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Bang Bang Baby: la recensione dei 10 episodi

Alice (Arianna Becheroni) è un’adolescente di Bussolengo, non di rado presa di mira dai compagni di scuola. Il suo unico legame è quello con Jimbo (Pietro Paschini) e insieme condividono sogni e disagi. Alice è cresciuta con un grande vuoto, quello dell’assenza del padre, Santo Barone (Adriano Giannini) ma un giorno scoprirà che Santo in realtà è sopravvissuto. La ragazza decide quindi di mettersi sulle sue tracce, riavvicinandosi alla famiglia paterna, al centro della malavita milanese. Per Alice inizierà un percorso di scoperta, delle sue radici e di sé, che la porterà a vivere esperienze fuori dal comune e a prendere decisioni estreme, per amore del padre.

Una (piacevole) rivelazione

Bang Bang Baby” è la serie rivelazione di Prime Video di quest’anno, dieci episodi che scorrono a ritmo (quasi sempre) serrato, diretti da Michele Alhaique, Giuseppe Bonito e Margherita Ferri. L’ottimo lavoro di scrittura è stato svolto a più mani, principalmente da Andrea Di Stefano, Valentina Gabbi e Sebastiano Melloni. La storia di Alice si ispira alla vera storia di Marisa Merico (raccontata ne “L’intoccabile), ma in versione molto più romanzata e riadattata per il target di riferimento.

Nel mondo delle serie tv ci sono pochissimi caso di successo oltre i confini italiani, “Gomorra” ne è ormai diventato l’emblema e sembra essere proprio il crimine a fare da traino. Una rappresentazione che può far storcere il naso in quanto facile preda di stereotipizzazione, ma è innegabile il peso della criminalità in Italia, ancor di più se si parla della ‘ndrangheta e della sua crescita inarrestabile avvenuta nell’ultimo trentennio. “Bang Bang Baby” parla proprio di una famiglia calabrese, capitanata da nonna Lina (una splendida Dora Romano): le donne non possono avere ruoli di spicco ma tutto sembra crollare senza il suo controllo. Lina è una donna indurita dalla vita, pronta a compiere le scelte più drastiche pur di difendere l’onore e gli interessi per gli affari. Il suo carattere forte si scontra più volte con quello altrettanto determinato della nipote Alice, il cui destino sembra essere segnato dal sangue – in tutti i sensi. Sorge spontaneo pensare al film “A Chiara” di Jonas Carpignano, una vicenda ambientata in un’epoca più contemporanea ma dalle dinamiche simili. In quel caso, la protagonista (Swamy Rotolo) viene travolta e spiazzata dalla realtà e cerca una soluzione per sfuggire alle sue radici maledette. Alice, invece, le abbraccia in pieno e sembra non poter fare a meno di assecondare il destino assegnatole.



Toni grotteschi e iper-citazionismo

Bang Bang Baby” è quindi anche una serie coming of age che si esprime al meglio soprattutto nella seconda parte. Accento e personaggi non sono sempre convincenti: il lavoro è stato svolto con estrema cura ed è evidente il tentativo di bilanciare i toni, non facendo mai diventare la serie troppo pesante, dai toni troppo drammatici o crime. Sfocia spesso nel grottesco, non sempre forse voluto, con un contesto che viene raccontato al limite del caricaturale. Comprensibile, almeno fino a un certo punto, se si tiene in considerazione che il pubblico di riferimento non è solo quello italiano. Riuscire a cogliere una realtà così sfaccettata, perfino nelle sfumature degli accenti, è già difficile per un italiano estraneo a queste dinamiche, figurarsi per un pubblico internazionale. “Bang Bang Baby” non ha alcuna pretesa di insegnare stralci di storia, ma racconta una storia, dosando per bene tutti gli ingredienti.

Il citazionismo è dappertutto: gli anni Ottanta in questo permettono di divertirsi con moltissimi elementi, non a caso ogni episodio inizia e finisce con un vero e proprio omaggio a qualche fenomeno pop, dalle Charlie’s Angels, le sit-com, a L’incredibile Hulk, passando per il cubo di Rubik. Riuscitissimo l’omaggio agli anime giapponesi dell’episodio 10, che preannuncia già l’arrivo di nuovi episodi.

Alice si perde spesso nei suoi pensieri, mentre divora i suoi snack per colmare i vuoti. Al suo fianco, la madre Gabriella (Lucia Mascino, rimasta troppo ancorata a una recitazione fin troppo teatrale) cerca di preservarla dalla famiglia paterna, insegnandole l’indipendenza e la lotta femminista, ma il vaso di Pandora è stato ormai scoperchiato. Molti elementi richiamano il cinema di Quentin Tarantino e dei Fratelli Cohen, Barbarella (Silvia Gallerano) e il suo locale sembrano essere usciti da un film di Zack Snyder: se gli inserimenti talvolta sembrano forzati, l’impegno è decisamente apprezzabile e il risultato finale del tutto godibile. A scandire la crescita di Alice, e inevitabilmente l’evoluzione dei personaggi che le ruotano attorno, c’è una colonna sonora impeccabile. Impossibile non pensare a George Michael, legato a quello che è forse il personaggio meglio riuscito della serie, Nereo Ferraù. Ad interpretarlo c’è un superbo Antonio Gerardi, che riesce a rappresentare in maniera eccelsa, anche senza aprire bocca, le complicate sfumature del suo personaggio. Al suo fianco, notevole è anche il personaggio di Assunta (Giorgia Arena): entrambi sono la riprova del fatto che all’interno di una serie con una trama principale molto solida è possibile tracciare vite e sentimenti di altri personaggi, trattando peraltro tematiche più attuali che mai, in maniera lineare e naturale.



Dell’amore e di altri demoni

All’interno di “Bang Bang Baby”, infatti, gli spunti di riflessione sono moltissimi e i temi toccati altrettanti: dal rapporto con la famiglia ai disturbi alimentari, i disagi dell’adolescenza che si scontrano con una realtà spietata e sanguinaria, una politica che si confonde con la criminalità, le lotte femministe (ecco, queste sono forse la parte più penalizzata da una rappresentazione troppo teatrale) e il ruolo della donna in generale. Nella serie, proprio alle donne è stato lasciato ampio spazio ed anzi sono i loro interventi a cambiare sempre le carte in tavola. C’è poi l’amore, raccontato in tutte le sue mille, e non sempre semplici, sfumature.

Bang Bang Baby” riesce a trascinare lo spettatore nel mondo di Alice, coinvolgendolo nelle sue scelte e conducendolo attraverso gli stessi dubbi. Altri episodi sono dietro l’angolo, sappiamo che qualcosa di nuovo arriverà e non vediamo l’ora di scoprire quale sarà l’evoluzione della giovane, scaltra e determinata protagonista, perfettamente interpretata da Arianna Bacheroni.

IL NOSTRO PARERE IN BREVE

Un super cast - Una storia drammatica, a tratti volutamente caricaturale, ma sempre coinvolgente.

PANORAMICA RECENSIONE

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