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L’Inter mette la “sesta”, lo scudetto non è più un miraggio. Il miracolo di Ranieri

Dopo l’appellativo di normalizzatore, Ranieri conferma l’etichetta di uomo derby, riportando la vittoria nella Milano nerazzurra dopo quasi due anni. Proprio perché l’ultimo trionfo in una stracittadina per l’Inter porta la data 24 gennaio 2010, con in panchina Mou, il sapore di questa vittoria esalta in maniera particolare il popolo dei tifosi interisti. Nel mezzo l’era Benitez, Leonardo e quella di Gasperini, avevano palesato la supremazia dei colori rossoneri, spegnendo le luci nerazzurre a San Siro. L’arrivo di Ranieri serviva appunto a riportare quell’entusiasmo e quei risultati che mancavano ad una squadra che nei primissimi turni di campionato aveva un rullino di marcia da zona retrocessione.

Claudio Ranieri | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

SERIE B – Solo due mesi fa l’Inter ristagnava nelle ultime posizioni della classifica, con le serie preoccupazioni di Moratti e soci per la difficile rincorsa al posto nella prossima Champions League. L’arrivo di Claudio Ranieri aveva inizialmente sortito buoni effetti, prima contro il Bologna in campionato e poi contro il Cska di Mosca in Champions League. Successivamente esaurita la carica motivazionale il tecnico ha dovuto fare i conti con i numerosissimi acciacchi e una squadra rimaneggiata a centrocampo. Le sconfitte interne contro Napoli e Juventus sono state le più difficili da digerire per il popolo interista e sono corrisposte a una sterilità sottorete delle punte, con Milito in primis capace di sbagliare gol impossibili e aggiudicarsi il Bidone d’oro della stagione. Ranieri, nel frattempo con la sua esperienza e la sua calma serafica, continuava a ripetere ai suoi giocatori e ai giornalisti che lo criticavano di avere pazienza e di vedere nonostante gli scarsi risultati, una squadra in notevole crescita sotto l’aspetto fisico.

6 VITTORIE – Sor Claudio sapeva di avere una fuoriserie in mano, ma comprendeva anche i limiti derivanti dalla partenza di una stella come Eto’o e un preparazione fisica e soprattutto tattica sbagliata ad inizio stagione, che aveva scombussolato molti equilibri all’interno della rosa nerazzurra. Il problema maggiore è stato proprio trovare la quadratura di uno dei reparti più forti degli ultimi anni: la difesa. Julio Cesar, Lucio, Samuel e Maicon sono state le colonne portanti del triplete e in questa stagione proprio la retroguardia nerazzurra era il reparto messo più sotto accusa per le troppe reti incassate. Il tecnico romano con il nuovo modulo 4-4-2 ha saputo riportare alla compattezza di un tempo un reparto colabrodo, supportato ovviamente dal doppio scudo composto da Thiago Motta e Cambiasso in appoggio alla difesa. Meriti anche per l’esplosione di Alvarez, che nonostante la prova non brillantissima nel derby ha saputo svegliarsi e cambiare il passo rispetto alle sue prime apparizioni. L’arma in più è stata sicuramente ritrovare e far rinascere come l’araba fenice un bomber di razza come il Principe Milito, capace, grazie al gol vittoria nel derby di andare a segno per tre turni consecutivi, ritrovando quel feeling col gol che gli mancava da troppo. Questi gli ingredienti principali con cui Ranieri ha costruito la sua scalata ai piani alti della classifica. Dati alla mano l’Inter mette a segno la sesta vittoria consecutiva, recuperando 9 punti dalla capolista in sei giornate, e portandosi a tre punti dal terzo posto dell’Udinese. Non c’è dubbio: la cura Ranieri funziona!

SNEJDER, TEVEZ, FORLAN – Ora le incognite maggiori rimangono su come Ranieri riuscirà a far incastrare l’ingresso di Sneijder e Forlan nel nuovo modulo di gioco, scegliendo chi verrà sacrificato. Lo stesso tecnico non si dice preoccupato, scongiurando il problema dell’abbondanza. Volendo fare un pensiero anche al mercato in entrata, il possibile forfait di Stankovic per l’operazione che lo terrà fuori un paio di mesi, si traduce nella necessità di rinforzare il centrocampo più che l’attacco. Quindi l’acquisto di uno come Tevez pare allontanarsi secondo le stesse parole di Ranieri:

“Tevez? Gli equilibri si sono compattati, nelle difficoltà questa squadra si è coesa di più e questo mi è piaciuto molto. La domanda è ‘quanto può dare questo ragazzo che non gioca da tanto tempo?’. Cercheremo con il presidente di analizzare al meglio la situazione”.

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