La sua triste storia aveva commosso perfino la ferrea Simona Ventura che, qualche tempo fa, nel corso di una sua trasmissione, era scoppiata a piangere dopo averla intervistata, schierandosi al suo fianco e offrendole una mano per ricominciare. E, seppur lentamente, ora sembra che finalmente Sara Tommasi stia ricominciando, anche se il modo non è propriamente quello che lei aveva annunciando, dichiarando di soffrire per il fatto che nessuno le offrisse più una possibilità concreta dopo i fatti del suo recente passato.
La show girl, infatti, dopo aver mostrato forti segnali di confusione mentale e, a causa di ciò, essere finita ad aver a che fare con produttori senza scrupoli che hanno sfruttato la sua immagine (e non solo), contribuendo non poco a farle del male, grazie al sostegno di parenti ed amici, ha deciso di farsi curare. All’uscita dall’ospedale, nel quale è stata ricoverata alcuni mesi, Sara Tommasi è apparsa finalmente più pacata e con una singolare vocazione religiosa. Tuttavia, anche nella sua nuova vita, la Bocconiana ha deciso di continuare la sua battaglia a fianco del suo mentore, nonché ex amante, Alfonso Luigi Marra, contro il famigerato signoraggio bancario.
La prova è un video che è stato da poche ore caricato su uno dei tanti account YouTube dell’avvocato napoletano nel quale Sara Tommasi torna un po’ alle origini della sua carriera, esibendosi in un ballo. La sua coreografia, in realtà, fa da sfondo ad un pezzo rap, dal titolo “Cacciamo i mercanti dal tempio”, interpretato dal rapper Flycat. E se il cantante, pur recitando versi improponibili, è comunque a suo modo calato nel personaggio, il ruolo si addice decisamente meno alla show girl, che appare sullo sfondo sbracciandosi nell’intento di imitare i rapper americani e muovendo le labbra in un molto poco credibile playback.
L’unica nota positiva (anche se forse per molti non lo è) è che Sara Tommasi, stavolta, rimane vestita per tutto il tempo e pure in maniera abbastanza casta. A voler essere ottimisti, questo è già qualcosa, speriamo però non il massimo del cambiamento.
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