Sempre più complicata la posizione per Stefano Mauri in merito alla vicenda calcioscommesse che lo vede recitare un ruolo da protagonista, in negativo. Come riportato infatti da Sportmediaset questa mattina, il calciatore della Lazio avrebbe mentito al procuratore federale Palazzi, peggiorando ulteriormente la propria posizione già di per sé delicata. Tutto ruoterebbe alla famigerata scheda intestata a Samanta Romano, utilizzata dallo stesso biancoceleste per telefonare Zamperini (contattato 435 volte). Quest’ultimo, dai risultati dell’inchiesta Last Bet, sembrerebbe la figura centrale che faceva da tramite tra i calciatori ed il clan degli zingari. Cosa non torna quindi alla procura di Cremona e al gip Salvini, oltre che allo stesso Palazzi?
Non torna il fatto che Stefano Mauri in una prima audizione con il procuratore federale avrebbe affermato di non aver mai scommesso una lira in vita sua, rivelando come il mondo delle scommesse fosse lontano anni luce da lui. Dichiarazione in seguito ritrattata dal calciatore, una volta incastrato dall’evidenza. Perché Mauri doveva spiegare il motivo per il quale utilizzasse una sim intestata alla fidanzata di Aureli (titolare di un’agenzia di scommesse). Ed ecco, come spesso accade in questi casi, il primo dietrofront dell’accusato. Il centrocampista della Lazio ritratta quanto detto il primo giorno, dicendo che in realtà scommetteva sul basket e sul tennis (ricordiamo che le uniche scommesse proibite ai giocatori sono quelle sul calcio, qualsiasi sia il campionato o la competizione).
Dichiarazione che non ha convinto evidentemente gli inquirenti, dal momento che i punti interrogativi sul comportamento di Stefano Mauri aumentavano di ora in ora. Alla domanda infatti se conoscesse Luca Aureli, ovvero il titolare dell’agenzia di scommesse che ha attivato la sim a nome di Samanta Romano, il laziale avrebbe risposto in un primo momento di no. Risposta che non trova agganci con la realtà poiché esistono nove telefonate dirette tra Stefano Mauri e il titolare dell’agenzia, ed inoltre lo stesso avvocato di Mauri ha confermato come Aureli fosse grande amico del suo assistito.
Se non bastasse arriva anche la “sentenza” dello Sco (Servizio Centrale Operativo della polizia), la quale afferma che le utenze di Samanta Romano (alias Stefano Mauri), Zamperini e Ilievski sono state localizzate accanto al centro d’allenamento della Lazio in data 14 maggio, ovvero il giorno dell’incontro incriminato tra Lazio Genoa della stagione 2010-2011, terminato 4-2 in favore dei padroni di casa. Nota che non lascia via di fuga a Stefano Mauri.