“42” è un film del 2013 scritto e diretto da Brian Helgeland. Il film narra la storia veramente accaduta nel campionato di baseball statunitense negli anni quaranta, quando Jackie Robinson fu il primo giocatore afroamericano a giocare nella Major League Baseball e la sua carriera nella squadra dei Brooklyn Dodgers, sotto la guida del general manager Branch Rickey. Nel 1945, mentre lavorava per il Sam Houston College, ricevette un’offerta scritta da parte dei Kansas City Monarchs per diventare un giocatore professionista delle Negro Leagues (i campionati riservati agli afroamericani). Robinson accettò la proposta e firmò un contratto da 400 dollari al mese, per lui all’epoca vantaggioso. Le sue prestazioni sportive furono buone ma l’esperienza si rivelò deludente per lui; abituato all’organizzazione del mondo dei college rimase molto deluso dalla disorganizzazione della lega e dalla connivenza col mondo delle scommesse. In tutto giocò 47 partite nel ruolo di interbase con una media battuta di 387, 5 fuoricampo e prese parte al Negro League All-Star Game del 1945. Le sue prestazioni suscitarono l’interesse di alcuni dirigenti della Major League.
I Boston Red Sox organizzarono al Fenway Park un provino per lui e per altri giocatori di colore, tuttavia questa prova si rivelò una farsa organizzata per motivi legati alle lotte interne alla società e i giocatori in prova non solo non ebbero nessuna reale possibilità di mettersi in mostra ma vennero anche insultati dagli spettatori benché l’accesso alle tribune fosse limitato ai soli dirigenti dei Red Sox. Fortunatamente altre squadre avevano un interesse reale per lui, in particolare il presidente e general manager dei Brooklyn Dodgers, Branch Rickey, già da tempo stava valutando la possibilità di inserire nel roster della sua squadra giocatori neri e aveva avviato una seria attività di scout nella Negro League. Robinson fu scelto come il più promettente dei giocatori visionati e fu contattato per verificare se fosse disponibile a firmare un contratto e giocare inizialmente per i Montreal Royals, squadra affiliata ai Dodgers militante nella International League.
Rickey mise subito in chiaro che una scelta simile avrebbe esposto Robinson ad insulti durante ogni partita e volle accertarsi che il giocatore non solo fosse abbastanza forte da sopportare le ingiurie ma che riuscisse anche a non reagire pregiudicando le sue prestazioni. Robinson, a cui non mancava certo la combattività, assicurò di essere in grado di mantenere il controllo e così firmò un contratto da 600 dollari al mese. Robinson non fu il primo giocatore di colore in assoluto a militare nella Major League ma fu colui che ruppe la barriera razziale (detta baseball color line) ovvero quell’accordo non scritto che fino al 1947 aveva escluso gli afroamericani. Negli anni settanta e ottanta del XIX secolo alcuni atleti di colore giocarono nei massimi campionati americani ma ben presto gli organismi a capo delle varie leghe iniziarono ad imporre dei vincoli alle squadre. Quando le leghe del baseball adottarono le disposizioni delle cosiddette leggi Jim Crow la presenza di giocatori afroamericani fu bandita.
La convivenza con i compagni di squadra non fu semplice e all’inizio ci furono delle tensioni razziali all’interno dello spogliatoio dei Dodgers: alcuni giocatori prepararono una petizione per il suo allontanamento rifiutandosi di giocare al suo fianco. La contestazione interna fu placata quando i vertici della società presero posizione in favore di Robinson. Il ruolo di Branch Rickey fu scritto per Robert Redford, ma poi non entrò nel cast ed il personaggio viene interpretato da Harrison Ford. Ora che il film è quasi nelle sale, possiamo mostrarvi i poster usciti negli ultimi mesi. Che ne pensate?