È horror ma non basta, “Eraserhead” è anche qualcosa di più ed è il primo lungometraggio di David Lynch, che già da allora aveva uno stile chiaro e ben definito.
Tutti sanno che Stanley Kubrick è sempre stato un regista molto esigente e la storia vuole che sul set di “Shining” la proiezione di “Eraserhead” era una delle sue preferite per incutere inquietudine negli attori. Un po’ è merito di David Lynch se le performance di Jack Nicholson e Shelley Duvall sono diventate indimenticabili, Kubrick cercava di mantenere sempre alta la tensione sul set. “Eraserhead – La mente che cancella” è perfetto per chi vuole raggiungere questo scopo, perché è una delle cose più inquietanti che vi capiterà mai di vedere.
La deformità è dappertutto, le immagini in bianco e nero, lo sguardo di Jack Nance (da ritrovare poi in tutt’altro “mood” in “Twin Peaks“), la scena cult del pollo a tavola durante una cena ansiogena. Tutti elementi che conosce molto bene chi segue il cinema di Lynch, che ha definito “Eraserhead” come il più spirituale tra i suoi film. Il protagonista si chiama Henry Spencer ed è un uomo che deve prendersi cura della fidanzata incinta e della strana creatura che ha messo il mondo. Il tutto in una condizione di desolazione che si evince fin dal paesaggio industriale che lo circonda.
La preparazione del film non fu facile. All’epoca David Lynch aveva 25 anni ed aveva iniziato da poco a muoversi nel mondo del cinema, finì prima del tempo la sovvenzione che aveva ricevuto, quindi la produzione durò più del previsto. Lo stesso regista ha raccontato, infatti, che Jack Nance dovette aspettare per tre anni, ma fu bravissimo a non dimenticare l’intensità del suo personaggio. Tra non molto tempo Lynch riceverà il premio alla carriera alla Festa del Cinema di Roma ma in attesa di quel riconoscimento, non vi resta che apprezzare ulteriormente tutto il suo operato, celebrandolo andando a guardare (per la prima volta o ancora una volta) il suo primo lavoro.