Il campione Alex Schwazer ha messo fine alla sua carriera in un battito di ciglia. Risultato positivo all’EPO nei test anti-doping, è stato esculso dalle Olimpiadi 2012. Adesso non si fa altro che parlare di lui, tutti pronti a puntare il dito contro. Ma lui si prende le sue responsabilità e in conferenza stampa a Bolzano racconta come sono andate le cose.
Prima di riportare le affermazioni dello sportivo, va però fatto un piccolo commento: Alex Schwazer ha sbagliato, questo è indubbio. Ma vedere un Paese che si indigna per il doping di un giocatore piuttosto che per le tasse in continuo aumento e politici che vanno a puttane, ha dell’assurdo. Lui rappresenta l’Italia vincendo le sue medaglie, ma di certo non decide della nostra sorte come fossimo marionette.
Alex Schwazer ha confessato di aver preso da solo la decisione di doparsi, di essere andato in Turchia a comprare la droga, senza raccontare niente a nessuno:
Ho fatto un grande errore. E l’ho fatto tutto da solo: sono andato in Turchia dove in farmacia si può comprare l’Epo senza troppi problemi. Non chiedo riduzioni di pena, il doping per me merita la squalifica a vita.
Alex Schwazer | © FABRICE COFFRINI / Getty Images
Pur consapevole dei suoi rischi, Alex ha deciso di andare avanti per questa strada:
Queste tre settimane sono state quelle più difficili della mia vita. Si dice sempre che con il doping si va più forte, ma per me è stata una mazzata, perchè ho dovuto dire bugie a tutti le persone più care. Mi alzavo alle 2, alle 3, perchè sapevo che dalle 6 in poi sarebbe potuto arrivare un controllo antidoping.
Poi la triste ammissione, volere troppo ha causato danni gravi alla sua carriera:
Ho vissuto tre anni difficili come atleta. Dopo gli Europei del 2012 non sono stato bene e ho detto anche che volevo smettere. Non ero più lucido. Con le Olimpiadi davanti ho avuto troppa pressione e ho fatto la scelta sbagliata: correre anche la 20 chilometri. Con i 50 mi sarei potuto battere tranquillamente. Ma ho avuto paura di fallire: volevo tutto e ho perso tutto.
Schwazer racconta anche in che modo si è procurato l’EPO:
Ho preso questa decisione da solo. Non l’ho detto a nessuno perchè sarebbe stato assurdo. Non volevo mettere nessuno in mezzo, il mio allenatore soprattutto. Con le intercettazioni e tutto, ero certo che in Italia non potevo farlo. Così mi sono informato su internet. Sono andato in Turchia, ad Antalia a settembre, da solo e ho comprato l’Epo in farmacia. In Italia c’è bisogno di una ricetta medica, lì con 1.500 euro in mano vi assicuro che nessuno fa problemi. Ho preso il pacco e sono tornato in Italia.
E poi è arrivato il controllo e la sua carriera improvvisamente si è frantumata:
Ho iniziato a farmi l’Epo subito dopo il controllo doping del 13 di luglio. Il 29 luglio ho fatto l’ultima iniezione, lo ricordo anche perchè era il compleanno di mia madre. Sono tornato a casa per prendere un documento necessario per le Olimpiadi. Il 30 hanno suonato alla porta e io ero certo che fosse il controllo antidoping. Potevo dire a mia madre di non rispondere o di dire che io non ero in casa. Sarebbe stato un controllo mancato e non sarebbe successo niente visto che se ne possono saltare due all’anno. Ma non avevo più la forza di mentire. E volevo solo che tutto questo finisse. Mi vergogno tanto, ma sono anche contento di poter ricominciare la mia vita.
La persona più importante a cui Alex Schwazer vuole rivolgersi, però, è Carolina Kostner. Lui prende le difese della compagna, scusandosi con lei perché non ne sapeva nulla:
Per me non è stato facile mentirle. Lei non c’entra niente: non è vero che lei sapeva qualcosa. Io le avevo detto che le medicine nel frigo erano vitamina B12. Aspettavo che Carolina andasse all’allenamento per farmi l’inizione in vena. E vi assicuro che non ce la facevo più. Dopo i risultati del controllo doping è stata la prima a cui l’ho detto. Lei non mi ha abbandonato: con lei non c’è nessuna rivalità. È stata la persona che mi è stata più vicina in questo momento. Ha detto che dovevo chiedere scusa a me stesso. Che sarei potuto arrivare tranquillamente decimo. Ma io avevo paura di fallire.
Adesso Schwzer si prepara a lasciare i Carabinieri, ma dal suo errore ha già imparato e vuole lanciare un appello ai giovani:
Io mi allenavo tranquillamente. Facevo il mio lavoro. Ma lo stress è stato troppo. Quello che posso dire ai giovani: non vi dopate. Non ha alcun senso.