto ciò che tocchiamo, è parte di quella rete. E’ come se vivessimo in una casa con tutte le porte e le finestre aperte: ed è una situazione molto pericolosa, ma noi non lo sappiamo.