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L’anima di Asaf Avidan al Teatro Romano di Verona

Giovedì 18 giugno  la suggestiva location  del Teatro Romano di Verona,  ha ospitato “Rumors Festival”  Illazioni vocali,  rassegna musicale  ideata e organizzata  da Elisabetta Fadini, in collaborazione con il Comune di Verona e con Eventi.  Rumors è un evento che esalta la poetica del suono vocale e del suo significato.  A tal proposito l’edizione 2015 propone tre serate con artisti di spessore internazionale  e diversi tra loro, come Asaf Avidan, Patti Smith e Nina Zilli.

La serata inaugurale  è stata affidata al cantante israeliano  Asaf Avidan, che con la sua splendida voce ha deliziato e ammaliato il pubblico presente.   Il cantautore e musicista è stato leader e mente creativa del gruppo “Asaf Avidan e The Mojos”, un gruppo folk rock israeliano fondato nel 2006 a Gerusalemme e con il quale ha pubblicato quattro album.

Asaf deve la sua notorietà alla hit “Reckoning  Song(One Day)”,  di cui è anche l’autore.  Il brano ha ricevuto più di cento milioni di clic sul web, un vero e proprio trionfo che ha permesso a Asaf Avidan di scalare in poco tempo le classifiche a livello mondiale.  Il brano è diventato un successo internazionale  grazie a una melodia incalzante, capace di conquistare al primo ascolto, ma soprattutto alla voce graffiante e intensa che affascina tutti.

Nel 2012 il cantante si concentra sulla carriera da solista:  pubblica il suo primo disco da solista “Different Pulses” in cui da sfogo alla sua voce particolarissima, metallica che a volte sembra quella di un bimbo, altre volte un lamento ma capace di acuti altissimi che assomigliano anche a quelli di uno strumento musicale.

Straordinaria la sua partecipazione come ospite al Festival di Sanremo nel 2013. La sua versione pianoforte e voce di Reckoning Song (One day), crea un’atmosfera magica con il pubblico  che si commuove e si alza piedi  in una vera e propria standing ovation.

“Un artista che canta con l’anima”, con queste parole Elisabetta Fadini  Direttore Artistico della rassegna Rumors, ha introdotto la serata veronese, presentando Asaf Avidan.  Subito dopo un boato di applausi ha accolto l’entrata sul palco della band seguita dall’artista.  Nell’aria si respirava un senso di magia e il pubblico presente ha potuto assaporare un’atmosfera d’altri tempi,  grazie al fascino di questo antico teatro che ospita l’evento, dove la particolarità della voce di Asaf è riuscita ad arrivare in tutta la sua potenza, quella dell’anima che ha dentro.

Il live è un crescendo di emozioni con l’esibizione coinvolgente  dell’artista che alterna momenti rock a momenti intimi e romantici passando senza difficoltà dal Soul, al Blues, al Funk, al Rock ed elettronica e al cantautorato puro,  e a unire il tutto la sua voce così incredibile e originale.

In scaletta i brani del suo ultimo album Gold Shadow”  come “Over my head”, “Ode to my Thalamus”, The Labyrinth song”, “Bang Bang” e le hit’s  “Different pulses”, “Hoist up the color”, “Love it or leave it”, “Cyclamen”,  “Conspiratory  Visions of Gomorrah” e tante altre  che attraversano  e raccontano  tutte le sfaccettature di questo straordinario artista capace di fondere nella sua musica atmosfere e generi diversi.

Il pubblico si è emozionato ed entusiasmato durante tutto il concerto sottolineando con applausi e ovazioni,  ma rimanendo anche in assoluto silenzio durante le interpretazioni in cui la musica di Asaf sembrava diventare  parola.

 Il cantante prima del bis finale , invita la gente sulla gradinata ad occupare la platea,  poi  si siede a bordo palco e con la chitarra acustica esegue “Reckoning Song (One Day)“, che lui definisce la sua ballata personale, delicata, disperata, uno di quei brani di cui un autore è geloso come di un figlio o di una fidanzata.

Il concerto volge al termine  con il brano “Hangwoman“,  Asaf  invita il pubblico ad alzarsi in piedi e a saltare con lui  “Avete presente la forza di gravità? Andiamo su, ed è bellissimo,  ma poi torniamo giù, incatenati alla terra. Però: se saltiamo tante volte, arriveremo ad allungare sempre di più il tempo in cui ci sentiremo liberi “. Il pubblico capisce al volo, il teatro romano sembra tremare ma tutti sono troppo impegnati a seguire il ritmo per accorgersene.  Sicuramente questo concerto ha lasciato ai presenti una  sensazione straordinaria di nostalgia e gratitudine  per un artista che li ha saputo coinvolgere , risvegliando in loro forti emozioni.

 

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