Direttore creativo del brand County of Milan, Marcelo Burlon ha riscosso enorme successo da quando ha fondato il suo marchio nel 2012.
In questi giorni, però, sta facendo parlare di sé per tutt’altro motivo. L’ennesimo passo falso sui social, per una parola di troppo, che dimostra che il caso Dolce & Gabbana non ha fatto scuola. Marcelo Burlon è finito al centro delle polemiche quando l’account diet_prada ha fatto notare un post di cattivo gusto pubblicato sulla pagina Instagram di Burlon. Ha pubblicato una foto – ora rimossa – di Madonna con indosso gli abiti County of Milan, sottolineando di non averli regalati alla popstar e definendola “cessa”. L’account diet_prada tiene sotto controllo tutti i personaggi che hanno comportamenti scorretti nel mondo della moda ed è stato particolarmente attivo anche nel caso di Dolce & Gabbana. I due stilisti, allora, hanno perso diversi milioni per il loro scivolone ma a quanto pare la memoria, ai tempi dei social network, è molto breve.
Non ci è voluto troppo prima che Marcelo Burlon finisse al centro delle polemiche per le sue frasi. Il post è stato rimosso in fretta ma rimangono gli screenshot e le accuse rivolte a un personaggio che nei suoi post manifesta la sua contrarietà ad ogni forma di discriminazione e oppressione. Sono arrivate anche le scuse di rito, con un lungo post in cui Burlon cerca di motivare il suo linguaggio e, ovviamente si scusa con Madonna. Nessun commento, invece, da parte della popstar.
Le scuse di Marcelo Burlon a Madonna
Le scuse sui social ormai hanno perso il loro valore, soprattutto se si considera che ci sono moltissimi esempi a cui fare riferimento per non comportarsi male. E che a volte basterebbe pensare qualche secondo in più, in particolar modo quando si è molto esposti. Burlon ha scritto un lungo post per spiegare l’accaduto e scusarsi sia con Madonna che con gli utenti che si sono scagliati contro di lui:
Ho fatto un errore enorme e vorrei innanzitutto scusarmi per la mia stupidità. I social media sono uno strumento che può essere spesso usato per una risata frivola, ma quello che ho imparato oggi è che non dovrebbe mai essere usato a spese di un’altra persona o di un gruppo di persone. Vorrei chiedere perdono ed esprimere il mio più sincero rammarico a Madonna e a chiunque possa essersi sentito offeso, insultato o toccato. Ieri ho postato le immagini di Madonna con addosso il mio marchio, affermando che lei stessa aveva acquistato i capi. In maniera irresponsabile ho usato un comune insulto italiano per descriverla. Il termine, che uso spesso con amici intimi, nel contesto non è offensivo, ma capisco chiaramente che sia stato un mio errore presumere di poter parlare sui social media usando lo stesso tono che uso nella mia vita privata quotidiana. Invece di celebrare il fatto che una donna famosa e molto rispettata come Madonna ha scelto di indossare liberamente qualcosa della mia collezione, ho scherzato scioccamente e in maniera irriverente. La mia intenzione non è mai stata quella di provocare antagonismo o odio. Ho fatto un errore ingenuo e stupido ma la radice di questo non dovrebbe essere fraintesa come misogina perché non era in alcun modo mia intenzione. Come può confermare chiunque mi conosca, ho sempre vissuto la mia vita lontano da pregiudizi sul genere, l’età o razziali. Non sono perfetto e anch’io ogni giorno imparo da ciò che mi circonda. Ecco perché vorrei puntualizzare che non c’era alcun intento malizioso basato sul genere o l’età nel mio posto. Mi piace diffondere gioia e armonia e cerco sempre di imparare dai miei errori.
Chi è Marcelo Burlon
Di origini argentine, Marcelo Burlon si è trasferito in Italia con la famiglia nel 1990. Fin da ragazzino ha iniziato a lavorare nel mondo dei club e delle discoteche. Trasferitosi a Milano alla fine degli anni Novanta, ha continuato a coltivare le sue conoscenze nell’ambiente, diventando presto un punto di riferimento nel settore. Ha iniziato a farsi conoscere anche nel mondo della moda fino ad arrivare alla creazione di un suo marchio. Si tratta, appunto, di County of Milan, fondato nel 2012 insieme ai soci Davide De Giglio e Claudio Antonioli.