Dopo la buona prestazione in maglia Azzurra (quella della Nazionale) nella partita di ieri contro la Slovenia, il pensiero di Christian Maggio vola all’altra maglia Azzurra (quella del Napoli), cullando un sogno dal nome impronunciabile nella terra della scaramanzia, ma che alimenta le speranze di un popolo intero, in trepidante attesa dal lontano campionato 1989-1990. A più di vent’anni di distanza, gli scenari e gli interpreti sono diversi, ed i concetti calcistici molto lontani fra loro. Il Napoli di ieri aveva uno straordinario solista, il più grande di tutti i tempi, Diego Maradona; il Napoli di oggi è una creatura nata e plasmata dalla grinta di Mazzarri, dal gioco incisivo e divertente, che ha permesso alla squadra di attirare su di se l’attenzione dei media Europei ed, in particolare, l’ ammirazione della stampa sportiva inglese. La ricetta Mazzarri è di ampio respiro, arrivando ad intrigare non solo i propri tifosi ma tutti coloro che amano il calcio: non può prescindere dalle discese funamboliche del Pocho Lavezzi, dalle incursioni di Hamsik e dai gol straordinari del Matador Cavani, ma anche dalla solidità difensiva di capitan Cannavaro, e da chi, come Christian Maggio, corre instancabilmente, con l’intelligente duttilità di chi vuol essere sempre utile alla causa, adattandosi a giocare – come ieri sera in Nazionale – anche da esterno difensivo basso: è per questo che Mazzarri gli dichiara apertamente la sua grande stima: «Maggio è uno di quelli che con me gioca sempre. E’ arrivato a certi livelli anche perché è maturato con noi. Gioca con una squadra con mentalità vincente e si esprime al meglio anche in Nazionale. Io non mi meraviglio perché Maggio con noi ha sempre disputato grandi partite». Nella prossima giornata, mentre i riflettori saranno puntati sul del derby Milanese e sulla “classica” Roma-Juventus, il Napoli affronterà la Lazio, in un match dal sapore decisivo. Una prova di maturità, un termometro per misurare le effettive ambizioni di entrambe le squadre, finora assolute protagoniste-rivelazioni, ed un possibile trampolino di lancio definitivo verso lo sprint finale. In caso di vittoria al San Paolo, la squadra di Mazzarri potrebbe approfittare di un eventuale risultato di pareggio nel derby, ed avvicinarsi ancor di più ai primissimi posti. Ecco, dunque, che la partita con la Lazio non sarà semplicemente uno spareggio Champions, come lo ha definito Lotito, ma potrebbe essere qualcosa di più per il Napoli, soprattutto in vista delle otto finali di campionato, e dei ventiquattro punti in palio, che ci separano dall’ultima giornata. Inoltre, la bella stagione ed i campi leggeri saranno un ulteriore punto a favore per una squadra tecnica, che gioca prevalentemente palla a terra e nello stretto come i partenopei. Il Napoli, però, vuol continuare a volare basso, camminare ancora a fari spenti, scrollandosi di dosso eccessive responsabilità e prendendo solo gli aspetti positivi che il calore della città può comportare. “Ci estraniamo da tutto e corriamo su noi stessi. Adesso arriva la primavera, stiamo curando ogni dettaglio per arrivare al top delle nostre potenzialità. Io e il mio staff le pensiamo tutte per dare la possibilità ai giocatori di esprimersi al massimo. La mia attenzione è concentrata solo su questo, non sui numeri e sulla classifica”. Puntando sul proprio entusiasmo, senza guardare la classifica, scendendo in campo con la mente libera di chi è già consapevole di aver compiuto un’impresa e che non ha nulla da perdere nel tentare il rush finale. Nulla da perdere, appunto. Perchè sognare non costa niente, ma senza mai pronunciare apertamente la parola magica che inizia per “S”. Meglio continuare a parlare di obiettivo qualificazione alla prossima Champions League, progettando gli adeguamenti dello stadio San Paolo per renderlo agibile agli incontri che contano, migliorandone la visibilità e la sicurezza. A Napoli, si sa, la scaramanzia non è mai troppa…