La nuova stagione NBA è alle porte e dopo la grande paura del lockout che ha bloccato la Lega per oltre 160 giorni ormai le squadre ed i giocatori si preparano all’esordio stagionale.
Chi non vede l’ora di mettere piede sul parquet è Andrea Bargnani, stella dei Toronto Raptors, squadra chiamata al pronto riscatto dopo una stagione deludente da sole 22 vittorie e 60 sconfitte, score che ha lasciato i canadesi al terz’ultimo posto assoluto nella classifica generale della Lega.
Andrea sembra molto carico in vista della nuova stagione:
“Sono stato in Europa per 6 mesi, volevo tornare a Toronto e sono rientrato a novembre. Ho ricominciato ad allenarmi qui da solo. Sto facendo un po’ di tutto per entrare in forma: corsa, pesi, tiro. In campo faccio un po’ di tutto, quindi devo migliorare ogni aspetto del gioco. Baseremo tutto sulla difesa, quello sarà la cosa principale su cui ci concentreremo. Lo scorso anno il rendimento difensivo è stato il principale problema. Siamo stati una delle peggiori squadre della Lega. In questo campionato sarà importante sfruttare tutti i momenti per riposare, non ci saranno tanti giorni liberi in un campionato così compatto. Bisognerà aver cura del proprio fisico. E’ la mia sesta stagione, devo aiutare i giovani ad adattarsi in fretta. Non abbiamo troppo tempo dobbiamo fare gruppo subito e sfruttare al meglio il training camp. Siamo tutti molto carichi, siamo pronti per partire“.
Queste le parole del numero 7 sul sito ufficiale dei Raptors.
A consacrare il giocatore della Nazionale italiana poi ci ha pensato anche il suo coach Dwane Casey, da quest’anno nuovo allenatore al posto dell’esonerato Jay Triano:
“Bargnani ha il dono di essere un grande attaccante e noi dovremo proteggerlo in difesa. E’ stato sottoposto da sempre a grandi pressioni. Non è un gran difensore ma è uno splendido tiratore da 3 punti, un’arma offensiva, un giocatore in grado di allargare il campo. Il lavoro dello staff tecnico deve portare a ridurre le situazioni in cui lui è esposto in uno contro uno, la nostra difesa e i nostri schemi dovranno evitare che ogni giocatore sia particolarmente esposto. Avevamo questa filosofia anche a Dallas“.
Il lavoro di Casey sarà incentrato soprattutto sulla difesa:
“Cambiare la cultura di un gruppo è difficile, si tratta di diventare una squadra difensiva. Un passo avanti a partita è quello che ci serve, sappiamo che il processo sarà lungo, non è un qualcosa che si crea in una sera. Vogliamo avere una mentalità che ci consenta di proteggere l’area, vogliamo sfruttare le nostre qualità con la difesa a zona per raggiungere questo obiettivo“.