Richie Finestra ci aveva convinti già dal pilot e a breve parleremo di quello che è accaduto nel secondo episodio di “Vinyl“, la serie tv prodotta da Martin Scorsese e Mick Jagger. HBO forse si aspettava dei risultati più entusiasmanti, che non sono arrivati. E mentre in Italia i più sembrano aver gradito i primi due episodi, negli USA è stato registrato un vero e proprio flop, con 764,000 spettatori a seguire il lungo pilot diretto da Martin Scorsese. Subito dopo è stata confermata una seconda stagione, sarà stato troppo presto?
Non per noi, che abbiamo già apprezzato le gesta di Bobby Cannavale nei panni del protagonista, Richie vive da discografico nella New York degli anni Settanta, sono gli anni della nascita del punk e del rock’n’roll più sporco che ci possa venire in mente. Il più bello, tanto per precisarlo.
SPOILER ALERT!
Vinyl – Yesterday once more
Richie è riuscito a sopravvivere al crollo dell’edificio in cui ha scoperto i New York Dolls, per lui sono stati una visione, ma i fatti avvenuti nel pilot lo hanno riportato indietro ai suoi vecchi eccessi, alcol e cocaina sono tornati a dominare incontrastati la sua vita e Richie non è più lo stesso. A farne le spese sono i colleghi, che lo vedono arrivare in studio ormai completamente devastato e intenzionato a non vendere più la casa discografica ai tedeschi, ma è soprattutto Devon, la moglie che non lo vede rientrare a casa e inizialmente pensa che sia morto nel crollo dell’edificio. Richie non riesce a confessare quale sia il suo tormento, ma intanto decide di darsi da fare per rimettere in piedi la casa discografica dopo averla bruscamente strappata di mano ai tedeschi, mancava solo una firma per completare la vendita.
In questo episodio ci sono molti flashback che ci riportano ai tempi in cui Richie e Devon si sono conosciuti. Lei musa di Andy Warhol, lui agente discografico all’inizio della sua carriera, in sottofondo (un poco credibile) Lou Reed, intorno l’ambiente della Factory. Se è vero che di originale non c’è niente, perché è un mondo già noto e storie che in parte si conoscono già, il merito di “Vinyl” è per tutto il lavoro che è stato fatto nella creazione di contenuti di qualità.
Bobby Cannavale si riconferma più che perfetto per la parte, l’inizio di “Yesterday once more” ci mostra un uomo distrutto dalla cocaina in maniera tristemente esilarante, non si può fare a meno di provare empatia per lui. Il cast funziona e la sceneggiatura scorre piacevolmente, la musica non manca mai e il livello rimane sempre altissimo, proprio come nel pilot. Non sappiamo ancora come andranno gli ascolti, se aumenteranno o meno, ma forse lo spettatore medio americano è già fin troppo abituato a Martin Scorsese e a tutto questo per poterlo apprezzare?