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Addio lockout, la NBA riparte a Natale

Svolta clamorosa ma per molti versi tanto attesa in NBA: l’associazione dei giocatori e quella dei proprietari, sotto la supervisione del commissioner David Stern, sono finalmente arrivate ad un accordo nell’ultima interminabile riunione (ben 15 ore di meeting) svoltasi a New York che si è conclusa felicemente alle 3 del mattino.

David Stern e Billy Hunter | © Patrick McDermott/Getty Images

Dopo 6 lunghissimi mesi e 149 giorni di blocco, il lockout è ormai alle porte! L’ufficialità che scriverà la parola fine sulla serrata del basket americano avverrà subito dopo la ratifica dell’accordo che prevede la semplice maggioranza dei votanti per essere effettivamente esecutiva (50% più 1 degli aventi diritto), ma a detta di molti esperti la votazione ormai appare come una pura e semplice formalità. Infatti i giocatori che hanno temporaneamente lasciato l’America per giocare con club europei disputeranno il prossimo turno di campionato e quello di Eurolega e poi faranno ritorno negli Stati Uniti grazie alla clausola di uscita dei loro contratti.

L’intesa raggiunta nella notte (a cavallo del Thanksgiving Day, il Giorno del Ringraziamento negli States) in un ufficio legale di Manhattan è un accordo sommario, dato che ci sarebbero da limare ancora alcuni dettagli, ma a tutti pare, ad oggi, che il più sia stato fatto e sarebbe un’ipotesi inverosimile se tutto all’improvviso crollasse.

Una notizia che tutti i tifosi, i fans e gli appassionati del basket a stelle e strisce attendevano ormai da tempo e sulla quale, diciamoci la verità, in molti avevano perso le speranze.

Il via alla stagione agonistica 2011/2012 è fissato per il 25 dicembre giorno di Natale, una data a cui la Lega teneva in particolar modo visti gli ascolti ottenuti negli ultimi anni. Il calendario però e fittissimo di impegni: innanzitutto il sindacato dei giocatori dovrà ritirare la denuncia contro la NBA presentata qualche giorno fa, in seguito potrà avvenire la già citata votazione dell’accordo trovato nella notte. Le 2 parti per il momento hanno deciso di comune accordo di non rivelare i dettagli del nuovo contratto collettivo prima di averli chiariti con i propri membri ma a meno di inaspettati ritardi il 9 dicembre prenderanno il via i training camp per le 30 squadre. Visto il tempo esiguo e limitato, il mercato andrà in scena durante la preparazione, una soluzione complessa e difficile da gestire per i General Manager delle franchigie ma inevitabile per permettere a David Stern ed alla Lega di raggiungere l’obiettivo prefissato, ovvero partire con la regular season e salvare le gare in programma a Natale.

Secondo le indiscrezioni provenienti dagli Stati Uniti l’accordo (pur restano segreto come detto in precedenza) sarebbe stato trovato sulla base paritaria per la spartizione dei proventi (50%-50%) tra giocatori e proprietari anche se agli atleti sembra sia stata concessa, alla fine,  qualcosina in più rispetto agli owners.

Queste le parole del commissioner Stern all’uscita dagli uffici:

  • Abbiamo raggiunto un accordo di massima, ci sono ancora aspetti da limare ma siamo ottimisti che vada a buon fine e che la stagione inizierà il 25 dicembre.

Soddisfatto anche il rappresentante legale dei giocatori Billy Hunter:

  • Abbiamo pensato che fosse nell’interesse di tutti raggiungere un accordo per salvare la stagione

Le partite da disputare nella stagione regolare per ogni squadra saranno 66 invece delle canoniche 82. Su questo punto ci sarebbero 2 correnti di pensiero in vista del torneo: c’è chi spinge per mantenere immutato il calendario stilato qualche mese fa, chi invece vorrebbe una nuova programmazione per rendere paritarie le forze in causa per ogni team dato che alcune franchigie potrebbero essere avvantaggiate dalle 16 gare cancellate finora (nelle quali avrebbero affrontato top team) mentre altre svantaggiate (se avessero avuto un inizio più soft con formazioni di bassa classifica). Chi spinge per avere un nuovo calendario avrebbe proposto per ogni team 2 sfide con le rivali della Conference opposta (una in casa ed una in trasferta) per un totale di 30 partite a cui si aggiungono 2 sfide con le squadre della stessa Conference ma di Division differente (sempre un match casalingo ed uno fuori) per 20 gare complessive. Le rimanenti 16 partite saranno effettuate con le formazioni della stessa Division (4 team per 4 incontri ciascuno) dato che alla vincitrice del proprio raggruppamento è riservato in ogni caso un posto nei playoff anche se questa arrivasse a fine stagione con un record non eccellente. Il totale, felice coincidenza, sarebbe proprio di 66 gare (30 più 20 più 16), una proposta molto interessante che in molti stanno portando avanti da più anni, sia per snellire il solito calendario da 82 partite (ritenuto esagerato e troppo fitto di impegni) sia per lo spettacolo dato che i giocatori sarebbero più riposati e senza impegni ravvicinati (tipo i back to back, match in cui una squadra gioca in 2 serate di seguito) aumenterebbero lo spettacolo sul parquet. Nei prossimi giorni su questo punto si attendono novità importanti.

Intanto fa enormemente piacere dire che il lockout è ormai parte del passato, che prendano pure il via le danze che a giugno consegneranno ai posteri la nuova regina del basket NBA.

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