Scordatevi di Rick Grimes in un letto d’ospedale e dei fiori appassiti sul comodino, delle campagne desolate e gli zombie in avanzato stato di decomposizione: “Fear the walking dead” ci porta agli inizi veri e propri della misteriosa epidemia.
Il pilot è andato in onda domenica scorsa negli USA, registrando record di ascolti grazie ai fan affezionatissimi di “The Walking Dead” ma, a giudicare dal primo episodio, la serie non è minimamente all’altezza dell’originale, che a ottobre partirà con la sesta stagione.
Forse è troppo presto per dare un giudizio, meglio non essere affrettati, ma la prima impressione va a confermare il pensiero avuto quando è stato annunciato uno spin-off di TWD: la AMC voleva marciarci su, visto il successo della serie.
Come già detto, in questo caso vengono raccontati gli inizi dell’epidemia, siamo a Los Angeles e i protagonisti del primo episodio sono Madison Clark (Kim Dickens) e la sua famiglia. Travis (Cliff Curtis) è il suo compagno (entrambi sono insegnanti) e cerca in tutti i modi di farsi accettare in famiglia, oltre a tentare di recuperare il rapporto con il figlio avuto dall’ex moglie. Madison ha altri due figli, Alicia (Alycia Debnam-Carey) e Nick (Frank Dillane), tossicodipendente. Proprio da lui ha inizio tutta la storia, ma nessuno sembra volergli credere, fin quando l’epidemia non inizia a diffondersi rapidamente. E mentre i luoghi pubblici si svuotano, iniziano i primi incontri ravvicinati con gli zombie, ancora non decomposti e per questo non facilmente distinguibili rispetto alle altre persone.
In questo episodio di azione e sangue se ne vedono davvero pochi, infatti parte come un family drama in cui vengono analizzate tutte le sfaccettature dei rapporti tra i membri della famiglia di Madison, i protagonisti assoluti per il momento. Le premesse, per concludere, non sono delle migliori, ma vogliamo essere ottimisti e sperare che l’apocalisse zombie che tanto ci ha fatto appassionare con la prima stagione di “The Walking Dead” si manifesti nella maniera più avvincente possibile. Forse non avremo sceriffi a cavallo che vagano nella desolazione, ma si può fare certamente qualcosa di buono. Robert Kirkman, non deluderci.