Gianni Amelio regista calabrese 69enne ha rilasciato stamane una inaspettata intervista alla giornalista del quotidiano Repubblica, Natalia Aspesi, facendo coming out. L’oggetto dell’intervista ha prestato il “La” facendo incanalare la discussione sulla propria omosessualità. Infatti la conversazione verteva sul suo ultimo film documentario “Felice chi è diverso” presente alla prossima Biennale di Berlino, grazie alla distribuzione dell’Istituto Luce. Il cineasta ha precisato:
Alla mia età sarebbe un po’ tardivo, forse ridicolo. Altri dovrebbero essere i coming out davvero importanti, di chi froda il fisco per esempio, di chi usa la politica per arricchirsi. Comunque credo che chi ha una vita molto visibile abbia il dovere della sincerità: e allora sì, lo dico per tutti gli omosessuali, felici o no, io sono omosessuale.
Parlando del suo film aggiunge:
Raccoglie le storie di uomini che sono stati giovani quando gli omosessuali non esistevano, se non in una vita clandestina temuta, perseguitata, irrisa.
Il regista continua dicendo:
E’ un viaggio in un’Italia segreta, raramente svelata dalle cineprese: l’Italia del mondo omosessuale così come è stato vissuto nel Novecento, dai primi del secolo agli anni ’80.
Nel 2006, quando fu interpellato sul tema da Vanity Fair l’accenno di coming out fu un po’ contorto poiché disse:
Io non sono omosessuale. Sono pansessuale, nel senso che ho avuto molte esperienze, talvolta casuali e altre provocate, con uomini ma non solo. Vede, alla mia età non si hanno più remore, e credo che chi fa il mio mestiere faccia bene ad ammettere pubblicamente di essere omosessuale, se lo è, perché può aiutare altre persone a venire allo scoperto in modo sereno. Però non è il mio caso. E poi io non ho mai creduto alla convivenza, ma solo alla seduta momentanea, legata al piacere, che certo può durare anche un sacco di tempo. Oggi sto molto bene con me stesso, e sono comunque sempre pronto ad aprire la porta di casa.
Bisognerà attendere il Festival di Berlino 2014, dal 6 al 14 febbraio, per vedere il documentario, che al momento è top secret. Infatti della pellicola non si sa molto se non quello anticipato già da mesi dai siti web del mondo gay italiano, che hanno messo l’autore di Così ridevano, Lamerica, Le chiavi di casa e del recente L’Intrepido presentato l’anno scorso a Venezia, al primo posto della classifica Vip.
Secondo quando riporta il portale web, il titolo Felice chi è diverso è stato preso in prestito da una poesia del poeta Sandro Penna.
Il film-documentario racconta l’omosessualità in Italia attraverso testimonianze, di persone che hanno vissuto gli anni del fascismo e del secondo dopoguerra. La prima parte spiega come, il tema dell’omosessualità, viene trattato dai principali mass media italiani tra gli anni trenta e ottanta del Novecento.La seconda parte del film è dedicata agli adolescenti gay.
Infatti il regista spiegò in una intervista mentre girava il film in una piazza di Bergamo che:
…per capire cosa è cambiato e quali sono i problemi ancora da affrontare all’interno della famiglia e della società in cui vivono.
Il riferimento era fatto al giovane scelto per la parte dell’omosessuale, uno studente che non avrebbe ancora dichiarato la propria omosessualità ai familiari.
Non ci resta che aspettare il film che sarà nelle sale nella prima settimana di marzo .