Per chi conosce bene i racconti di Carroll e si fosse anche documentato un pò sui personaggi del film “Alice in Wonderland“, si sarà reso conto che di simile al libro c’è davvero poco. Adesso è la sceneggiatrice Linda Wolvertoon a spiegare di cosa tratti davvero il film, intervistata per Hero Complex:
Non avevo alcuna intenzione di rifare Lewis Carooll. A me interessava rispondere alla domanda “Cosa succederebbe se Alice fosse cresciuta e tornasse a Wonderland?”, ecco cosa mi ha avvicinato al progetto. La vera sfida.
Poi la Wolvertoon spiega com’è stata coinvolta nel progetto:
Avevo questa idea di lei cresciuta che tornava indietro, e la stavo proponendo da un bel po’. Poi i produttori Suzanne, Jennifer Todd e Joe Roth decisero di proporre alla Disney la cosa. Scrissi una bozza di script, Tim Burton la lesse e decise di girare il film. Ho visto tutti i suoi lavori, sono – come tutti – una sua enorme ammiratrice, una fan. Ero molto in apprensione all’idea di lavorare con lui, e invece è stata la migliore esperienza che abbia mai avuto. Ti lascia fare il tuo lavoro, e lui fa benissimo il suo, ad esempio ha dato molto più colore ai personaggi, in particolare al Cappellaio Matto: ha lavorato assieme a me per dargli sfumature più ricche e profonde.al progetto. La vera sfida.
Ecco cosa c’è di originale nel film:
Due cose sono decisamente lontane dal mondo originale di Carroll. Il concetto dell’Oraculum, che è un calendario senza fine e praticamente è un oracolo. Ogni giorno, a Wonderland, è differente dai precedenti. I giorni non si susseguono come nella nostra settimana. Ogni giorno ha un nuovo nome. L’idea dell’Oraculum, che dice a tutti cosa succederà in quel giorno in particolare, è inedita. Ci serve per dare una scansione alla storia. L’altra cosa che ho creato è il cane e la sua famiglia, aiutano Alice durante la storia. E’ un cane che inizialmente tradisce il Cappellaio, poi si sente molto in colpa e decide di aiutare Alice per il resto della storia. La sua famiglia è in ostaggio… e alla fine… beh non voglio rovinare la sorpresa.
Ed ecco cosa davvero fa parte degli scritti di Lewis Carroll:
L’influenza maggiore che ho avuto è il poemetto “Jabberwocky”. E’ scritto in un linguaggio nonsense. E’ da lì che arriva il personaggio draghesco del Jabberwocky, quello che Alice deve sconfiggere. E da lì arriva anche il BanderSnatch (GrafoBrancio nella versione italiana), e tutti i toni del linguaggio del Sottomondo, che abbiamo creato appositamente. Anche la spada di Alice arriva lì. E’ stato quello il mio trampolino di lancio.
Sicuramente l’idea di usare come titolo del film lo stesso titolo del libro potrebbe trarre in inganno molti degli spettatori ed è da considerarsi una mossa audace:
Posso solo dire che non ho avuto l’ambizione di ricreare il suo lavoro. Spero che il film spinga i bambini che non hanno letto i libri a iniziare a leggerli.
Intanto non ci sono aggiornamenti per quanto riguarda l’uscita del film. Per il momento rimane confermata al 3 marzo, vi aggiorneremo non appena ne sapremo di più.