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Speziale innocente, bufera su Pietro Arcidiacono

Era il minuto 75’ del match Sambiase-Nuova Cosenza, gara disputata a Lamezia Terme e valida per il campionato di serie D, quando Pietro Arcidiacono, calciatore dei rossoblu cosentini, realizza la rete del provvisorio 2-3 (la gara terminerà, poi, con la vittoria finale con punteggio di 3-4 per il Cosenza) e mostra una T-shirt indossata sopra la divisa da gioco. Un gesto comunissimo nel mondo del calcio – in ogni categoria – dove questo tipo di esultanza è molto frequente, con i calciatori che mostrano sulle proprie T-shirt le scritte più curiose e, spesso, anche difficili da interpretare. Questa volta, però, il messaggio è ben chiaro, secco e sintetico, e non lascia spazio ad alcun tipo di interpretazione. Due parole, un cognome ed un aggettivo: Speziale innocente.

“Speziale” si riferisce ad Antonino Speziale, ultrà del Catania condannato insieme a Daniele Micale per omicidio preterintenzionale dell’ispettore di Polizia Filippo Raciti, deceduto a seguito degli scontri del Massimino durante il derby Catania-Palermo del 2 Febbraio 2007, con sentenza passata in giudicato; “innocente” è il termine che Arcidiacono gli attribuisce, in maniera apparentemente inspiegabile, e che ha lasciato sbigottiti tutti i presenti e, soprattutto, ha suscitato fortissimo sdegno nell’opinione pubblica.

Solo al termine della gara lo stesso Pietro Arcidiacono, tramite l’ufficio stampa della società rossoblu, ha tentato di spiegare le ragioni del suo gesto che, però, rimane un’iniziativa assolutamente deprecabile e degna di essere fortemente condannata: “Conosco Speziale perché siamo dello stesso quartiere ed il mio voleva essere un gesto di solidarietà verso il ragazzo ma non era assolutamente contro le forze dell’ordine”. Le ragioni alla base della sua “solidarietà” sarebbero, dunque, dettate esclusivamente da motivi personali e di amicizia e, dunque, alla luce di quanto sostenuto dallo stesso Arcidiacono non è opportuno interpretarlo in chiave provocatoria nei confronti delle forze dell’ordine.

Pietro Arcidiacono
Pietro Arcidiacono mostra la maglia “Speziale innocente”

Quel che è certo, però, è che si tratta di un gesto che, in primis, può offendere, infastidire e ferire la famiglia dello scomparso ispettore Raciti ed, in secundis, attaccare il sistema di giustizia che ha condannato Speziali e Micale. In tal senso, si è espresso anche Giuseppe Brugnano, segretario calabrese del Coisp, ossia il sindacato della polizia: “È ignobile e non trova riscontri nel calcio giocato il gesto del calciatore del Cosenza che oggi ha esibito una maglietta di solidarietà a Speziali”.

La società Nuova Cosenza ha, comunque, prontamente preso le distanze dal gesto di Arcidiacono sottolineando come tutta la squadra fosse all’oscuro della sua iniziativa e che la maglietta “incriminata” gli è stata fornita, dalla panchina, da suo fratello Salvatore Arcidiacono, anche lui calciatore del Cosenza. Inoltre, il club ha comunicato tramite una nota ufficiale di aver immediatamente sospeso il tesserato Pietro Arcidiacono, sottolineando, così, la ferma volontà di condannare l’episodio e di prenderne nettamente le distanze.

Ma, secondo alcuni, la sospensione non è un provvedimento sufficientemente punitivo ed è necessario calcare maggiormente la mano: lo stesso segretario regionale del Coisp ha, infatti, fatto appello alla Federcalcio affinchè provveda subito con “una sanzione disciplinare durissima”, invitando la società Nuova Cosenza alla radiazione di Pietro Arcidiacono e chiedendo, inoltre, al pubblico di Cosenza di prendere totalmente le distanze da tale “iniziativa”, ricorrendo anche al gesto plateale di disertare lo stadio nella gara casalinga di domenica prossima.

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