Sono passati 35 anni dal disastro nucleare di Černobyl’, in Ucraina. Ancora oggi, rimane il più grave incidente nucleare avvenuto, insieme a quello giapponese di Fukushima del 2011. La storia è conosciuta da tutti: nella notte del 26 aprile 1986 esplose il reattore numero 4: nel giro di pochi secondi ci furono due esplosioni, alle quali fece seguito l’incendio per cui, per diverse ore, venne dispersa nell’aria una grande quantità di isotopi radioattivi. L’incidente fu classificato al livello 7, ovvero il massimo livello di gravità nella scala INES che viene utilizzata per classificare gli incidenti nucleari. Due lavoratori della centrale morirono sul colpo, in totale le morti accertate sono 65 ma si tratta di stime che non includono le conseguenze che ci furono nei mesi e soprattutto negli anni a seguito del disastro.
Ci sono stati migliaia di casi di tumore alla tiroide – alcuni dei quali hanno causato la morte – considerato quante persone sono state esposte alle radiazioni, oltre a tutte le altre conseguenze seguite al disastro. Tra queste, le ripercussioni psicologiche e i traumi delle migliaia di persone che sono state costrette, improvvisamente, ad abbandonare tutto. Moltissime sono state le polemiche, soprattutto per la poca chiarezza della vicenda, che ha contribuito a creare quell’alone di mistero per rendere questa tragedia ancora più adatta per la narrazione cinematografica. Nel corso del tempo, il disastro di Chernobyl è entrato a far parte della cultura di massa ed è stato tirato in ballo nei modi più disparati, inclusi i videogiochi. Dal punto di vista cinematografico, ecco 5 film che ne parlano sotto diversi punti di vista. Nella lista abbiamo incluso l’acclamata miniserie HBO uscita nel 2019.
The Babushkas of Chernobyl
Nonostante la zona sia stata evacuata a seguito del disastro, c’è chi ha deciso di farvi ritorno. Tra queste persone ci sono le “Babushka”, le nonne, raccontate nel documentario di Holly Morris uscito nel 2015. Attraverso la storia di queste donne, Morris ripercorre le tappe salienti della storia di Chernobyl e racconta cos’è accaduto dopo. Il film è stato particolarmente apprezzato e, tra le altre cose, sottolinea di come, in qualche modo, in un luogo simile, la vita sia tornata a fiorire e qualcuno, incluse le nonne protagoniste del documentario, abbia scelto di non allontanarsi dalla propria casa. ➡️ LEGGI LA RECENSIONE
Chernobyl Diaries – La mutazione
Il film di Bradley Parker è uscito nel 2012: il disastro nucleare contiene tutti gli ingredienti necessari per la produzione di un film horror. La trama ruota attorno a dei ragazzi americani che decidono di intraprendere un viaggio in Europa e arrivano a Kiev, dove vive il fratello di uno di loro. Insieme decidono di visitare Pryp”jat’, la famosa città fantasma che è stata abbandonata a seguito del disastro nucleare e che fa parte della cosiddetta “zona di alienazione”, in cui l’ingresso è consentito solo a pochissimi addetti ai lavori. Dal momento del loro arrivo nella città fantasma, iniziano ad accadere cose inquietanti. Per chi lo volesse vedere, è disponibile su Prime Video.
Stalking Chernobyl: exploration after apocalypse
Quando si parla di “stalking” relativamente al disastro di Chernobyl, si parla di quelle persone che frequentano l’area, nonostante le restrizioni. Possono essere delle “guide” locali, oppure persone alla ricerca di qualche brivido, curiosi e urbexer che vogliono scoprire com’è l’area oggi, nonostante sia inaccessibile. Il documentario di Iara Lee, uscito nel 2020, racconta, appunto, la “cultura clandestina” che si è generata attorno all’area contaminata. “Stalking Chernobyl” racconta le conseguenze del disastro dal punto di vista sociologico, con una riflessione sul fenomeno turistico che si è venuto a creare, nonostante la pericolosità del sito che, allo stesso tempo, ne alimenta il fascino.
Chernobyl, miniserie
L’acclamata miniserie HBO è uscita nel 2019 e si basa su “Preghiera per Černobyl’”. Si tratta del libro della scrittrice premio Nobel Svetlana Alexievich, che ha raccolto i resoconti degli abitanti della “città fantasma”. La serie si basa, inoltre, sul saggio “Chernobyl 01:23:40” di Andrew Leatherbarrow, che nel titolo indica l’orario esatto dell’esplosione. La serie ideata da Craig Mazin e diretta da Johan Renck è composta da 5 episodi. Tra i protagonisti ci sono Stellan Skarsgård, Paul Ritter, Jared Harris, Jessie Buckley, Emily Watson.
Chernobyl Heart
Il documentario del 2003, diretto da Maryann DeLeo, si è aggiudicato un premio Oscar come miglior documentario corto. Il documentario è un viaggio di DeLeo a fianco dell’attivista Adi Roche, che ha fondato Chernobyl Children’s Project International. “Chernobyl Heart” racconta gli effetti del disastro nucleare sulla salute dei bambini dell’area, rivelando che molti di loro hanno degli specifici problemi al cuore, da cui deriva il nome di questa particolare condizione che dà anche il titolo al documentario. Nel 2008 DeLeo ha fatto ritorno in Ucraina per dirigere “White Horse”, altra opera consigliata per chiunque volesse documentarsi meglio su questo tema. In questo caso, la storia è quella di un uomo che ritorna in Ucraina dopo vent’anni: era uno tra gli sfollati di Pripyat.