Il Sudafrica coronerà per la prima volta il sogno di due importanti realtà del calcio del nuovo millennio. Ma leggendo la partita da un punto di vista prettamente tattico è evidente come Van Marwijk ha “copiato” Josè Mourinho per creare la sua Olanda e Vincente Del Bosque ha preso ampio spunto dal Barcellona di Guardiola.
L’evoluzione dei tulipani da un calcio totale e senza troppi riferimenti è passato ad un accorto 4-2-3-1 con cinque uomini dediti alla fase difensiva e cinque alla fase offensiva. Il Maicon dell’Olanda è Van der Wiel, per carità il confronto è ancora improbo, ma la dinamicità del giovane olandese e la continua predilezione al gioco offensivo valgono il paragone.
La cerniera di centrocampo formata in nerazzurro da Cambiasso e Thiago Motta è replicata con risultati entusiasmanti da Van Bommel e De Jong. Coincide il faro del gioco: re Mida Sneijder è il valore aggiunto di questa Olanda al pari dell’Inter del triplete. Manca il Milito a render l’Olanda una macchina perfetta ma in compenso c’è uno scatenato Robben.
La Spagna ha iniziato il suo progetto con la vittoria dell’Europeo ma rispetto alla briosità dell’undici di Aragones appare più matura e forse ancor più forte a centrocampo. E’ proprio la mediana il punto di forza delle Furie Rosse, Xavi, Xabi Alonso e Iniesta sono, forse, i tre migliori centrocampisti in circolazione e delle loro geometrie ne trova giovamento tutta la squadra.
La difesa con solo due gol all’attivo dimostra compattezza e sicurezza grazie anche alla straordinaria forma di Casillas e al lavoro oscuro di Busquets. L’attacco dipende molto dagli acuti di Villa (5 gol in sei partite) e soffre tremendamente del precario stato di forma di Torres e della gioventù di Pedro.
In Champions League la sfida arrise a Mourinho e all’Inter con il Barcellona costretto ad arrendersi al muro eretto dai nerazzurri e alle ripartenze illuminanti orchestrate da Sneijder. Per capire quale sarà la filosofia di calcio vincente non ci resterà che attendere domenica.