Mancava da venerdì scorso, ma alla fine è stato trovato ed ha deciso di costituirsi. Fabrizio Corona era in Portogallo, ma dopo essere stato dichiarato latitante, per lui era scattato il mandato di cattura europeo e a cercarlo c’era l’Interpol. Su Social Channel, il portale da lui stesso lanciato, è stato presentato un video esclusivo con la dichiarazione dello stesso Corona, che dice “Sono arrivato in Portogallo dopo quattro giorni di viaggio. Mi sto consegnando spontaneamente alle autorità portoghesi“. Ha dato spettacolo fino all’ultimo, rendendo pubblico anche il momento della sua cattura.
Fabrizio Corona aveva fatto perdere le sue tracce dopo essere stato condannato a cinque anni di reclusione per estorsione, anni che adesso diventeranno almeno sette, perché è stato revocato l’affidamento ai servizi sociali. Il re dei paparazzi ha tentato la fuga, ma con scarsi risultati. C’era già chi lo dava in Brasile o a Santo Domingo, ma Corona è riuscito ad arrivare in Portogallo anticipando così l’arresto da parte degli agenti della Squadra Mobile, che erano già a Lisbona sulle sue tracce.
Fabrizio Corona | © DAMIEN MEYER/AFP/Getty ImagesFabrizio Corona si trovava nella metropolitana di Lisbona, insieme a lui non c’era nessun altro ma anche questo momento è diventato un evento mediatico da seguire. Sul web continuano ad arrivare messaggi di incoraggiamento da parte di molte persone che considerano ingiusta la sua condanna, molti altri tirano un sospiro di sollievo.
Di Corona, a dirla tutta, non se ne può davvero più. Messa da parte l’ultima sua mossa mediatica, è probabile però che dal carcere riesca ancora a far parlare di sé. Fabrizio aveva detto all’amico Massimo Emilio Gobbi che avrebbe voluto diventare un mito come Al Pacino in “Scarface“, una cosa che avevamo capito tutti già da tempo:
Se io scappassi e morissi sul campo come Scarface diventerei un mito?
Ebbene, “Scarface” è solamente un film. Peccato che Fabrizio Corona abbia sempre dichiarato di amare la sua vita, nel bene o nel male, proprio perché gli sembrava di vivere in un film. Gobbi ha raccontato:
Quando sono arrivato nella sede della sua società si è sfogato, parlando delle sue battaglie giudiziarie, dei suoi errori, persino di quanto gli era costato l’avvocato. Poi, a bruciapelo, mi ha chiesto: ‘Max, ma se io scappo e muoio sul campo, lo divento o no un mito?’. Gli ho risposto che di miti morti ce n’erano tanti, troppi. E che, facendo quella scelta estrema, lui sarebbe stato ricordato solo come un gran coglione.