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Italia a rischio biscotto, meglio un morto che due feriti

Il nemico numero uno degli Azzurri, dopo il pareggio di ieri contro la Croazia, si chiama “Biscotto”. Un deja-vù di otto anni, ritornando all’Europeo 2004, quando la nostra Nazionale era guidata da Trapattoni e venne eliminata dalla competizione nonostante la vittoria contro la Bulgaria nell’ultima giornata, resa vana proprio dal biscotto scandinavo fra Danimarca e Svezia, che pareggiarono per 2 a 2, risultato che – già alla vigilia – si sapeva avrebbe eliminato gli Azzurri.

Ora la situazione è pressocchè identica, considerando che se Spagna e Croazia dovessero pareggiare per 2 a 2, la Nazionale di Prandelli tornerebbe a casa anche se vincesse contro l’Irlanda, allenata proprio dal Trap. I conti sono presto fatti: Spagna e Croazia andrebbero, infatti, a 5 punti in classifica, così come l’Italia e, data la parità, si guarderebbe la classifica avulsa ed i punti negli scontro diretti (finiti tutti e tre in parità) e poi alla differenza reti (che, in caso di 2 a 2 sarebbe 0 per tutte), e poi, ancora, alle reti segnate negli scontri diretti fra Italia, Spagna e Croazia considerando che l’Italia si troverebbe con 2 gol fatti e 2 subiti, mentre con l’eventuale 2 a 2 la Spagna e la Croazia andrebbero a 3-3, superando, quindi, gli Azzurri.

Nel caso di un pari per 1 a 1 fra Spagna e Croazia, invece, i calcoli sarebbero ben più complessi, poichè, a parità di punti e reti negli scontri diretti, si guarderebbe alla differenza reti generale, che vedrebbe la Spagna a +4, la Croazia a +2, mentre l’Italia (attualmente a 0) dovrebbe vincere con tre gol di scarto o con due, ma da 4 a 2 in su. Se, invece, l’Italia vincesse per 3 a 1 la situazione sarebbe in totale parità e, dunque, si ricorrebbe ai coefficienti calcolati sul rendimento di Italia e Croazia dagli Europei 2008, ai Mondiali 2010 alle qualificazioni Euro 2012: si qualificherebbe la Croazia, grazie al suo coefficiente 2,23 superiore rispetto a quello Azzurro, pari a 2,20.

Calcoli a parte, l’aspetto più singolare di questa situazione è proprio lo spettro del “biscotto”, che piomba sugli Azzurri e sul calcio italiano proprio in prossimità dello scandalo scommessopoli e delle combine emerse. Un modo per ricordarci che l’onestà e la sportività non devono mai esser viste come un optional, perchè “la ruota gira” ed, ora, ci troviamo a sperare nella correttezza degli altri, con l’ansia di chi, conoscendo tali meccanismi distorsivi, teme che possano essere messi in atto. Sarebbe una beffa, soprattutto per Gigi Buffon, che dopo aver sostenuto “meglio due feriti che un morto” – riferendosi a situazioni “fisiologiche” nel calcio – nel post-partita di ieri si è detto sicuro della sportività degli Spagnoli che, se giocassero al massimo delle loro potenzialità, non dovrebbero temere la Croazia che, gol del pari a parte, ieri contro gli Azzurri non ha costruito particolari pericoli.

Gianluigi Buffon | © Jamie Mc Donald/Getty Images

Ora, dunque, il capitano Azzurro preferirebbe “un morto” fra Spagna e Croazia piuttosto che due feriti, una situazione che, con la contestuale vittoria italiana, ci promuoverebbe ai quarti.

Buffon mostra sicurezza in tal senso e motiva così la sua impressione: “Se Spagna e Croazia fanno 2 a 2 ride tutto il mondo, e io non credo a questa possibilità perchè la Spagna è campione d’Europa e del Mondo ed i suoi campioni non vorranno essere ricordati per una cosa del genere, al contrario di Svezia e Danimarca che erano due squadre mediocri, con l’unico obiettivo di passare il turno”.

Impressioni cui fa eco il ct spagnolo Del Bosque, che promette sportività da parte delle Furie Rosse che giocheranno per vincere contro la Croazia. Agli Azzurri, dunque, non resta che pensare alla partita contro l’Irlanda di Trapattoni, con l’imperativo della vittoria, puntando a dare il massimo ed evitando imbarazzanti cali fisici nella ripresa, onorando la promessa fatta da capitan-Buffon ad un bambino di Mirandola: “faremo il possibile per rendervi orgogliosi di noi”.

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