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Stadio Juve: dall’ottica manageriale al bene della squadra

Quando i risultati del campo sono negativi, quando la stagione è deludente e la squadra galleggia a metà classifica, rischiando di restare – per il secondo anno consecutivo – fuori dall’Europa che conta, data l’incertezza sulle prossime strategie di mercato e su come gestire l’ennesima rivoluzione estiva, ecco che la Juventus gioca la carta del “nuovo stadio“.

I lavori sono quasi ultimati, a Luglio 2011 dovrebbe essere prevista l’inaugurazione, e con l’avvio della prossima stagione la Juve potrà dare il calcio d’inizio nel nuovo stadio. La dirigenza, quindi, tende a sottolineare l’importanza in termini di ritorno economico del progetto.

Non è casuale, inoltre, che ad esprimersi sull’argomento sia proprio l’amministratore delegato Jean Claude Blanc, notoriamente ben più attento e competente sulle questioni economiche e gestionali che sulle questioni di campo.

A margine del corso “Stadium Management”, svoltosi in Federcalcio, l’a.d. francese ha voluto precisare quanto la Juventus tenga fortemente alla realizzazione del progetto stadio, che sta sorgendo sulla stessa superficie (di 355.000 metri quadri complessivi) dell’ex stadio Delle Alpi. Il nuovo stadio di proprietà,  prevede la realizzazione di 41.000 posti a sedere, e si inserisce in un progetto urbanistico di ampio respiro, che riguarderà l’area Continassa nel quartiere Vallette. L’intento dei progettisti è che l’impianto possa integrarsi al meglio nell’area urbana, con zone fruibili, piazze, parcheggi, aree commerciali (gallerie di negozi, centri commerciali), spazi verdi, per una superficie di circa 34.000 metri quadri, e che sia “vivibile” non solo durante le partite, ma per tutta la settimana, con eventi ed iniziative variegate, per tifosi e semplici visitatori.

Un progetto ambizioso e d’avanguardia, precursore dei tempi, almeno in Italia, ispirato liberamente al modello inglese e tedesco, già ampiamente consolidato negli anni. Per tali ragioni, la dirigenza vuol sottolinearne l’assoluta importanza: “Il nuovo stadio sarà determinante per portare ricavi aggiuntivi alla società. Tali ricavi serviranno, poi,  per fare maggiori investimenti sulla squadra, che resta ovviamente il cuore del progetto”.  Inoltre, con la costruzione dell’impianto, la Juventus si mostra attenta all’ottica di lungo periodo, realizzando un nuovo canale di introiti, un nuovo polo di attrazione e rivoluzionando il concetto stesso di stadio italiano, puntando a restituire ai tifosi uno spazio sicuro e gradevole, finalmente anche per le famiglie.  “Lo stadio nuovo è il punto d’inizio di un circolo virtuoso – ha aggiunto Blanc – e risulterà determinante in ottica ‘fair-play’ finanziario, contribuendo soprattutto a rendere la squadra più competitiva”.

Dalle dichiarazioni, però, emerge in primo piano l’orientamento all’ottica manageriale, in cui è possibile intravedere di riflesso-  in secondo piano, soltanto consequenzialmente – anche l’aspetto calcistico, ossia il “bene della squadra, il cuore del progetto, il renderla più competitiva”.

E’ senz’altro ammirevole come la Juventus si sia dimostrata tanto lungimirante nell’intraprendere un simile investimento, mostrandosi come “apri pista Italiana” di una nuova impostazione gestionale dei club calcistici, ma è altrettanto importante che i notevoli sforzi intrapresi per la costruzione della “nuova casa” non risultino vanificati dall’opacità delle prestazioni di gioco.

In Italia, si sa, la mentalità calcistica è strettamente connessa al risultato, da sempre orientata al brevissimo periodo, e gli umori dei tifosi sono fortemente dipendenti dalle prestazioni, e più che mai vulnerabili. Sarebbe opportuno importare il modello inglese, oltre che nel management calcistico, anche per l’acquisizione di una mentalità differente, più orientata al tifo “sportivo” piuttosto che agli isterismi da curva, ma – questo – è un processo molto più complesso ed intricato rispetto alla costruzione di uno stadio. Pertanto, per evitare che un tale capolavoro architettonico rimanga semivuoto, con scarsa partecipazione dei tifosi in termini di presenze allo stadio, e per garantire che un simile teatro possa ospitare competizioni di prestigio, all’altezza del blasone del club, è necessario adottare un’ottica lungimirante anche sulla gestione di campo.

Orientando le prossime scelte in modo mirato, puntando su veri campioni, riconfermando tutti gli uomini guida dello spogliatoio (Chiellini, Buffon, Del Piero, Marchisio), scegliendo una guida tecnica realmente all’altezza del progetto e delle ambizioni, e ritrovando quello spirito antico che – da sempre – ha reso la Vecchia Signora avanguardista del calcio Italiano. Soprattutto sul campo.

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