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Doping, anche il Milan nei faldoni di Fuentes

Sempre più scottanti le rivelazioni che possono scaturire dall’Operacion Puerto, che riguarda in prima persona il Dottor Doping, come è stato ribattezzato il medico delle Canarie Eufemiano Fuentes, sotto processo a Madrid con l’accusa di essere a capo della maggiore e più articolata rete di doping mai scoperta in Europa. Il Dottor Doping, dunque, avrebbe avuto un ruolo attivo e di primo piano nel favorire la diffusione di sostanze dopanti nel mondo del calcio, con il diretto coinvolgimento di molte società di primo piano del panorama continentale, considerando che i riferimenti in questione compaiono proprio nei faldoni sequestrati allo stesso Fuentes nel corso dell’operazione condotta dalla Guardia Civil. Sigle ed abbreviazioni che, però, se decifrate a dovere riconducono a Rsoc che significherebbe Real Sociedad, anche se in un primo momento lo stesso Fuentes aveva ironizzato sulla circostanza, affermando che si trattasse di “una buona marca di vino”.

Doping, anche il Milan nei faldoni di Fuentes | ©Tullio M. Puglia/Getty Images
Doping, anche il Milan nei faldoni di Fuentes | ©Tullio M. Puglia/Getty Images

Ma oltre alla Real Sociedad, nel calcio iberico potrebbe esserci il possibile coinvolgimento anche del Real Madrid, considerando che nei faldoni di Fuentes è stata individuata la parola “Alfredo” con possibile associazione al presidente onorario delle merengues, Alfredo Di Stefano: associato al nome del Real vi è anche il numero 10, che ovviamente non corrisponde ad un numero di maglia ma alla dose di IG, l’ormone della crescita “incriminato”. Ed è proprio alla sigla IG, Insulin Growth Factor, che è associato anche il nome del Milan, come riporta il settimanale iberico El Periodico che rivela che il riferimento al Milan compare nel quarto faldone, foglio 844, del Dottor Fuentes intitolato “Prospetto 2005”, proprio l’anno in cui la squadra rossonera raggiunse la finale di Champions League. Se fosse confermato, l’associazione della squadra rossonera all’ormone della crescita, una delle sostanze più severamente vietate dalla normativa anti-doping, il capo d’accusa sarebbe molto grave ed, ovviamente, lo sarebbe anche il coinvolgimento della società rossonera: in tal senso, sempre stando alle indiscrezioni che trapelano dalla lettura dei faldoni del dottor Fuentes, il numero associato al Milan – che dovrebbe corrispondere al dosaggio di IG – sarebbe 40, quindi quattro volte superiore rispetto a quello associato al Real Madrid. Il Milan, però, ha smentito fermamente ogni possibile coinvolgimento con una nota ufficiale sul proprio sito in cui si legge che: “L’A.C. Milan non ha mai avuto direttamente o indirettamente contatti di alcuna natura con il dott. Eufemiano Fuentes”, e che il Milan “agirà nelle sedi competenti nei confronti di chiunque affermi, prospetti o insinui fatti in termini diversi da quelli sopra precisati”.

Nel caso della Real Sociedad la dirigenza ha deciso di collaborare con la giustizia ed ha ammesso l’acquisto di sostanze vietate nel periodo 20o1-2006 durante la presidenza di Josè Luis Astiazaran, tra l’altro una figura di rilievo del movimento spagnolo considerando che è attualmente il presidente della Liga professionisti. Una “confessione” che ha aperto uno squarcio sull’intero movimento sportivo (considerando che nell’inchiesta sono coinvolti molti ciclisti, ndr) ed anche calcistico e che ha costretto a correre ai ripari prevedendo una legge anti-doping che, fino a qualche anno fa, neppure esisteva.

Uno squarcio che, però, si è trasformato ben presto in un vero e proprio baratro in cui è finito il dottor Fuentes e che, gradualmente, si sta ampliando sempre più, coinvolgendo anche la Germania, da dove veniva richiesto Dolobene, un farmaco contenente eparina anticoagulante. La difesa del medico Fuentes, però, punta a dimostrare che tali sostante – innegabilmente dopanti – non erano nocive per la salute degli atleti per tentare di evitare la condanna penale.

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