Il Cliente di Asghar Farhadi è uno dei film candidati agli Oscar di quest’anno e già vincitore di vari premi, fra i quali il Prix du scénario e il Prix d’interprétation masculine.Il regista iraniano è stato anche al centro di una diatriba internazionale perché suo malgrado coinvolto nella recente decisione del presidente statunitense Donald Trump di impedire l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di alcune nazioni, fra cui appunto l’Iran. Farhadi, nonostante ci fossero le condizioni per ottenere lo stesso il visto, ha deciso poi di non partecipare alla cerimonia degli Oscar.
Il film, ambientato in Iran, segue le vicende di Emad e Rana (Shahab Hosseini e Taraneh Alidoosti), due attori che cercano di mettere in scena Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller. A causa di un crollo, sono costretti a cambiare casa e una sera, nel nuovo appartamento, Rana viene aggredita. Da questo punto in poi, i due cercheranno di affrontare la crisi, ma in maniera diversa, finendo per mettere in crisi il loro rapporto. Efficace e cadenzata, la storia si muove sul tema della vendetta, ma in maniera molto diversa da quella a cui siamo abituati. Lenta, ma estremamente coinvolgente, mostra la differente reazione di un uomo e una donna a un evento traumatico e, soprattutto, il modo in cui questo crea una spaccatura nel loro rapporto, portandoli in direzioni molto diverse.
Ne Il Cliente, ad essere esplorati sono soprattutto i punti di vista maschile e femminile, il modo estremamente diverso in cui due generi si rapportano al mondo e fra loro. Tutto questo mostrando sapientemente una realtà, quella Iraniana, che sembra essere più incerta che mai. Se si dovesse definire Il Cliente con una parola, questa sarebbe “congegno”, perché Farhadi costruisce una macchina implacabile, che non solo cattura lo spettatore, ma non lo lascia più andare fino alla conclusione, anch’essa caratterizzata da un senso di tremenda incertezza e fatalità. La sensazione, alla fine, è che non ci siano carnefici, ma solo tante vittime.