Ad un mese di distanza dalla sua morte, sono stati resi noti i test tossicologici effettuati sul corpo di Amy Winehouse. L’artista britannica è stata trovata morta un mese fa nella sua casa di Camden Square, ma non si conosceva al 100% la causa della sua morte. A dirla tutta, nemmeno oggi si è ben capito per quale motivo Amy sia morta, poiché la causa dell’overdose è stata completamente esclusa dai test. Al contrario di quanto in molti hanno pensato, nel corpo di Amy Winehouse non erano presenti droghe. Eppure pur di speculare sulla morte dell’artista, se n’erano dette di tutti i colori ed uno spacciatore si era fatto avanti sostenendo che la cantante avesse comprato svariate droghe da lui la sera in cui è morta. Sciacallaggio a parte, adesso c’è da capire cosa ha causato la morte di Amy. Come spiegato dal padre ed anche da lei stessa, ormai da tempo l’artista aveva detto addio alle droghe ma non era riuscita a mettere da parte l’alcol. Se inizialmente si ripensava ad una ricaduta tra le sostanze tossiche, adesso sembra più ipotizzabile una brutta crisi d’astinenza, anche se tre anni sembrano sufficienti per renderla meno dannosa possibile. C’è la probabilità che, proprio come detto dai genitori, Amy Winehouse fosse più determinata che mai a lasciarsi alle spalle anche le numerose bottiglie di vodka e che ad ucciderla sia stata proprio l’astinenza da alcol, dal quale si era separata forse troppo bruscamente. I medici, infatti, avevano avvisato Amy che sarebbe morta se non avesse smesso di bere. La cantante era riuscita a disintossicarsi dalle droghe e il grande passo era stato considerato addirittura un miracolo, forse Amy ha cercato troppo in fretta di compierne un altro, ma non le è stata concessa una seconda chance.