Qualcuno l’ha già visto, qualcun altro lo rivedrà sicuramente per Natale: lo scorso 15 novembre Netflix ha rilasciato “Klaus – I segreti del Natale”, un delizioso film d’animazione incentrato sulla nascita della figura di Babbo Natale.
Sergio Pablos aveva da tempo in mente questo film e ha provato a proporlo a lungo, dal 2015, senza che venisse preso in considerazione. Tutta colpa dell’animazione 2D, che qualcuno ha pensato potesse oscurare il contenuto del film in un mondo dove tutto è ormai cannibalizzato dal 3D. Poi la sorpresa, Netflix ha deciso di scommettere su “Klaus” e lo ha reso disponibile dallo scorso 15 novembre. Un po’ troppo in anticipo rispetto al Natale, certo, ma per fortuna è successo, perché questo piccolo gioiellino d’animazione è destinato ad essere un must del periodo natalizio. Il film ha tutti gli ingredienti necessari per conquistare il cuore del pubblico sotto le feste e piacerà a grandi e piccini. È divertente ma fa riflettere, è emozionante, ben scritto e animato: i bambini guarderanno affascinati il gelido mondo di Smeerensburg riprendere vita, i più grandi apprezzeranno nostalgicamente la coraggiosa idea di Pablos di tornare all’animazione vecchio stile.
Tutta questione di buoni sentimenti
Nessuno, fino ad ora, si era occupato di raccontare le origini del mito di Babbo Natale, nonostante le centinaia di opere a lui dedicate. Sergio Pablos ha raccontato una versione della storia che mescola tradizione e modernità, così come avviene nella tecnica d’animazione. Quel che ne viene fuori è un film che non appare eccessivamente intriso dal buonismo dello spirito del Natale ma che sa suscitare tenerezza e ispirare buone intenzioni. Il principio su cui si fonda la trama, dopotutto, è che dalle buone azioni ne scaturiscono di nuove ma bisogna esserne fermamente convinti, anche quando intorno tutto sembra essere ostile. Guardando “Klaus” viene fuori il bambino che è dentro di noi e che, proprio come i bambini di Smeerensburg, è il primo a smuoversi emotivamente, rompendo il ghiaccio senza aver paura di provare sentimenti ed emozioni. È quello che accade alla gelida Smeerensburg dopo l’arrivo del nuovo postino, Jesper (Jason Schwartzman), mandato in esilio dal padre per punizione con la richiesta di consegnare 6000 lettere. Un’impresa impossibile, a giudicare dall’accoglienza degli abitanti di quest’isola sperduta ai confini del mondo. Jesper è un ragazzo viziato e svogliato che deve rimboccarsi le maniche per non perdere tutti i suoi privilegi ma attraverso il suo opportunismo scoprirà l’importanza di fare del bene e troverà insospettabili amici in una città dove sorrisi e amicizia sembrano essere banditi. L’isola sembra, infatti, un posto completamente abbandonato a se stesso, dove i bambini vengono condizionati dal volere degli adulti. Come accade anche nel mondo reale, per fortuna i più giovani possono cambiare le cose e da una piccola letterina può nascere una rivoluzione.
Smeerensburg è governata dalle faide tra due famiglie che impediscono l’incontro tra le due fazioni di cittadini, che se ne combinano di tutti i colori. L’arrivo di Jesper e le azioni che deve compiere per riuscire a convincere il padre di essere un valido postino, inizieranno a cambiare anche la vita dell’intera comunità. Inutile aggiungere altro a una storia che merita d’essere gustata, possibilmente al caldo sotto le coperte o sorseggiando una cioccolata calda, osservando la figura di Babbo Natale da un’altra prospettiva. Non ci sono religione e paganesimo che si mescolino, il modo in cui Sergio Pablos incastra le credenze popolari nella trama di “Klaus” è brillante e giocoso e porta tutto ad un livello molto più umano. “Klaus – I segreti del Natale” rientra sicuramente tra i migliori film d’animazione natalizi usciti negli ultimi anni e non c’è dubbio che sia una delle migliori produzioni Netflix in assoluto, considerato che la qualità dei film è purtroppo spesso discutibile. Cast vocale originale degno di nota ma stupisce in positivo il doppiaggio in italiano, con Marco Mengoni in prima linea, affiancato dal sempre strepitoso Francesco Pannofino, Ambra Angiolini, Carla Signoris e Neri Marcorè.