La guerra tra Johnny Depp e Amber Heard per mano degli avvocati si sta facendo sempre più aspra e spuntano gli scheletri che per molto tempo sono rimasti negli armadi. Con questo divorzio si sono create delle strane dinamiche, da una parte l’istinto del pubblico di difendere Johnny Depp nonostante si discuta da anni ormai della violenza sulle donne e Amber Heard denuncia di esserne stata vittima.
Il pubblico sembra andare in ogni caso a favore dell’attore della saga dei “Pirati dei Caraibi” piuttosto che dell’ex moglie, che ha richiesto (e ottenuto) un ordine restrittivo, dichiarando di temere per la propria incolumità dopo aver subito abusi e violenze per diverso tempo, anche prima delle nozze, celebrate nel febbraio 2015. Le accuse sono reciproche, sono finite sotto gli occhi di tutti e a giorni alterni uno dei due protagonisti di questa triste storia finisce in cattiva luce.
Amber Heard, problemi con la giustizia nel 2009
Dichiaratamente bisessuale, Amber Heard nel 2009 è stata accusata di violenza domestica dall’allora compagna Tasya van Ree. La fotografa, secondo quanto riporta TMZ, il 14 settembre 2009, si trovava insieme ad Amber al Seattle-Tacoma International Airport, durante un’accesa discussione sarebbe stata strattonata e colpita dall’attrice. A quel punto sono intervenute le forze dell’ordine, al questione si concluse con l’arresto di Amber Heard, accusata di violenza domestica. La cosa poi non andò oltre, il giudice avvisò la Heard che se la cosa si fosse ripetuta, sarebbe stato riaperto il caso. Non è successo ma adesso questo problema giudiziario riemerge e rimette tutto in discussione, perché qualcuno in difesa di Johnny Depp sostiene che sia stata l’attrice ad aggredirlo in più occasioni. Impossibile dall’esterno giudicare la vita privata di due persone, tuttavia ogni cosa è finita sotto i riflettori e in molti si sentono dei potenziali giudici, tralasciando quanto possano provare i diretti interessati. Di fronte a un’accusa di violenza, soprattutto se subita da una donna, bisognerebbe forse evitare di schierarsi in assenza di un giudizio definitivo da chi di competenza.