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NBA: Gallinari super, Chicago anche. Lakers ko a Phoenix

Dodici le partite Nba giocate nella notte. Vince ancora Denver, che batte i Rockets al Pepsi Center grazie ad un superbo Danilo Gallinari (27 punti). Bene anche Chicago: i Bulls violano il parquet di Milwaukee superando l’ostacolo Brandon Jennings. A sorpresa cadono i Lakers, che dopo aver condotto con autorità fino all’ultimo periodo di gioco, subiscono la rimonta dei Suns, giocando un brutto scherzetto ai due grandi ex della partita, Steve Nash e Mike D’Antoni. Quella di oggi è stata anche la grande notte di LeBron James, protagonista assoluto nella vittoria in trasferta di Miami contro i Nets. Continuano intanto a vincere e convincere gli Spurs, che asfaltano in casa Charlotte, rafforzando la propria leadership ad Ovest, dove si registra infine il successo dei Clippers su Minnesota.

Denver Nuggets – Houston Rockets 118-100, Gallinari leader

Chiamatelo pure Alcatraz. Il Pepsi Center conferma la propria legge, ed anche James Harden deve arrendersi. Gallinari gioca un grande match, chiuso con 27 punti a referto (e quattro stoppate). La costante di Denver è sempre e solo il collettivo: the Manimal sfiora la doppia doppia (19 punti e 9 rimbalzi), Iguodala confeziona 6 assist, e Ty Lawson (16) avvicina ancora i 20 punti. Quella dei Nuggets è la quinta vittoria consecutiva (12-3 a gennaio), mentre per i Rockets è la prima battuta d’arresto dopo tre “W” di fila. Negli ospiti il migliore è Jeremy Lin (22 punti e 5 assist), che segna un punto in più di Barbanera e Chandler Parsons.

Milwaukee Bucks – Chicago Bulls 88-104, chiamasi bench

Troppo superiore la macchina dei Bulls. Show-time al Bradley Center di Milwaukee, dove i padroni di casa vengono annichiliti dai Tori rossi, che confermano di attraversare un periodo di forma straordinario. A fare la differenza sono stati i 42 punti arrivati dalla gold bench di Chicago, con Nate Robinson (24, sedici nel secondo quarto) e Jimmy Butler (18) nella loro versione migliore. Il nostro Marco Belinelli chiude la serata con 8 punti in 19 minuti.

Phoenix Suns – Los Angeles Lakers 92-86, crisi d’identità

Steve Nash, amaro ritorno a Phoenix con i Lakers | ©Harry How/Getty Images
Steve Nash, amaro ritorno a Phoenix con i Lakers | ©Harry How/Getty Images

La striscia positiva di tre vittorie consecutive dei Lakers si arresta, a sorpresa, in Arizona, dove i giallo-viola incassano la loro ottava sconfitta di fila lontano dallo Staples Center. A dire che i primi tre quarti lasciavano presagire un finale ben diverso rispetto a quello concretizzatosi al suono della sirena, con i Lakers avanti di dieci punti e in apparente controllo del match. Invece tutto salta quando Bryant, sì proprio lui, ha un rigetto nei confronti della sua versione di assist man (anche stasera 9 assist, 17 punti e 5 rimbalzi), iniziando a forzare (e sbagliare). E così che Phoenix ne approfitta, trovando in Jared Dudley (11) l’eroe della serata: con una tripla impatta la partita (82-82) a 3’33” dalla fine, per poi infilare gli ultimi due tiri liberi dell’incontro. Come non citare poi Michael Beasley, protagonista con 27 punti dalla panchina e il canestro del sorpasso (82-84) subito dopo la tripla del proprio compagno di squadra Dudley. I tifosi dei Lakers si chiedono se il ko di stanotte in Arizona sia soltanto un incidente di percorso o nasconda qualcosa di più preoccupante. Intanto si registra l’ennesimo stop stagionale di Howard, infortunatosi alla spalla destra in avvio di quarto periodo. Ancora ignoti i tempi di recupero dell’ex centro di Orlando.

Brooklyn Nets – Miami Heat 85-105, LeBron super

Reggie Evans who? Non è poi così fantascienza pensare che LeBron si sia domandato qualcosa del genere alla vigilia del match, movimentata dalle pesanti dichiarazioni di Evans, il quale aveva sminuito il talento del Prescelto e il valore del titolo vinto dagli Heat. Con il senno di poi, la scelta di Evans non è stata delle più felici, considerata la risposta sul campo di Mufasa, che chiude la serata con 24 punti, 9 rimbalzi e 7 assist, a cui si aggiungono i 21 punti di Wade e i 16 di Chris Bosh. Per Miami è la tredicesima vittoria consecutiva contro i Nets. Quest’ultimi comunque hanno di che sorridere, dopo la convocazione di Brook Lopez come sostituto dell’infortunato Rajon Rondo all’All-Star Game.

Boston Celtics – Sacramento Kings 99-81, più assist per tutti

Più assist per tutti: può essere riassunta così la “nuova” stagione dei Celtics. Privata di RR, Boston sta trovando nel collettivo la forza di andare avanti. Dopo il successo contro Miami, i Celtics battono nettamente i Kings. Sono quattro i giocatori ad aver confezionato almeno tre assist, e fra questi spicca Kevin Garnett (cinque). Al tiro il migliore è Paul Pierce, che mette a referto 16 punti, oltre 10 rimbalzi e 4 assist. Tutto questo basterà per lottare contro squadre come Chicago, Miami (restando nella Eastern) una volta raggiunti i play-off? Qualche dubbio, più di uno forse, rimane.

New York Knicks – Orlando Magic 113-97, Melo da record

Nella facile vittoria dei Knicks su Orlando, sono due le cose che ci preme sottolineare: primo, Melo è entrato ufficialmente nella storia della franchigia avendo segnato per la ventesima volta di fila almeno venti punti; secondo, che Tyson Chandler insieme ad Amar Stoudemire hanno fatto qualcosa di incredibile, chiudendo con un complessivo 17/18 dal campo per 35 punti. E di fronte a questo, anche i 29 punti di J.J Redick passano in secondo piano.

Indiana Pacers – Detroit Pistons 98-79, caos ospite

La sconfitta a Indianapolis rischia di non essere l’unica nota stonata della serata per Detroit. Poco prima dell’inizio del match infatti, è stato ufficializzato il passaggio di Prince e Daye ai Grizzlies, nell’ambito dell’operazione che porta Rudy Gay a Toronto, che perde Jose Calderon, da oggi nuovo giocatore proprio di Detroit. La notizia ha scioccato lo spogliatoio dei Pistons, i quali devono così salutare dopo oltre dieci stagioni il veterano Prince. Tornando alla partita di stasera, i Pacers hanno avuto vita facile grazie all’ottima prestazione di Roy Hibbert, che chiude con 18 punti e 11 rimbalzi.

Atlanta Hawks – Toronto Raptors 93-92, late dunk

Una schiacciata di Al Horford a 21″ dal termine regala ai padroni di casa un sofferto successo contro Toronto. Partita equilibrata fino ai concitati secondi finali, quando DeRozan (23) ha in mano il pallone del sorpasso, venendo bloccato in maniera energica dallo stesso Horford. La panchina dei Raptors protesta animatamente contro la decisione degli arbitri di non fischiare fallo, protesta che si rivelerà però vana. Toronto ora attende l’arrivo da Memphis di Rudy Gay, salutando Calderon e Ed Davis.

Philadelphia Sixers – Washington Wizards 92-84, Holiday

I Sixers festeggiano il terzo successo casalingo nelle ultime cinque partite, battendo una squadra ospite in discreta forma come quella dei Wizards. Il migliore in campo per Philadelphia è stato Jrue Holiday (21), ma grande anche è stata la prova offerta dall’ex della serata Nick Young, autore di 18 punti.

Minnesota Timberwolves – Los Angeles Clippers 90-96

E sono venti, come le doppie-doppie stagionali di Blake Griffin, anche oggi il migliore in campo dei Clippers con 26 punti e 13 rimbalzi. Continua l’assenza di Chris Paul, fermo ai box per un infortunio al ginocchio, ma i rosso-blu della California stanno comunque trovando la forza di andare avanti anche senza il loro uomo migliore, conquistando oggi la loro seconda vittoria consecutiva dopo una serie di quattro ko di fila.

San Antonio Spurs – Charlotte Bobcats 102-78, TP ok

Tony Parker sopra i venti punti (22), Leonard (18), Green (17) e Splitter (15), trascinano gli Spurs alla 17^ affermazione consecutiva in Texas, “infischiandosene” dell’assenza di Timmy e DeJuan Blair. Tra percentuali sopra il 50% in ogni angolo di parquet e un collettivo granitico, la corsa di San Antonio pare non fermarsi davvero più.

Utah Jazz – New Orleans Hornets 104-99, riscossa Millsap

Dopo una partenza che avrebbe scioccato chiunque (tre stoppate subite nei primi tre tiri a canestro), Paul Millsap si riprende e firma 25 punti nel prezioso successo dei Jazz sugli Hornets, che vale doppio alla luce della sconfitta dei Lakers contro i Suns. Tra i padroni di casa da segnalare anche i 22 punti di Al Jefferson. Agli ospiti invece, privi di Eric Gordon, non è bastata la doppia-doppia di Vasquez (17 punti e 13 assist) per evitare il secondo ko consecutivo.

Classifica Eastern Conference

  1. Heat 29-13
  2. Knicks 28-15
  3. Bulls 28-17
  4. Pacers 27-19
  5. Nets 27-19
  6. Hawks 26-19
  7. Bucks 24-20
  8. Celtics 22-23
  9. Sixers 19-26
  10. Pistons 17-29
  11. Raptors 16-30
  12. Magic 14-31
  13. Cavaliers 13-33
  14. Wizards 11-33
  15. Bobcats 11-34

Classifica Western Conference

  1. Spurs 37-11
  2. Thunder 34-11
  3. Clippers 34-13
  4. Grizzlies 29-15
  5. Warriors 28-17
  6. Nuggets 29-18
  7. Jazz 25-21
  8. Rockets 25-23
  9. Blazers 23-22
  10. Lakers 20-26
  11. Mavericks 19-26
  12. Timberwolves 17-25
  13. Kings 17-30
  14. Suns 16-30
  15. Hornets 15-31

NBA Top 10 del 30 gennaio 2013

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Federico Pisanu
Federico Pisanu
Inseguo il sogno di lavorare avendo soltanto una tastiera ed una connessione internet. Ho un sito e due famiglie: la mia, e quella del Pallonaro
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