È arrivata al primo posto in classifica su Spotify e tutti, in questi giorni, si stanno chiedendo chi sia ANNA. Si tratta della giovanissima rapper che ha lanciato il pezzo, ormai diventato un vero e proprio tormentone.
“Bando” ha battuto il successo dei Pinguini Tattici Nucleari e un mostro scala-classifiche come Ghali, arrivando a guadagnarsi la prima posizione in classifica. Il titolo (che si legge “bendo”) ci ha messo due settimane a conquistare il cuore del pubblico. ANNA è il nome d’arte scelto da Anna Pepe, sedicenne di La Spezia, amante del rap fin da piccola. Iscritta al secondo anno di grafica pubblicitaria, fino ad ora si era divertita con i suoi freestyle su Instagram e forse non avrebbe pensato di diventare improvvisamente così richiesta. La sua passione per il rap arriva anche dal padre, collezionista di dischi e dj nelle serate hip hop. Intervistata dal Corriere, Anna Pepe ha raccontato di ispirarsi ai grandi rapper americani:
Gli americani sono più avanti. In Italia il rap lo fanno in troppi e pochi sono quelli buoni. Il mio idolo assoluto è Nicki Minaj: a 8-9 anni facevo cover dei suoi brani e le mettevo su Soundcloud.
Anche il nome del suo tormentone, “Bando“, arriva dallo slang d’oltreoceano e indica le case abbandonate o le traphouse, ovvero case abbandonate luogo di spaccio. ANNA di aver preso la base del pezzo su YouTube:
Sono cose che non si fanno, ma ho fatto rifare il beat a un amico di Roma… Quindi ho usato un servizio di distribuzione gratuito per andare su Spotify. In due settimane il pezzo è stato bloccato perché non rispettava il copyright. Per fortuna, dopo un po’ di giorni di silenzio, Soulker, il produttore francese cui avevo preso il beat, ha risposto alla mia richiesta e ci ha concesso l’uso dell’originale.
Il talento di Anna Pepe non è passato inosservato ed ha già firmato il suo primo contratto con la Virgin (Universal). A proposito di “Bando“, ANNA racconta di non aver scelto delle parole per il loro significato ma più che altro per il loro suono:
Dico cose che non hanno molto senso ma il sound e il mio flow entrano in testa. Il Booster non l’ho mai avuto, mi piaceva il suono della parola. Del resto anche uno come Lil Tecca rappa sul fare shopping a Milano ma nelle interviste dice di non essere mai stato in Europa.
Per la giovanissima rapper questo è un momento di rivincita:
Sono una che ama le sfide e la competizione e ho trovato nel rap il modo migliore per esprimermi, per tirare fuori la mia voglia di rivincita. Se alle elementari mi sentivo esclusa da tutti perché ero avanti, non sognavo le principesse Disney ed ero un maschiaccio, alle medie ero una debole, mi prendevano in giro per l’aspetto fisico. Uno che mi bullizzava è ancora in classe con me, ma ora so come rispondergli.