La NBA Opening Night è come sempre la notte in cui vengono consegnati gli anelli ai vincitori del titolo NBA dell’anno precedente, un anello da 11 carati, 36 zaffiri blu e 31 diamanti, valore reale oltre che gloria. Stephen Curry, Kevin Durant e compagni hanno così ricevuto da Adam Silver e Joe Lacob, rispettivamente commissioner e presidente NBA, nel corso di una bellissima cerimonia, il simbolo della vittoria. Insieme agli anelli i giocatori dei Golden State Warrios hanno mostrato il Larry O’Brien Trophy.
Houston Rockets – Golden State Warriors 122 – 121: Harden ha già la mano calda
Finita la parte burocratica e di festeggiamenti, si da inizio al vero show, quello del gioco, in cui i campioni Golden State Warriors affrontano gli Houston Rockets, subendo una sconfitta di un solo punto, ma che già brucia, anche per il fatto che il tanto atteso nuovo volto del Texas, Chris Paul, praticamente non ha giocato per metà dell’ultimo quarto.
La partita inizia all’insegna di James Harden, che oltre ad essere il primo realizzatore della partita è il miglior scorer e probabilmente il miglior giocatore della gara. Il tiro di Harden, che chiuderà con una doppia doppia da 27 punti, 10 assist e in aggiunta 6 rimbalzi, segneranno il maggior vantaggio degli Houston Rockets. Da li in poi gli ospiti rincorrono per una partita intera.
La Perfezione dei Warriors e la carica di Nick Young
I Golden State Warriors sono una macchina perfetta, o almeno lo fanno credere per gran parte della partita. La prima parte di gioco è tutta per Klay Thompson che piazza 4 tiri da 3 punti su quattro tentativi. I Warriors macinano in 5 minuti ben 22 punti, i Rockets sono -13 punti e Mike D’Antoni è costretto al timeout. Uno stratosferico Harden fa di tutto per la rimonta, il pareggio arriva per mano di Ryan Anderson che con una tripla pareggia i conti sul 24-24. A rimandare indietro i Rockets e chiudere il loro break di 15-2 è Nick Young, con 23 punti (di cui 20 nel primo tempo) sarà miglior realizzatore della squadra di casa, che in minuto realizza due tiri da 3 punti. Si va così avanti indietro, con Harden un livello sopra tutti gli altri, almeno in attacco, e il primo quarto si chiude sul +1 (35-34) per i Warriors. Nick Swaggy P Young è in serata coraggiosa, tenta tanto, con ottimi risultati, ma guida il parziale di 10-0 all’inizio del secondo quarto, i Golden State Warrios vanno anche a +16 (il massimo della partita sarà +17), il tabellone del primo tempo segna Golden State Warriors – Houston Rockets 71-62.
Il secondo tempo inzia con il sussulto di Stephen Curry, che segna i primi sei punti delle due squadre nel rientro, ne segnerà 22 in totale a fine partita. L’unica alternativa di Houston oltre a James Harden e ad un non troppo esaltante Chris Paul sembra essere Ryan Anderson che, autore di due triple, ancora una volta insieme al compagno barbuto, autore di un altro tiro da tre, insieme i due fanno quindi il parziale del -7
Per i Warriors il terzo quanto è anche quello di Kevin Durant, MVP delle ultime Finali NBA, che mostra un ottima forma sia in difesa che in attacco, 2 delle 4 stoppati totali e 10 dei 20 punti totali sono in questo quarto, che finisce 101-88 per i padroni di casa.
La rimonta dei Rockets ed il finale al cardiopalmo
Il primo pensiero che viene all’inizio dell’ultimo quarto è che la partita sia ormai decisa, cambia tutto però quando si infortuna il difensore dell’anno 2017, Draymond Green, che fino a quel momento aveva collezionato 9 punti, 11 rimbalzi e 13 assist, sfiorando la tripla doppia. Leggera distorsione al ginocchio per lui e gara finita in anticipo.
L’ultima frazione di gioco dei Rockets è paurosa, inzia con 7 punti di Luc Mbah a Moute che regala alla propria squadra un parziale di 11-3 e fa segnare un -5 totale, sarà poi un continuo, facilitato il tutto anche dalla assenza del suddetto Draymond Green. Nonostante uno Stephen Curry in stato di ottima forma, che segna 4 canestri consecutivi, tra cui una tripla, gli Houston Rockets in questo quarto sono mostruosi, riusciranno infattt a realizzare un parziale di 34-20. Vi è così una rincorsa continua che si completa in uno di quei finali mozzafiato dove un tiro da 3 punti di Trevor Ariza riduce lo svantaggio ad 1 punto e che dopo un minuto e mezzo vedrà il vantaggio compiuto da P.J. Tucker con due tiri liberi che segnano il primo e finale vantaggio della partita dopo quello iniziale e che indicano sul tabellone 121-122.
segue un concitato finale, Curry perde un pallone, poi dopo una tripla sbagliata da Harden ha la palla della tripla della vittoria che sbaglia, in una serie di tocchi e rimbalzi dalla mano di Shaun Livingston la palla arriva a Kevin Durant che allo scadere tira realizzando i due punti della possibile vittoria, sarà però l’instant replay ad annullare il tiro esendo stato fatto a tempo scaduto.
Gli Houston Rockets confermano così la loro voglia di vittoria, mostrano i denti e fanno vedere che quest’anno non molleranno mai. Lo mostrano come già detto con Harden, ma anche con una breve panchina, guidata da un Eric Gordon autore di 24 punti. Mike D’Antoni ha nelle mani un buon potenziale, deve ancora far integrare bene Chris Paul, che tra l’altro è stato in panchina negli ultimi 5 minuti di gioco per un problema al ginocchio, che nonostante gli 11 assist e 8 rimbalzi ha realizzato solo 4 punti con un 2/9 dal campo.