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Berlusconi condannato a 4 anni nel processo diritti tv Mediaset

Quattro anni di reclusione per “una evasione notevolissima” perpetrata tra il 2002 – 2003. È questa la sentenza di condanna emessa dai giudici del tribunale di Milano a carico di Silvio Berlusconi. Sentenza giunta in primo grado nell’ambito del processo per l’acquisizione dei diritti tv di Mediaset. All’ex premier sono stati inflitti anche tre anni di interdizione dai pubblici uffici.

Il pronunciamento della corte milanese arriva dopo quasi dieci anni di indagini e sei anni di processo: un iter “lumaca”, ostacolato da richieste di ricusazione avanzate dai legali e l’istanza di astensione presentata dal giudice. In mezzo altri ostacoli, tra il Lodo Alfano e il conseguente ricorso alla Consulta, la richiesta di trasferimento del procedimento a Brescia, i continui legittimi impedimenti dovuti alla carica istituzionale rivestita dall’allora Presidente del Consiglio. Il provvedimento, in ogni caso, non è ancora esecutivo essendo la sentenza di primo grado. Il dato che emerge, tuttavia, è la misura della condanna. Quattro anni. Due mesi in più rispetto a quanto chiesto nella requisitoria dalla pubblica accusa.

Le accuse – I giudici milanesi, dunque, hanno ritenuto concreta la tesi costruita dal pm Flavio De Pasquale. Tesi secondo cui Mediaset, negli anni novanta, attraverso un sistema di prezzi gonfiati finalizzati alla frode, acquistava i diritti televisivi e cinematografici da intermediari e sub intermediari della major americane. Un gioco niente male, che ha consentito al padre del Biscione, sempre secondo l’accusa, un accumulo di fondi neri di circa 270 milioni di euro. A suo solo beneficio. La sentenza emessa dal Tribunale di Milano ha interessato anche gli altri imputati del procedimento sui diritti tv. Per il “socio occulto” Frank Agrama la condanna ammonta a tre anni di reclusione. Condanne anche per Daniele Lorenzano, produttore ed ex manager Fininvest (3 anni e 8 mesi), Gabriella Galetto, ex manager del gruppo in Svizzera (1 anno e 6 mesi). L’accusa di riciclaggio per Paolo Del Bue è stata derubricata e mandata in prescrizione. Assolto Fedele Confalonieri.

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi © Valerio Pennicino/Getty Images

Gli imputati condannati dovranno inoltre versare la somma di 10 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate. In ogni caso, sull’intero procedimento, compreso il giudizio finale, pesa come un macigno la decisione della Corte Costituzionale che, di fatto, potrebbe far saltare tutto. In pratica, un responso su un presunto conflitto di attribuzione tra la Camera dei deputati e il palazzo di Giustizia. Nel marzo del 2010, i giudici milanesi si erano rifiutati di rimandare una udienza dedicata all’imputato Silvio Berlusconi, nonostante il premier fosse impegnato in attività di governo. Le toghe, in pratica, avrebbero dovuto attendere l’esito della Consulta prima di emettere una sentenza.

Le reazioni – In merito alla condanna, un no comment secco è arrivato dai legali di Berlusconi. «Vogliamo prima leggere le motivazioni». Non dello stesso parere il fronte politico, che già subito dopo il verdetto si è spaccato sui quattro anni inflitti all’ex premier. Se, infatti, il segretario del Pdl, Angelino Alfano, parla di «ennesima prova di un accanimento giudiziario nei confronti di Silvio Berlusconi», Antonio di Pietro, di Idv, difende la sentenza affermando che «nonostante tutte le leggi ad personam, alla fine, tutti i nodi sono venuti al pettine». Per il Pd, Dario Franceschini, ha stemperato il clima. «Le sentenze si rispettano, non si commentano» ha sottolineato il già segretario democratico. E intanto su tutti i siti internet dei più importanti quotidiani del mondo la notizia rimbalza imponendosi come “news” di primo piano.

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Antonino Raso
Antonino Raso
Collaboratore presso Il Quotidiano della Calabria.
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