Ricredersi, a volte, può essere un segno di intelligenza, capacità di rivalutare e considerare le proprie idee nell’ottica dei tempi che cambiano e delle necessità che devono adeguarsi al progresso. Tutto questo si è concretizzato nel Twit di Joseph Blatter, dopo il gol di Devic annullato all’Ucraina nell’ultima partita del girone D contro l’Inghilterra e che, di fatto, ha condizionato le possibilità di qualificazione ai quarti dei padroni di casa: “dopo la partita di ieri sera, la tecnologia per la linea di porta non è più un’alternativa ma una necessità“.
Un messaggio che, in verità, il massimo esponente del calcio mondiale porta avanti già dal 2010, l’anno dell’ improvvisa svolta “modernista” per lui, dal più ottuso conservatorismo all’apertura tecnologica, proprio per scongiurare i problemi legati ai gol fantasma. In quell’occasione, la scintilla che aveva indotto il suo cambio di impostazione era stata la rete di Frankie Lampard annullata all’Inghilterra ai mondiali Sudafricani e, da allora, Joseph Blatter è diventato più aperto all’applicazione del progresso tecnologico, dichiarando – qualche mese fa – che la rivoluzione tecnologica non può attendere a lungo.
Dai Mondiali 2010 agli Europei 2012, in realtà, un cambiamento è stato fatto ma, a quanto pare, non è stato sufficiente a garantire una riduzione delle sviste: in Ucraina-Inghilterra, infatti, era presente il giudice di linea e, nonostante ciò, non si è stati in grado di valutare che la rete dei padroni di casa era regolare, così come ha poi confermato anche il responsabile Uefa degli arbitri Pierluigi Collina definendolo come “un errore di pochi centimetri”.
Anche l’introduzione dei due arbitri di porta non è stato un “avvento” semplice nel calcio restìo al cambiamento (con la stagione di prova iniziale in Europa League e, poi, con l’estensione alla Champions League ed a Euro 2012, ndr) ma, allo stato dei fatti, si è rivelato insufficiente proprio perchè continua ad affidarsi al fattore umano e, pertanto, soggetto ad errore per sua stessa natura: moltiplicare gli “occhi” può ridurre la probabilità di svista ma non azzerarla.
Tutto risolto, dunque? No, sarebbe troppo semplice. Infatti, se da un lato il presidente Fifa è ormai favorevole sostenitore dell’applicazione della tecnologia a supporto degli arbitri, dall’altro lato il presidente Uefa Michel Platinì è contrario a tutto ciò, preferendo affidarsi esclusivamente ai “potenziamenti di organico arbitrale”, ossia ai giudici di linea, così come aveva confermato anche dopo il gol annullato a Muntari dopo Milan-Juventus del campionato italiano.
Si preannuncia, dunque, uno scontro “ideologico” ai piani alti, che potrebbe iniziare ufficialmente già dal prossimo 2 Luglio, quando l‘Ifab si pronuncerà sulla questione-tecnologia in occasione della riunione straordinaria in programma.
Nonostante la rigidità di Platinì, però, la sperimentazione della tecnologia applicata al calcio sta continuando senza intoppi dallo scorso mese di Marzo ed, allo studio, si hanno due alternative valide, basate su diverse impostazioni.
La prima è il cosiddetto “Hawk-Eye“, tradotto come occhio di Falco, già utilizzato nel tennis, che basa il suo funzionamento sul riconoscimento ottico attraverso le telecamere; la seconda alternativa, invece, è la Goal Ref che utilizza il pallone con all’interno un microchip.
Il pensiero “retrogrado” di Michel Platinì, dunque, potrebbe esser costretto a cedere il passo al cambiamento, facendo buon viso a cattivo gioco per non intaccare il sodalizio con Blatter: ubi maior, minor cessat.