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Quando ai concerti si andava con meritocrazia

Non solo i prezzi dei biglietti sono quasi inaccessibili, ma per andare ai concerti ormai bisogna sentirsi VIP, solo perché te lo scrivono sul biglietto.

Ti offrono un sacco di servizi, tra cui il fanticket e ti offrono pacchetti-fuffa a cifre spropositate, solo per farti sentire migliore degli altri stronzi che guarderanno da lontano. Siamo sicuri, allora, che il problema sia solo quello del secondary ticketing? Quella della musica live è un’industria che fa fruttare parecchio: alla vista della notizia che le date del tour di Roger Waters a Bologna sono diventate tre, ho deciso di dare un’occhiata ai prezzi. Ancor prima di conoscere le cifre effettive mi ero arresa all’idea di poter vedere il grande Roger, sapevo che i prezzi non sarebbero stati per tutte le tasche, di certo non per le mie. Ancora peggio per chi spera di vedere il proprio beniamino dal posto più vicino che riesca a raggiungere. Ormai i concerti sono diventati elitari e non meritocratici.

Della morte della meritocrazia da concerto

Un tempo (non molto lontano da questo) si arrivava sotto il palco a suon di corse, file e sudore, cali di pressione e caramelle nello zaino e la vescica messa a tacere. I più eroici si guadagnavano la transenna, manifestando così il loro amore e la passione per la musica della band o dell’artista di turno. Adesso no, la situazione è meno democratica di questa e decisamente meno meritocratica. I concerti ora si guardano per fascia di reddito, vale a dire che se ti compri il pit puoi vedere l’artista sotto il palco. Prima erano pochi quelli che ci arrivavano solo tramite “raccomandazione”, adesso basta avere abbastanza soldi sulla carta di credito. Insomma, per quelli che hanno trascorso la vita attaccati alla transenna risparmiando ma spendendo cifre ancora considerate civili, la pacchia è finita. Così mi sono chiesta, ma cosa offriranno mai questi mitici pacchetti VIP che fanno sentire importanti anche i comuni mortali? Che poi i comuni mortali dovrebbero avere abbastanza autostima da cogliere la loro importanza al di là della fascia di colore del loro biglietto, ma questa è un’altra storia.

Visto che le prevendite sono partite oggi, ho preso come esempio il concerto di Roger Waters. Sarà in tour in Italia, a Bologna a Milano. Ovviamente Ticketone è andato in tilt, ma a quanto ammontano i prezzi dei biglietti? Partono da 69€ quelli più scomodi e a visuale limitata, non sto tenendo conto dell’assurdo ricarico sulle prevendite e tutto il resto (spedizione, assicurazione, blablabla). Scelgo a caso la data del 24 aprile all’Unipol Arena a Bologna, i Gold Hot Ticket costano la bellezza di 310€, per i più poveracci che prendono il “bronze” costano 256,50€, ché i centesimi sono importanti. Ribadisco: 69€ (+ le spese derivate) sono per i posti a visibilità ridotta, poi si sale a 97,75€, sempre per avere dei posti a visibilità ridotta. La tribuna a prezzo “democratico” costa 79,35€, quella “elitaria” 115€. In questo caso mi riferisco alla data del 17 aprile al Mediolanum Forum di Milano. Ogni volta che sposto il puntatore del mouse, Ticketone mi ricorda che avere un fanticket è una cosa importante per i fan dei gruppi, per la gente che va ai concerti. Mi fa sentire importante, “esclusivo”, comprende le mie esigenze.



Cosa c’è nei pacchetti VIP

Andiamo alla parte più succulenta. Se proprio devo spendere tutti questi soldi per garantirmi una prima fila o la quarta, la quindicesima al massimo, e guardare dall’alto in basso tutti quelli che stanno alle mie spalle, voglio sapere cosa c’è di incluso. Se sei ricchissimo e hai il pacchetto Gold rientri nelle prime 10 file e hai una “litografia in edizione limitata dell’ Us + Them Tour”. Roba che potresti avere in mille altri modi all’esterno del palazzetto, magari partecipando a un contest o un’altra tipologia di evento. Se non sei ancora convinto, sappi che “ciascuna litografia sarà numerata a mano e la sua autenticità sarà certificata”. E poi il merchandise per quelli ricchi come te è disegnato solo per quelli come te. Con il “Bronze” sei sempre in platea e hai la litografia e tutto il resto. Solo che per farti sentire meno importante dei Gold il tutto è scritto con meno parole e sei oltre la decima fila, che non è comunque male rispetto a quello che ha speso 80 euro per vivere un’esperienza con i sensi ridotti al solo udito.

In entrambi i pacchetti c’è però l’opzione che ti convince definitivamente a voler dare tutti i tuoi soldi a Ticketone: un pass ricordo del tour con cordino. Manco fosse fatto con i capelli di quei poveracci che sono riusciti a passare dalla DDR a Berlino Ovest.


 

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