Quando si avvicina il Natale, ci sono più film che tornano a galla e ad occupare i palinsesti. Che sia in streaming o in tv, gli appassionati della commedia romantica sembrano non poter fare a meno di “Love Actually” di Richard Curtis. La trama mette insieme più storie che in qualche modo si intrecciano o si sfiorano appena, partendo da un unico presupposto: l’amore è dappertutto. Lo vediamo, nelle prime scene, racchiuso negli abbracci di chi si ritrova in aeroporto, luogo di arrivi e partenze, saluti commoventi e mix di sentimenti.
Il neozelandese Richard Curtis di sentimenti se ne intende eccome: ha fatto emozionare il pubblico di tutto il mondo con le sue commedie romantiche, a partire da “Notting Hill”. Suoi sono anche “Quattro matrimoni e un funerale” e “Il diario di Bridget Jones”, dei veri e propri cult del genere. L’ultimo, in particolare, è diventato un vero e proprio manifesto della donna single. Ma è opera sua anche una chicca come “I love Radio Rock”, Steven Spielberg invece lo ha voluto al suo fianco per la sceneggiatura di “War Horse”.
Con “Love Actually”, Curtis nel 2003 ha dato vita a un intreccio di più storie, raccontando l’amore in tante delle sue infinite sfumature. Rispetto ad altri lavori per cui è conosciuto e nonostante sia diventato un vero e proprio must natalizio o per romantici incalliti, “Love Actually” è sicuramente la meno riuscita delle sue commedie. Forse c’è troppa carne sul fuoco o forse non c’è il giusto equilibrio tra sentimentalismo e pungente british humour ma a fine visione rimane l’idea che manchi qualcosa e che un cast d’eccezione come questo avesse un potenziale molto più ampio.
Le storie di Love Actually – L’amore davvero
Richard Curtis ha pensato di buttare nel calderone un po’ di tutto, ma la quantità di storie, correlata al tempo a disposizione per un film, non solo non dà il tempo di approfondire i personaggi e dar loro un minimo di spessore, ma non dà nemmeno il tempo di affezionarsi alle storie. Alcune, nonostante tutto, sono diventate famosissime, in particolare la scena in cui Mark (Andrew Lincoln) si presenta alla porta di Juliet (Keira Knightley) con i suoi cartelli. Una delle dichiarazioni d’amore meglio riuscite nella storia della commedia romantica. Le storie raccontate in “Love Actually” non funzionano tutte bene allo stesso modo. Una delle peggiori è forse quella in cui Jamie (Colin Firth) si rifugia oltre la Manica per superare il tradimento subito dalla compagna con suo fratello e finisce per innamorarsi di una cameriera portoghese. Nel mezzo ci sono il Primo Ministro britannico (Hugh Grant) che si innamora di Natalie (Martine McCutcheon), una delle domestiche della residenza di Downing Street. Con l’aggiunta di un passaggio dell’arrogante Presidente USA, interpretato da Billy Bob Thornton. Una frecciatina agli Stati Uniti non poteva di certo mancare. David, diventato amatissimo dal popolo britannico, decide che è il momento di smettere di essere un single incallito e di andare a riprendersi la sua amata.
C’è il matrimonio in crisi di Harry (Alan Rickman) e Karen (Emma Thompson), in cui lui, manager d’agenzia, rischia di perdere definitivamente per un’avvenente e provocante segretaria. Alle dipendenze di Harry c’è anche Sarah (Laura Linney). La donna è segretamente innamorata di un collega, Karl (Rodrigo Santoro), e il suo capo le suggerisce di invitarlo ad uscire insieme. Quando finalmente i due si incontrano, Sarah si rende conto di quanto ogni aspetto della sua vita sia finito in secondo piano per amore del fratello, affetto da disturbi mentali.
Ci sono poi tre linee più comiche: quella dell’ex leggenda del rock’n’roll Billy Mack (Bill Nighy) che si reinventa per tirare su qualche soldo. Pur ammettendo pubblicamente che la sua trovata natalizia sia una vera schifezza, Mack ottiene un successo enorme ma anche modo di riflettere sulla sua solitudine in una vita fatta di eccessi. Il fattorino sfigato e molesto Colin Frissell (Kris Marshall) sostiene che fuori dall’Inghilterra riscuoterebbe molto successo tra le donne. Decide, così, di volare negli USA, nonostante il suo amico Tony (Abul Salis) lo scoraggi, per poi scoprire che Colin non si era poi tanto sbagliato. C’è poi la relazione tra John (Martin Freeman) e Judy (Joanna Page), nata in modo decisamente insolito, sul set di un film a luci rosse. Vince su tutte, invece, la tenera storia di Daniel (Liam Neeson) e il figliastro Sam (Thomas Brodie-Sangster). L’uomo sta affrontando la perdita della moglie e il piccolo Sam sembra sconvolto per la perdita della madre. Ma qualche tempo dopo, Daniel si rende conto che Sam è alle prese con le sofferenze del primo amore e decide di aiutarlo a conquistare la bella Joanna (Olivia Olson).
Le storie sono tante e non tutte ugualmente efficaci: nell’insieme rendono comunque “Love Actually” un film gradevole da vedere, senza grandi pretese. Apprezzabile, in tutta questa dolcezza e atmosfera natalizia, con un’azzeccatissima colonna sonora d’accompagnamento, il fatto che Curtis non sia stato eccessivamente ottimista. Va bene il lieto fine, ma nella vita non tutto va sempre come si spera, anche quando ci si mette tutto l’impegno del mondo. E l’amore, come la vita, può avere risvolti inaspettati – che sia nel bene o nel male. Perfino per uno come Curtis, per fortuna, c’è un limite alla sdolcinatezza.