Con il sesto episodio, quello che fa compiere il giro di boa alla terza stagione della serie, Gomorra torna finalmente ad autodenunciarsi con estrema drammaticità. Non solo spacci e speculazioni: come accadeva nelle puntate d’esordio la camorra spegne con rude crudeltà ogni possibile barlume di speranza presente nella serie. In un finale disturbante e che grida giustizia, Gomorra di tanto in tanto ci tiene a mostrarci la sua carta d’identità e con questa la sua tragica considerazione: le sue continue deflagrazioni dettate dalla bramosia di potere schiacciano senza pietà i pezzi più grossi, e questo è un dato assodato, ma al contempo i più piccoli vengono letteralmente liquefatti.
Lucio Calori è uno di questi, perché è un uomo qualsiasi. E’ insignificante. Calori è un uomo che cerca lavoro per mantenere la sua famiglia, è l’ultimo frammento dell’ultima ruota del carro. Non conta niente e deve continuare a non contare niente.
Quest’uomo, quindi, nella sua inutilità si fa simbolo per i giusti e gli ingiusti. Per i primi diventa vittima sacrificale di un potere che domina su tutti gli aspetti della nostra vita, lavorativa e non; per gli altri incarna il minuscolo granello di sabbia che viene spazzato via senza troppi fronzoli, condannato solo per aver arrecato fastidio a una pupilla che tutto deve vedere, e quindi disintegrato in maniera esemplare.
La longa mano del Sistema arriva anche lì, nelle profondità del normale, a staccare biglietti di sola andata anche alla gente di passaggio e che apparentemente nulla c’entra col mondo infernale della camorra. Questa parte da lontano nel corso di questa puntata.
Riassunto
Partiamo da Genny, che dopo il colpaccio di Sangue Blu ha a disposizione un bel gruzzolo da investire. Il giovane boss punta tutto su un cavallo che già conosciamo, tale Michele Casillo, candidato con “L’Italia che va avanti” alle elezioni regionali. I due già avevano fatto affari e vinto insieme grazie alla pratica della Scheda Bianca, e adesso è il momento di alzare l’asticella.
Genny gli chiede della forza lavoro, circa 50 operai da sistemare nella lavanderia di Gaetano Sanni, imprenditore in difficoltà dal quale ha rilevato quote societarie. In cambio, i lavoratori saranno così riconoscenti da votarlo sicuramente. E in cambio, quando Casillo verrà eletto, fornirà gli appalti agli uomini di Gennaro.
Questo accordo, proprio a causa della sua sconcertante credibilità, ha scatenato un’accesa protesta nell’ambiente politico, sentitosi chiamato in causa e denunciato pubblicamente. Lungi da noi addentrarci in considerazioni su argomenti che non ci competono, ma ci limitiamo almeno a far osservare come sia sciocco colpevolizzare una fiction che coglie ispirazione dai fatti reali, ma che di fatto non fa giornalismo d’inchiesta.
Proseguiamo nel riassunto.
Giungiamo a Lucio Calori, il nostro uomo qualunque. Gli uomini di Genny accolgono lui e sua moglie in quello che sembra essere un raffazzonato centro per l’impiego e gli chiedono una mazzetta necessaria per ottenere il lavoro. L’uomo, infatti, se vuole lavorare nella lavanderia deve comprarsi il posto pagando la bellezza di 15 mila euro. Insieme alla moglie Lucio non è riuscito a racimolarli tutti, ma per duecento euro di differenza Nicola, l’uomo di Savastano, sembra non fare problemi. A storcere il naso però è lo stesso aspirante lavoratore, che infine si convince a sottostare al ricatto mettendo da parte l’orgoglio. Ossequioso è costretto a ringraziare.
Al contempo Genny continua a fare investimenti e i suoi occhi si sono posati su un business che soprattutto nel suo ambiente non conosce crisi: le pompe funebri. Si presenta dal custode di un cimitero e pagandolo profumatamente lo informa che da quel momento in poi potranno accedere solo le pompe funebri che dirà lui. Il cerchio si chiude corrompendo anche un infermiere dell’obitorio, intimandolo di informarlo ogni qualvolta arrivi un nuovo cadavere.
Iniziano a fruttare anche gli accordi con Casillo che, per ringraziarlo della fiducia, concede a Genny l’appalto per la preparazione di cibi in mense scolastiche. Sarà Patrizia a gestire la cosa, la quale per il momento ha anche il compito di tramite tra Genny e Scianèl.
La iena tutta poker e sigarette è l’unica che al momento ha uomini e armi per una futura guerra contro i Confederati, il gruppo di boss napoletani che per adesso è all’oscuro dell’ascesa di Sangue Blu e del ritorno di Ciro e Savastano. Patrizia viene mandata a trattare un accordo, ma Scianèl non vuole avere niente a che fare con Genny, che crede condannato a un ruolo di terzo piano.
Mentre continuano le trattative, nella lavanderia ci sono problemi di liquidità. Il titolare Sanni ha ancora qualche problema con le banche e non riesce a pagare tutti gli operai. Lucio Calori è uno di quelli che a fine mese, vedendosi ridotta la busta paga, ha qualcosa da ridire. Le sue ragioni sono giuste: ha pagato 15mila euro per lavorare, perdipiù a nero. La sua soglia di sopportazione da onesto lavoratore viene largamente superata, ma purtroppo per lui davanti ai titolari sbagliati, i quali puntualizzano che avendo pagato meno degli altri ed essendo anche anziano non deve creare problemi.
I problemi non li creerà più, perché Enzo sistemerà la cosa. Così vuole Genny e così fa eseguire Ciro. Nella domanda di Sangue Blu a Ciro possiamo leggere le stesse insicurezze che a suo tempo ebbe un giovanissimo Genny, anch’esso addestrato dall’Immortale.
“Com’è uccidere qualcuno?
“E’ come nascere. Nessuno l’ha mai chiesto”
Nessuno chiede mai di essere ucciso, soprattutto Lucio Calori, padre di un figlio adolescente e disabile. Quell’orgoglio che a prima vista poteva essere scambiato per egoistico e inopportuno difetto, ora assume un tono umano. Parliamo di un uomo che affronta ostacoli ogni giorno e che giunto all’ennesima barriera si è deciso ad alzare la mano e protestare. Anche Sangue Blu vede tutto questo e si limita ad osservare quel piccolo uomo farsi gigante per aiutare il figlio che fa piscina. Non premerà mai quel grilletto.
Almeno non lì. Enzo inizia una battaglia personale che vede scontrarsi dovere e coscienza, ma alla fine la spunta la prima. L’uomo e il figlio vengono seguiti lungo il marciapiede e Sangue Blu ormai ha preso una decisione. Giunge quindi a passo veloce dietro Calori e gli spara alla nuca. Un tonfo, il figlio incredulo, il padre morto, e lo sconosciuto che se ne va.
Sistemata la situazione Enzo, Ciro e Genny riescono finalmente ad ottenere un incontro con Scianèl e a strappare un accordo di massima di alleanza contro i Confederati. Se fanno fronte comune riusciranno tutti a vincere la guerra che verrà.
Pochi giorni dopo, come stabilito, l’infermiere dell’obitorio informa Genny di un nuovo “arrivo”. E’ il cadavere di Lucio Calori, che così com’è stato beffato quand’era in vita, anche nella sepoltura passa per le mani della camorra, quell’eterna fanciulla che ti porta dalla culla alla tomba.
Le puntate precedenti di Gomorra 3:
- Episodio 1: Viva il Re!
- Episodio 2: Hasta la muerte
- Episodio 3: Inferno
- Episodio 4: Il filo e la Moira
- Episodio 5: Sangue Blu
I riassunti delle passate stagioni: Gomorra; Gomorra 2.