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Le protagoniste della Champions League. Focus on: Barcellona

Il Barcellona viene da tutti considerata la squadra più forte al mondo da almeno sette anni, ovvero dalla conquista della sua seconda Champions League ottenuta con la vittoria in rimonta sull’Arsenal a Parigi per 2-1. Nonostante quella formazione vantasse di campioni come Ronaldinho, Eto’o, Puyol, Deco, Xavi e molti altri giovani che sarebbero esplosi nel giro di qualche anno, colui che dette il via al ciclo vincente del club blaugrana fu Frank Rijkaard. Fu proprio l’olandese ad infondere il coraggio, la determinazione e la fiducia nei propri mezzi in un ambiente, quello catalano, che stava recitando il ruolo di ombra in una Spagna dominata dallo strapotere economico e calcistico del Real Madird. In Catalogna non si poteva accettare tutto questo ed ecco che in breve tempo, con poche e, all’apparenza semplici, mosse il Barcellona è diventata la squadra che conosciamo oggi. Puntare sul settore giovanile, praticare lo stesso sistema di gioco basato sul palleggio (Tiqui-Taca), e rappresentare gli interessi di un popolo intero. Con l’avvento di Guardiola in panchina e con l’esplosione di Leo Messi, il Barcellona è riuscito a imporsi a livello mondiale: basti pensare che dal 2008 al 2012, il Barça ha portato a casa la bellezza di 14 trofei su 18 a disposizione. Inoltre nel 2009 secondo l’IFFHS (Istituto internazionale di storia e statistica del calcio) i catalani sono la prima squadra al mondo per risultati ottenuti considerando il periodo 1991-2009. Tutto questo preambolo per affermare che il Barcellona resta la squadra da battere anche in questa edizione della Champions League non solo per la forza dei singoli ma anche e soprattutto per il carattere mostrato in situazioni difficili come la rimonta, andata poi a buon fine, che serviva fare contro il Milan negli ottavi o come la gestione delle gravi malattie di Abidal e Tito Villanova. Resta comunque la sensazione che la squadra di Villanova inizi a mostrare delle crepe soprattutto nel reparto arretrato dove l’età si sta facendo sentire. In ogni caso, il Barcellona fa paura.

Il Barcellona di Messi è una delle favorite per la vittoria finale della Champions League | © David Ramos/Stringer / Getty Images
Il Barcellona di Messi è una delle favorite per la vittoria finale della Champions League | © David Ramos/Stringer / Getty Images

LUCI E OMBRE – Il Barcellona era la bestia nera dei sorteggi ed evitare di averla nel proprio girone voleva dire tanto. Le “sfortunate” furono lo Spartak Mosca, il Celtic e il Benfica: mica tanto visto che i russi hanno dato parecchio filo da torcere agli uomini di Villanova e che gli scozzesi li hanno addirittura battuti. La prima partita del Barcellona nella fase a gironi non è affatto entusiasmante: al Camp Nou i catalani ospitano lo Spartak Mosca. Tello porta subito in vantaggio gli spagnoli ma un autorete di Dani Alves e Romulo ribaltano il punteggio a favore dei russi che cadranno però nel finale grazie alla doppietta di Messi: finisce 3-2. Nella seconda gara i blaugrana stendono il Benfica 2-0 (Sanchez e Fabregas) mentre in quella successiva contro il Celtic gli spagnoli rischiano tantissimo. Sono proprio i biancoverdi a sbloccare il risultato con Samaras prima che Iniesta e Jordi Alba in extremis capovolgano ancora le sorti di un match strano a favore del Barcellona.
Al Celtic Park arriva però la vittoria scozzese per 2-1 e la conseguente prima sconfitta europea per la squadra di Villanova: inutile il gol del solito Messi arrivato nel finale. La matematica qualificazione agli ottavi, anche se non c’erano rischi particolari, arriva contro lo Spartak Mosca, demolito 3-0 (doppietta Messi e Dani Alves). L’ultima partita in casa contro il Benfica è solo una passerella, i catalani giocheranno con parecchie riserve e le reti rimarranno inviolate. Tirando le somme, il Barcellona è passato come primo nel gruppo G con 13 punti: i blaugrana avrebbero potuto fare meglio vista la caratura degli avversari davvero modesta.

REMUNTADA E MESSI – Dicevamo delle luci e delle ombre del Barcellona. Soprattutto bisogna notare che gli spagnoli hanno sempre messo in mostra il solito calcio, bello e offensivo, anche nelle sconfitte. Queste sono arrivate come fulmini a ciel sereno visto che le occasioni da gol per Messi e compagni non sono mai mancate. A volte però il sistema di gioco catalano si è rivoltato contro il Barcellona: troppe finezze, giocate e poca concretezza hanno davvero fatto rischiare l’eliminazione ai catalani contro il Milan. Agli ottavi ecco il Milan. La gara d’andata a San Siro è forse la più brutta mai disputata dal Barcellona negli ultimi anni: un 2-0 per i rossoneri che demolisce le certezze di un club molto ambizioso. Nella gara di ritorno si scatena però la furia di Messi che fa valere di essere davvero il più forte al mondo. Un 4-0 secco che spedisce il Milan a casa grazie alla splendida doppietta di Messi, al gol del ritrovato Villa e alla ciliegina sulla torta finale di Jordi Alba. Ai quarti di finale, il nuovo avversario dei blaugrana si chiama Psg, cioè la squadra di un ex dal dente avvelenato: Zlatan Ibrahimovic. A Parigi termina 2-2 con il solito Messi che sblocca il risultato prima del pareggio proprio di Ibra. Nel finale arriva il 2-1 del Barça grazie a un rigore freddamente trasformato da Xavi ma all’ultimo secondo arriva il definitivo 2-2 di Matuidi. Il ritorno è una gara ricca di insidie per tutto l’ambiente catalano e i primi incubi si materializzano a inizio ripresa con il vantaggio ospite firmato Pastore. Il Psg gioca nettamente meglio del Barcellona e, con un Ibrahimovic in cattedra, si meriterebbe il passaggio alle semifinali ma il calcio non sempre premia i meritevoli. Messi, infortunatosi nella gara d’andata e non titolare nel ritorno, entra in campo a metà ripresa e i blaugrana, come per magia, si accendono. L’argentino costruirà l’azione del pareggio di Pedro: finisce 1-1 dopo tanta sofferenza. Adesso in semifinale arrivano i temibili tedeschi del Bayern Monaco: lì il Barcellona dovrà dare il massimo.

GIOCATORI CHIAVE – Il Barcellona è ricco di talenti capaci di mettere in crisi gli avversari ma il top del top è rappresentato da Messi, forse il giocatore più grande di tutti i tempi. Il cervello dei blaugrana passa però anche dai piedi di Iniesta uno che, zitto zitto, si è rivelato più determinante anche del compagno argentino. Visto poi il sistema di gioco catalano, un giocatore capace di dare equilibrio alla squadra è il sottovalutato Sergio Busquets: lo spagnolo, per molti oggetto di scherno, riesce a fungere da collante fra la parte offensiva e quella difensiva. Non un lavoro da poco in un Barcellona quasi interamente improntato alla manovra d’attacco.

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