La Juventus diventa campione d’Italia per la sua trentatreesima volta nella sua storia, 31 per l’albo della Federcalcio a causa delle sentenze di Calciopoli nel 2006, poco importa se lo Scudetto ha il numero giusto o sbagliato, resta il fatto che la Signora del calcio italiano per la quarta volta consecutiva porta a casa il titolo tricolore.
Scudetto che, se non è stato inatteso, è stato certamente il più difficile da prendere. La stagione per la Juventus iniziava non bene. l’inizio del ritiro di preparazione era stato funestato dalle dimissioni di Antonio Conte e dalla scelta della società di puntare su Massimiliano Allegri. La piazza era furiosa, i giocatori sfasati e delusi dalle parole dell’ex-mister che li definiva “spompati” e la società spiazzata per un mercato condotto all’insegna dei vecchi schemi con acquisti importanti che potevano saltare. Tutti si ricorderanno di Evra e Morata, per esempio, che erano attesi a Torino per le visite mediche e che rimandarono l’arrivo per avere chiarimenti dal nuovo corso tecnico.
Allegri è arrivato, ha subito la contestazione della piazza, ha accettato le vie percorse della società in fase di mercato e fatto un patto con i giocatori. Il successo suo dipendeva da loro e la fine loro portava alla fine sua, una storia di sport già vista che può portare al tracollo ma che se va a buon fine porta alla costruzione di un gruppo solido, omogeneo, compatto ed invincibile. Avversari e pubblico avverso sono stati spazzati e conquistati, poi c’è stato il capolavoro, l’intuizione di iniziare a modulare la squadra con un’ambiente ed una nota di fiducia maggiore e qui la Juventus ha compiuto l’accelerazione che l’ha portata via dal gruppo delle inseguitrici. Dopo la sconfitta di Genova, la prima in stagione, poteva essere buttato tutto all’aria ed invece con la stessa calma dell’inizio di stagione il tecnico ha saputo ricucire lo strappo senza perdere di vista l’idea. Questo ha portato i Campioni d’Italia a saper giocare con la difesa a tre e con la difesa a quattro con la stessa tranquillità, cosa non da poco anche per il percorso in Europa.
E’ in questa fase che Allegri vince e fa vincere la sfida alla Juventus, squadra martellante con Antonio Conte e diventata intelligente con Allegri, ne sono la dimostrazione le due partite esterne con la Roma e con il Napoli per non parlare del match in Grecia con l’Olympiacos e a Torino con l’Atletico Madrid in Champions. Adesso i bianconeri assaporano sfide affascinanti perché il confine che era stato tracciato con quel “spompati” da Conte è stato cancellato e la squadra è rinata avendo piena convinzione di cosa può fare ma senza sapere quanto ancora può fare.
Poi ci sono le storie personali, quelle fatte dai campioni, quella di Bonucci, ormai centrale di difesa insostituibile, quella di Marchisio capace di ricoprire tutti i ruoli a centrocampo con la stessa sostanza, quella di Vidal partito con guai al ginocchio e che non si è mai risparmiato, quella di Tevez che oggi è diventato un fenomeno vero in grado di cambiare le partite, quella di Morata, ragazzino del Real venuto a mostrarsi al mondo in bianconero, quella di Pereyra autentica rivelazione della stagione per non parlare di quella di Pogba, ormai un campione su cui la Juventus dovrà riflettere molto in estate, ma questa è un’altra storia.
Poi c’è la Juventus, sempre lei, quella che con lo Scudetto da del “tu“, nella sua storia madama ha vinto tanto poi si è assopita, a volte sembrava vecchietta altre volte incompleta ma sempre bella viva e battagliera, il DNA di quella maglia e di quella società è tutta in questa fame incredibile di vittorie, come un mostro iracondo mai sazio che trasforma i Cuccureddu, i Torricelli, i Conte, i Di Livio e gli Sturaro in guerrieri indomabili. Per avere un’istantanea della fame bianconera basta vedere all’84° della partita di oggi Bonucci che s’inferocisce con l’arbitro per un calcio d’angolo non assegnato su un suo colpo di testa e presumibilmente deviato, tutto ciò quando bastava un punto per lo Scudetto e la Juventus stava già vincendo 0-1.
La Juventus rinasce ancora una volta quando tutti ad inizio anno la davano per spacciata, adesso per il bene del calcio italiano, sarebbe utile che si aggiunga di competitività che si ritrovino Milan e Inter, che faccia un salto di qualità la Fiorentina e diventino più solide Napoli, Roma e Lazio, allora sì che si potrebbe tornare a parlare di campionato più bello del Mondo come anni fa.