Nel primo episodio di “American Horror Story Asylum” gli autori hanno messo molta carne al fuoco dimostrando, in questa stagione, di voler trattare non una ma “diverse” storie dell’orrore e in questo secondo episodio (“Tricks and Treats”) Ryan Murphy e gli altri confermano una grande dimestichezza con le varie derivazioni del cinema dell’orrore proponendoci un esorcismo tra i più riusciti del piccolo e grande schermo. Per il momento è stata accantonata la sottotrama aliena (abbiamo visto nel primo episodio come uno dei protagonisti, Kit, sia stato probabilmente rapito dagli alieni insieme alla compagna di colore) per puntare sulla interiorità dei personaggi, tra cui una accattivante storia sul passato di Suor Jude (Jessica Lange).
“Tricks and Treats” inizia mostrandoci i due protagonisti del prologo di questa serie, Leo e Teresa, che una volta scelto il Briarcliff come meta per il loro viaggio di nozze alternativo si sono trovati a dover fronteggiare una terribile creatura dal volto insaguinato che ha letteralmente strappato via il braccio del malcapitato sposo. Vediamo Teresa lottare e nascondersi in una angusta cella mentre osserva impotente il marito accoltellato più volte. Ci trasferiamo in seguito negli anni sessanta dove Wendy, la compagna della giornalista Lana Winters, appare pentita di aver fatto internare la sua amata una volta ricattata da Suor Jude. Wendy viene, però, assassinata da una delle creature del Briarcliff e Lana viene sottoposta all’elettroshock con l’obiettivo di renderla poco più che un vegetale e seppellire così definitivamente le sue velleità di fuga. Uno dei protagonisti della puntata è il sadico Arden dottore del Briarcliff, che dopo aver respinto Shelley, la ninfomane del manicomio, invita una prostituta a casa aggredendola quando quest’ultima scopre alcune scomode verità sul medico. Da segnalare una nuova e gradita new entry, Zachary Quinto (già protagonista della prima stagione) che qui veste i panni dello psichiatra Oliver Thredson incaricato di valutare la presunta infermità mentale di Kit.
Al Briarcliff arriva inoltre un coppia sconvolta dalle azioni del figlio Jed che sembra posseduto. L’ultima speranza per la famiglia è un esorcismo a cui parteciperanno il Monsignore Timothy Howard (Joseph Fiennes), Padre Malachi e Thredson, quest’ultimo sconvolto all’idea che negli anni sessanta si debba ricorrere ancora a una pratica che lui considera barbara e priva di scientificità. Jed, in preda a una mostruosa trasformazione fisica, inizia una sorta di guerra psicologica con Suor Jude ricordandole il suo doloroso passato quando era una avvenente e corteggiata cantante ma al tempo stesso una fragile e insicura donna che una sera, ubriaca al volante, uccise una bambina in bicicletta, investendola e non fermandosi per prestare soccorso.
Rispetto al primo episodio, decisamente frenetico, qui la regia è più asciutta e all’azione viene preferita l’introspezione dei personaggi. Colpisce la loro ambiguità a cominciare dal Dr Arden capace di offendere severamente una ninfomane per poi accordarsi con una prostituta nella sua abitazione, o quella Suor Jude fustigatrice senza macchia che nasconde un terribile segreto. Sinceramente efficace, questo contrasto permette di empatizzare con i pazienti (o prigionieri?) della struttura e orienta la serie verso l’horror psicologico il tutto condito dalla quella martellante e incantatrice Dominique, canzone che rimbomba ossessiva dal giradischi della sala comune.
Voto alla puntata
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