Tra mille polemiche, come succede sempre, il Festival di Sanremo 2021 si farà, ma senza pubblico. Nei giorni scorsi c’è stata un po’ di confusione sulla questione, perché il direttore artistico Amadeus ha insistito a lungo affinché ci fosse il pubblico. Erano stati contemplati perfino dei figuranti, con regolare contratto e tampone, pur di non lasciare gli artisti sul palco, di fronte a una platea vuota.
Sanremo 2021 si svolgerà dal 2 al 6 marzo (qui tutti i big in gara) e, ormai è ufficiale, non ci sarà il pubblico. Anche su questa questione il pubblico si divide tra chi è favorevole alla decisione e chi no. Il principe Emanuele Filiberto di Savoia rientra nella seconda categoria. Come ha spiegato a Adnkronos:
Un cantante ha bisogno del pubblico, solo la televisione non è la stessa cosa. Un presentatore, un conduttore come Fiorello, che si appoggia molto alla platea per le sue battute, ha bisogno del pubblico. Vogliamo tutti fare i perbenisti e i politically correct, ma è ridicolo perché non è così che si combatte il virus.
Emanuele Filiberto conosce l’atmosfera del Festival di Sanremo, lui stesso si è esibito sul palco dell’Ariston nel 2010 insieme a Pupo e Luca Canonici con “Italia amore mio”. Il brano si piazzò al secondo posto ma oggi Emanuele Filiberto non tornerebbe ad esibirsi. Pur essendosi divertito molto, ha ironizzato: “Ecco, per me senza pubblico sarebbe stato fantastico, avrei avuto meno fischi”. Secondo il principe di Savoia la decisione di eliminare il pubblico dal teatro non servirà ad arginare la pandemia:
Giusto fare comunque il festival, Sanremo deve andare avanti, l’industria della musica deve andare avanti, ma non è così che si combatte la pandemia, perché l’unico modo per non far viaggiare il virus è adottare tutte le misure di sicurezza necessarie e tornare a vivere.
La preoccupazione di Emanuele Filiberto è rivolta più in generale al mondo dello spettacolo, fortemente penalizzato dalla pandemia:
Io trovo che quello che sta succedendo sia un gran peccato. Teatri chiusi, spettacoli annullati. Stanno ammazzando il cinema e la cultura. Già con le piattaforme digitali il processo era iniziato, ora è il paradosso. A mio avviso il grande problema di questa pandemia è che non si può riaprire ad esempio i ristoranti e non riaprire i cinema: è un’aberrazione, la cultura è fondamentale. Cosa vuol dire non avere il pubblico nei teatri e nei cinema ma lasciare le metro, i treni e gli aerei aperti, dove stiamo tutti attaccati? Secondo loro lì il virus non c’è?
Emanuele Filiberto proporrebbe una linea meno rigida sulle chiusure:
Lasciare lo spazio fra le sedie, fare i tamponi, adottare tutte le misure di sicurezza necessarie e ripartire. Siamo tutti grandi, non abbiamo bisogno dei diktat della politica. Bisogna far ripartire la cultura, perché un paese non va avanti senza.