Fernando Alonso vince il Gran Premio di Corea, il primo nella storia della Formula 1, al termine di una gara incredibile che ha visto prima la bandiera rossa interrompere il GP dopo appena 3 giri a causa della quantità consistente di pioggia sulla pista di Yeongam, che presentava un’asfalto già scivoloso di suo in condizioni ottimali e di asciutto non gommato e che arrecava non pochi problemi ai piloti, e poi l’autoeliminazione di Webber e la rottura del propulsore di Vettel che ha spianato la strada allo spagnolo due volte campione del mondo verso la vittoria e che ora si trova in testa alla classifica piloti e con il coltello dalla parte del manico. Per Alonso si tratta della quinta vittoria in stagione e la 26esima in carriera.
Per le Red Bull questa è stata la giornata più nera della loro storia: con due piloti nelle prime due posizioni sia in gara che in classifica piloti sono riuscite a non portare a casa neanche un misero punticino per i ritiri di Webber e Vettel in circostanze diverse: l’australiano si è schiantato contro le barriere dopo aver perso il retrotreno della sua vetture, il tedesco ha rotto il suo propulsore a pochi giri dalla bandiera a scacchi mentre era al comando della gara.
In seconda posizione si è piazzato Hamilton che con una Mclaren non perfetta, lo dimostra la disastrosa gara di Button, è riuscito comunque a rimanere aggrappato ai piloti di testa e a portare un risultato positivo per sè e la scuderia inglese recuperando punti importanti ai due piloti Red Bull e alla stessa scuderia austriaca nelle classifiche iridate.
A completare il podio l’altra Ferrari di un ottimo Massa che ha stupito tutti viste le sue pessime prestazioni in condizioni di pista bagnata. Il brasiliano torna sul podio che mancava dal GP d’Italia dello scorso 12 settembre.
Ai piedi del podio si è classificato Schumacher che ha approfittato delle buone performance della sua Mercedes sul bagnato per tornare nelle posizioni di vertice, seguito da Kubica, Liuzzi (migliore piazzamento in carriera il sesto posto per il pilota italiano), Barrichello, Kobayashi, Heidfeld e Hulkenberg.
Lo aveva detto Alonso che il campionato sarebbe stato vinto da chi sarebbe stato capace di commettere meno errori e così è stato: lo spagnolo ha guidato alla perfezione, non ha sbagliato nulla e il risultato non poteva che essere una vittoria. La fortuna ha aiutato molto l’asturiano perchè se Webber non avesse commesso il suo macroscopico errore e il motore Renault della Red Bull di Vettel non avesse ceduto nelle battute finali, ora staremmo parlando di un trionfo Red Bull che avrebbe potuto avere il match point per chiudere il Mondiale piloti e costruttori in Brasile. E invece così non è stato perchè dopo una partenza in regime di safety car per la pista quasi allagata dalla pioggia e la bandiera rossa per una visibilità veramente ridotta con conseguente interruzione durata quasi un’ora, Webber, che in quel momento era in seconda posizione negli scarichi di Vettel, decide di autoeliminarsi andandosi a schiantare contro le barriere di protezione dopo aver perso il controllo della sua monoposto portando fuori con sè il povero Nico Rosberg, che nel frattempo aveva beffato Hamilton al rientro della safety car che ha aperto la vera gara, che non ha potuto fare niente per evitarlo danneggiando irrimediabilmente la sua Mercedes.
Esulta Vettel che si trova in testa, virtualmente, al Mondiale. Il tedesco conduce una gara tranquilla senza prendersi rischi eccessivi mostrando di poter tenere a bada Alonso in virtù di una Red Bull veramente eccezionale. Sembra uno corsa ad eliminazione: si ritirano, oltre ai già citati Webber e Rosberg, anche Trulli, Buemi, Di Grassi, Glock e Petrov.
La pista migliora e i piloti decidono di montare le gomme intermedie approfittando dell’ennesima rientro in pista della safety car: Alonso viene sopravanzato da Hamilton per un problema nel montaggio della ruota anteriore sinistra ma lo spagnolo viene graziato da un errore di Hamilton, andato largo alla prima curva, alla ripartenza che consente ad Alonso di rimettersi alla caccia di Vettel.
La gara diventa una corsa a tre: Hamilton si avvicina tanto ad Alonso e quest’ultimo a Vettel fin quando il motore non cede in rettilineo lasciandolo a piedi e con l’amaro in bocca a 10 giri dalla fine. E’ l’epilogo di un Gran Premio anomalo e imprevedibile. Trionfa Alonso che ora guarda tutti dall’alto in basso in classifica piloti: 231 punti per il ferrarista che precede Webber di 11 lunghezze, Hamilton di 21 e Vettel di 25. E a San Paolo, in Brasile, tra due settimane ci sarà l’occasione di mettere una seria ipoteca per il titolo, se non vincerlo. Un risultato impensabile fino a quest’estate quando la Ferrari annaspava dietro Red Bull e McLaren.
Ordine d’arrivo – GUARDA LA CLASSIFICA PILOTI E COSTRUTTORI
1. | ALONSO | FERRARI | 2h48’20”.810 |
2. | HAMILTON | McLAREN MERCEDES | + 14”.999 |
3. | MASSA | FERRARI | + 30”.868 |
4. | SCHUMACHER | MERCEDES | + 39”.688 |
5. | KUBICA | RENAULT | + 47”.734 |
6. | LIUZZI | FORCE INDIA MERCEDES | + 53”.571 |
7. | BARRICHELLO | WILLIAMS COSWORTH | + 1’09”.257 |
8. | KOBAYASHI | SAUBER FERRARI | + 1’17”.889 |
9. | HEIDFELD | SAUBER FERRARI | + 1’20”.107 |
10. | HULKENBERG | WILLIAMS COSWORTH | + 1’20”.851 |
11. | ALGUERSUARI | TORO ROSSO FERRARI | |
12. | BUTTON | McLAREN MERCEDES | |
13. | KOVALAINEN | LOTUS COSWORTH | |
14. | SENNA | HISPANIA COSWORTH | |
15. | YAMAMOTO | HISPANIA COSWORTH | |