Quarta serata. Il Festival comincia a mostrare la corda, e scopriamo il primo segreto non svelato. Gai Mattiolo, stilista della Clerici, deve avere un conto in sospeso con l’Antonella nazionale. Quello visto in queste sere non è modo di vestire il corpo di una donna, neanche se si tratta della Clerici. E’ proibito anche dalla Convenzione di Ginevra. Gai, amico dei giorni più gai, se hai qualcosa da dire dillo direttamente, scrivi una mail, manda un sms, manda un poke su Facebook, non ti mettere a rovinare una presentatrice o presunta tale davanti a 10 milioni di Italiani. Ti dico solo, in confidenza, che appena uscita la mia fidanzata ha detto: “Uh, sembra un pesce azzurro, anzi, la sirenetta“. Mi aspettavo cominciasse a cantare “In fondo al mar“, oppure che il valletto prescelto stasera fosse il granchio Sebastian.
La serata comincia con Giovanni Vernia, visibilmente spaesato. La prima battuta, per fare simpatia, è stata: “Oh, ma dove stiamo qua?“. Credo che qualcuno abbia pensato si fosse perso davvero. In più, se ci metti che come spalla c’era Antonellina cara e la sua espressività non pervenuta, Johnny Groove non trovava nessun appoggio e assumeva lo sguardo dello scalatore che sta per precipitare e urla: “Continua, vai avanti, salvati almeno tu“. Vernia tornerà più tardi, a fare una sorta di gioco aperitivo con l’orchestra e il pubblico. Visto che è un ragazzo intelligente (davvero, lo giuro. Lo conosco e lo so, fidatevi), chiude con una battuta che lo salva dal disastro totale: “L’anno scorso c’era Benigni, quest’anno sto io. Si vede che non avevano soldi“.
I cantanti si esibiranno con uno o più partner. L’unico duetto sensato, secondo me, è stato quello di Enrico Ruggeri con i Decibel. Infatti, l’hanno eliminato. Ma andiamo con ordine.
Malika Ayane e Sabrina Brazzo: Non ho capito in mezzo a tutto il corpo di ballo quale fosse Sabrina Brazzo, anche perché non so che cosa faccia.Povera donna, bisogna anche capirla, con il cognome che si ritrova e le rime che ispira meglio stare defilati. La canzone della Malika nazionale mi piace, ma fino a quando? Arriverà indenne fino a sabato? Intanto dal sottopassaggio della stazione di Novara hanno levato il cartellone pubblicitario della TIM, come avevo richiesto. Forse Tronchetti Provera legge Melodicamente.com. Voto: 7 (senza balletto inutile sarebbe stato 10. Malika, sei brava ma non ti impegni).
Simone Cristicchi e i Minatori della Val Capocchia: Vedi arrivare una schiera di proletari sul palco e ti aspetti che intoni l’Internazionale, o almeno Bandiera Rossa. Parte invece una specie di “Società dei Magnaccioni” che fa capire a tutti qual è il livello della classe operaia in Italia. Per il resto, poco da dire, tranne Antonellina che scambia la lampada ad acetilene per la “schiscetta”. Questa donna pensa sempre e solo a mangiare, ma vedremo meglio dopo. Voto: 7 (per l’impegno dei minatori. La prossima volta magari arrivate cantando: “ehi oh, ehi oh, andiamo a canticchiar…“).
Irene Grandi e Marco Cocci: “Marco Cocci sembra Cedro di Marrakech express, anzi, Sergio Muniz” ha detto la mia fidanzata. La canzone ha un unico difetto per me. E’ dei Baustelle, e quando penso a quelle facce da artisti perdigiorno io… vabbé, mi fermo qui sennò rischio la denuncia per contumelie. No, non vi dico cosa significa contumelie, visto che non lo so nemmeno io. Voto: 6 (senza Baustelle faceva 9).
Irene Fornaciari feat i Nomadi feat Mousse T. feat Suzie: amici selezionatori delle canzoni, ci voleva tanto a capire che era meglio far cantare direttamente questa Suzie invece della figlia di? Canta meglio, è più bella, l’avremmo preferita. Menzione speciale al cantante dei Nomadi che toglie il copricapo e svela la capigliatura. La verità? Ho appena fatto partire una sottoscrizione per far rimettere immediatamente il cappellino a quell’uomo, tutto piuttosto che questa specie di Gullit con la chitarra. Voto: 3 (ai selezionatori del Festival, che non hanno mandato subito la cantante giusta ma ci hanno fatto sorbire quella figlia di uno Zucchero per ben due serate).
Marco Mengoni e i Solis String Quartet: Una buona idea realizzata male. Il momento più alto si tocca però durante il cambio palco, quando la Clerici va nel panico più totale e comincia a chiedere applausi come neanche un cantante neomelodico durante un matrimonio. Mancava soltanto chiedesse “un Hip Hip Hurrà per i genitori della sposa!“. Voto: 7 (come Malika Ayane. Dai, questi ragazzi sono bravi, vogliamo dargli una mano?).
Pupo, Emanuele Filiberto e il Tenore Cacalicani: Primo pensiero: se fanno il duetto con Marcello Lippi vuol dire che non c’era proprio nessuno che voleva duettare con loro. Ah già, stanno anche le Divas. E chi sono, direte voi? E che ne so, rispondo io? Marcello Lippi entra a gamba tesa durante la presentazione della Clerici e mette in campo tutto e tutti: Morti, Campioni del mondo ed emigranti. Mancavano solo i malati che stanno negli ospedali e non possono essere qui con noi stasera e i terremotati dell’Abruzzo che vivono ancora nelle tende. Sono a rischio eliminazione (il terzetto, non i terremotati dell’Abruzzo) perché hanno cambiato le parole della canzone. Per il momento sono in finale, si sospetta che alla guida della Giuria ci fosse l’arbitro danese di Fiorentina – Bayern Monaco. Commento della mia fidanzata: “hanno fatto tutto questo casino, bastava dirlo che volevano solo giocare a pallone!” Voto: S.V. (Secondo me Marcello Lippi lo fischieranno anche in Sudafrica per la cazzata di stasera).
Valerio Scanu e Alessandra Amoroso: Mi sa che anche quest’anno vince la squadra blu. La Regione Sardegna ha assunto 2.000 messaggiatori professionisti per il televoto di sabato. E vediamo se anche stavolta dobbiamo fare polemiche, amici sardi (è vero, me le vado proprio a cercare). Voto: Chiamiamo le carte, sentiamo anche cosa ha da dire Platinette.
Arisa e Lino Patruno: Vestita con la bombetta di Arancia Meccanica, la chiameremo Arisa Meccanica. Una buona idea giocata male, anche questa. Se avete l’orchestra, sfruttatela. Non è detto che vi ricapiti. Alla fine dell’esibizione la Clerici ha detto che Louis Armstrong quando venne a Sanremo cantò anche “O uen de send, o uen de send go macinin”. Voto: 6 (Lino Patruno comunque ha una faccia bellissima).
Noemi e i Kataklò: Non ho capito bene il balletto. Il ballerino sembrava uno che si deve grattare la schiena ma non ci arriva con le mani, oppure quando ti si impiglia lo zainetto e cerchi di toglierlo in tutti i modi ma non ci riesci. Voto: 8 (perché mi piace la voce di Noemi. Ma il balletto, che senso aveva?).
Enrico Ruggeri e i Decibel: Mi sono emozionato. Dopo aver proposto il remake di “Mistero“, stasera Enrico comincia citando “Contessa“. Peccato l’abbiano eliminato, domani magari citava anche “Peter Pan” e “Quello che le donne non dicono“. Voto: 10 (che ci volete fare, a me i Decibel sono sempre piaciuti).
Fabrizio Moro e Jarabe de Palo e Dj Jad: Jarabe De Palo sembra Robin Williams nella leggenda del Re Pescatore, oppure, come dice la mia fidanzata, Jarabe Messner. Evidentemente non sapeva neanche lui dove si trovava e cosa stava succedendo e, citando l’amico Tuttofamedia, sembrava anche Mauro Repetto degli 883. Dj Jad ha limonato Fabrizio Moro prima di cominciare. Oppure gli ha scatchato sulle labbra con la lingua, non si sa. Voto: 7 (ci sono 2 punti in meno per colpa di Jarabe De Palo, ma anche 2 in più per Dj Jad. Quindi, rimane 7. Tanto casino per nulla).
Povia e Marco Masini e una bambina che ascolta rapita: Povia, va bene che hai legato i capelli che evidentemente facevano ancora più schifo del solito. Va bene che eri vestito come un ballerino di flamenco. Va bene che sei entrato visibilmente eccitato, probabilmente anche troppo. Va bene tutto, ma la bambina che ti guarda rapita e balla e ti abbraccia no, qua si cade nel Penale. Marco Masini, non è che per riabilitarti devi fare i duetti con chi sta messo peggio di te, ieri Umberto Tozzi, oggi Povia. Di questo passo finirai per duettare con Federico Salvatore. Voto: 0 (io gli avrei dato 2, ma il MOIGE mi ha levato pure quei 2 punti).
Finiti i big, Antonella Clerici parte in quarta: “Adesso ascolteremo l’altro cinquanta per centro“. Meno male che non dovevi dire “Tre tigri contro tre tigri“, ti si sarebbe salmistrata la lingua. Andiamo con i giovani.
Jessica Brando: vestita come un after eight, ha 15 anni e sembra mia zia. Avrei preferito fosse già passata la mezzanotte, così non me la sarei dovuta ascoltare in quanto minorenne (lei, non io né tantomeno i terremotati dell’Abruzzo). Voto: 5 (questa mi sa che deve tornare a Settembre. Signorina Brando, porti il diario che le faccio la nota e domani me la restituisce firmata dai suoi genitori).
Tony Maiello: La canzone dice che “Lei non c’è“, l’ipotesi più accreditata dagli inquirenti è che non ci sia perché accanto c’è Tony Maiello. Tony, com’è possibile che io mi sia già dimenticato di te mentre sto ancora ascoltando la tua canzone? Fattene una ragione, lei non tornerà, e se “le parole non fanno rumore” è perché abbiamo abbassato il volume della televisione. Ne abbiamo di cose da fare, amico Tony. Dopo la vittoria canta nuovamente la canzone, dopodiché ha un mezzo colpo apoplettico. E si butta sulla retorica del fatto che Napoli è fatta così. Benché lui sia di Castellammare di Stabia. La vogliamo finire con questa storia che tutti quelli della Campania sono di Napoli? Quelli di Napoli si chiamano Napoletani, gli altri della Campania no. Non vi vergognate delle vostre origini, vogliamo bene anche a voi (dopo aver litigato nei commenti di ieri con i Sardi, oggi vorrei evitare di inimicarmi i Campanetani. Che poi tanto diranno tutti di essere Napoletani). Voto: Al Nord 3, al Centro 5, al Sud 9 (previsti isolati piovaschi).
Quello dopo Tony Maiello e prima di Nina Zilli: l’ho già dimenticato, nome incluso. Credo anche Wikipedia. Spero anche il mondo intero. Voto: N.P.
Nina Zilli: ritrovato lo smalto dei tempi migliori ma soprattutto la lacca misteriosamente sparita durante la prima serata, canta anche bene. Però la canzone la sapevamo già e, come voi mi insegnate, non la sopportavamo già più. Spero che l’anno prossimo levino questa inutile briga di far ascoltare prima le canzoni dei Giovani, non toglieteci troppo presto il gusto di dire: “Che schifo“. Sono contento comunque che non abbia vinto, si sa che vincere porta una sfiga tremenda. Pensa agli Aram Quartet. Pensa a quello dell’anno scorso, Matteo Cazzabubboli. Pensa ai Bastard Sons of Dioniso. Vincere sulle reti Rai porta malissimo. Voto: 8 (2 punti in più per aver ritrovato la lacca)
Special Clerici: “Ma la Clerici parla solo di mangiare?” (fidanzata). Effettivamente stasera ha pubblicizzato un noto formaggio spalmabile che si chiama come una città americana e un noto dessert da tenere nel congelatore che si chiama come una marca di tende da sole. Ha scambiato, come già detto, una lampada per una “schiscetta” (sarebbe il recipiente con il cibo), ha chiesto se il maestro fosse andata a mangiare e se anche Mara Maionchi fosse andata a mangiare. Infine ha chiesto: “Ha già portato il suo pesto del buio pesto, maestro?” (non chiedetemi cosa significa, Antonella è una maestra dell’allitterazione e del nonsense). Ridatele la Prova del cuoco, per favore, non vedete che soffre?
Gli ospiti
Jennifer Lopez: La sua “What is love” sembrava la cover di Haddaway. Una donna semplice, anche lei come Rania di Giordania. Aspettiamo una loro sfida a “La prova del cuoco”, Rania di Giordania nella squadra del peperone, Jennifer nel pomodoro. Voglio proprio vedere quanto spenderebbero di spesa.
Cristiana Capotondi: E’ entrata vestita da Sissi per pubblicizzare la fiction che faranno su Raiuno, ma l’effetto del vestito è stato annullato dalla Clerici vestita come la socera cattiva e scema dell’Imperatrice. Da antologia la domanda: “Ma senti, visto che hai fatto Sissi, come sono i Tedeschi e gli Austriaci?“. Perché allora a Michelle Rodriguez Antonella non ha chiesto come sono veramente gli abitanti di Pandora?
Tokio Hotel. Vogliamo spendere qualche parola? E spendiamola, dai. Il cantante sembrava un incrocio tra Malika Ayane e i Legion of Doom. La Clerici alla fine ha elogiato il fatto che avessero cantato dal vivo, come se fosse un vanto. Sei un cantante, magari dovresti cantare dal vivo. Considerando poi quanto ti hanno pagato, devi cantare dal vivo. Amico cantante che ormai hai creato un terzo sesso (dopo donna e uomo sui moduli adesso bisogna indicare anche “cantante dei Tokio Hotel”), considerando che l’unico motivo per divertirci con te sarebbe stato vederti prendere una stecca come si deve, hai dovuto cantare dal vivo.
Chiudiamo con la citazione della serata: “Magari uno esce dal ristorante, torna a casa accende la tv e pensa che la Clerici si è bevuta il cervello“. Antonella, stai tranquilla, lo pensavamo già da prima.
PS: La seconda puntata delle Comicronache è stata citata e letta integralmente durante il programma Alaska su Radio Popolare. Grazie, amici di Radio Popolare. Certo, magari potevate anche citarmi, no? Mi faceva curriculum.