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Milan Niang e Bojan, acquisti razionali?

Ieri sera Galliani è atterrato dalla Francia con il nuovo acquisto del Milan, M’Baye Niang. Classe ’94, il talentuoso attaccante francese sbarca in Italia per una cifra vicina ai 2,5 milioni di euro. In compagnia dell’ad rossonero, l’ex calciatore del Caen ha cenato da Giannino, l’ormai famoso ristorante milanese che funge da ufficiosa sede operativa per il numero due di Via Turati. Dopo aver mosso i suoi primi passi nel Bel Paese è iniziata la corsa a trovare l’aggettivo che meglio lo qualifichi. In virtù di una mancanza generale di informazioni sul suo conto (fino a maggio giocava nella Serie B francese, per altro senza essere un titolare fisso della propria squadra), ci si è affidati al look e alla carta d’identità, strumenti che spesso e volentieri possono trarre in inganno anche i migliori addetti ai lavori.

Come Balotelli e HenryGli accostamenti più scontati che potesse offrire il panorama calcistico europeo sono stati quelli più abusati dai media e profani. Stazza imponente, inusuale per un ragazzo della sua età, longilineo e veloce, muscolatura lunga, ed ecco che il richiamo al nostro Supermario diventa inevitabile. Poi si sbircia la carta d’identità e alla voce nazionalità si legge francese. Per chi ha un briciolo di nozione calcistica diventa così semplice l’altro paragone banale, ovvero Niang è come Henry quando l’ex fuoriclasse dei Gunners aveva 17 anni.

M’Baye Niang | ©DAMIEN MEYER/AFP/Getty Images

Parola all’esperto C’è chi però non è d’accordo con entrambe le valutazioni espresse dai giornalisti nostrani. Si chiama Johann Crochet, penna di Eurosport, il quale si chiede la logica dei 2 milioni di euro versati dal Milan nelle casse del Caen dal momento che Niang è soltanto un buon giocatore e nulla più. Crochet si è poi domandato perché la società rossonera non abbia dato un’opportunità ad un ragazzo della Primavera (riferendosi nello specifico a Simone Andrea Ganz), soluzione a costo zero e che avrebbe dato i medesimi frutti  del 17 enne transalpino. Ha ribadito infine la propria convinzione nel ritenere che Niang fra due mesi verrà bocciato da Massimiliano Allegri e spedito nella Primavera rossonera allenata da Dolcetti. I tifosi del Milan possono fare gli scongiuri.

Incompatibilità C’è poi un’ultimo ma non meno importante problema. Adesso che M’Baye Niang è a tutti gli effetti un calciatore rossonero, e come dichiarato da Galliani si allenerà con la Prima squadra, chi giocherà nel ruolo di punta centrale? Gli attaccanti del Milan che possono ricoprire quel ruolo sono tre: Alexandre Pato, Giampaolo Pazzini e Niang. La logica farebbe propendere l’ago della bilancia sul nome dell’ex blucerchiato. E allora perché bruciare un ragazzo di 17 anni in maniera così scriteriata? Quando poi tornerà Pato (salvo nuovi infortuni), M’Baye Niang verrebbe a trovarsi come terza scelta.

Arriva anche Bojan Nel frattempo si è sbloccata la trattativa per l’arrivo di Bojan a Milano. Dopo che Galliani aveva rivelato come Allegri tenesse in alta considerazione l’ex blaugrana, ecco arrivare la fumata bianca per il trasferimento in prestito dalla Roma. L’incontro tra Sabatini e la dirigenza rossonera avvenuto questa mattina a Milano ha avuto esito positivo. Bojan è atteso nel capoluogo lombardo entro la serata per firmare il contratto che lo legherà ai rossoneri fino al termine della stagione 2012-2013. Un altro acquisto che va ad aggiungersi a quello di Niang e che moltiplica i dubbi intorno all’operato della società. Avendo già Robinho, El Shaarawy e Pato in rosa, perché acquistare un’altro attaccante con caratteristiche simili a quelle dei tre appena citati? Se Allegri continuasse sulla strada del 4-3-1-2, quattro attaccanti ogni domenica resterebbero in panchina. In particolare però la domanda è questa: al Milan servivano davvero due attaccanti o era preferibile concentrare le energie per l’acquisto di un forte mediano da posizione davanti alla difesa?

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Federico Pisanu
Federico Pisanu
Inseguo il sogno di lavorare avendo soltanto una tastiera ed una connessione internet. Ho un sito e due famiglie: la mia, e quella del Pallonaro
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