il dibattitto sull’industria musicale, sulla pirateria, sui nuovi modi di fare musica e guadagnare continua. Dopo Lily Allen, Radiohead, Trent Reznor e Nine Inch Nails, tocca a The Edge dire la sua.
Il chitarrista degli U2 lancia quello che a suo avviso è un allarme per l’industria discografica, secondo molti, e forse a ragione ma per ovvi motivi, in crisi da anni e in ancora in libera caduta.
The Edge dichiara:
“Nessuno sta investendo più nella musica: il mercato dei CD è al tracollo e – al momento – non si è ancora palesato un modello che lo possa sostituire in maniera convincente.
Il fatto che si sia interrotto il flusso di credito all’industria musicale significa che nessuno più finanzierà tour, nessuno chiuderà più contratti discografici e editoriali, e – in sostanza – nessuno farà più niente di ciò che serve fare per mandare avanti lo spettacolo da quando i Beatles si sono affacciati sul panorama mondiale. Al momento sembra che il modello imperante sia quello di vivere come parassiti, cercando ognuno di eliminare il proprio vicino per poter sopravvivere. E, come intuirete, non è un buon modello“
Già qui si potrebbe contestare al chitarrista il fatto che il mercato dei CD non sia in crisi per via del parassitismo generale, anche negli anni ’80, quando gli U2 ebbero comunque un ampio successo, esisteva la moda del mixtape. I modelli esistono, esiste Jamendo, iTunes e tanti altri, solo che sembra che alle major i CD stanno molto a cuore, sarà che possono far lievitare come vogliono i costi sui suppoti fisici?
In seguito The Edge aggiunge:
“Gli Internet Service Provider reclamano a gran voce la loro innocenza. Certo, loro non fanno niente, anche di fronte a gente che si appropria indebitamente di opere di ingegno. Se si considera che quando si acquista un servizio Internet di acquista una banda, che può essere usata in modo virtuoso o meno a seconda dell’utenza che se ne fa, credo che i musicisti che si vedono defraudati della loro unica fonte di sostentamento dal download illegale abbiano le loro buone ragioni ad avercela con gli ISP. E non parlo del mio gruppo, ma di quelli più giovani e emergenti: per loro è fondamentale che la questione si risolva“.
Forse in questo caso si dovrebbe fare il conto con i poveri fan, che spesso fano i alti mortali per spendere 10/15/20 euro per l’acquisto di un CD, magari preferirebbero spenderne il doppio per vedere i propri beniamini. D’altronde un biglieto per l’U2 360 tour arriva a costare anche 250 euro. Da considerare inoltre che chi acquista il CD lo fa al di la del download, anzi spesso vengono scoperti nuovi artisti grazie ai download e allo streaming (legali o illegali che siano) che poi riescono ad ottenere successo ed un ritorno economico proprio grazie a questo fattore. In questo senso ancora una volta Jamendo è da esempio. Li ci sono molti artisti e alcuni veramente validi, se regalano i loro album significa che il loro lavoro vale meno di quello degli U2 o di un qualsiasi altro gruppo mainstream o significa solo che tale gruppo sia meno ingordo di altri?
A voi l’ardua risposta.