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Barcellona: è finita l’era dei marziani? Il Bayern Monaco si candida come erede

Il Barcellona è uscito con le ossa rotte dall’Allianz Arena. I pluricampioni blaugrana sono tornati in Catalogna con una sconfitta pesantissima, una novità per la squadra di Leo Messi e company. Un 4-0 che non permette di arrampicarsi sugli specchi: netta dal primo all’ultimo minuto la supremazia del Bayern Monaco e meritato, come sembra ormai scontato, l’approdo dei tedeschi in finale.  Per capovolgere il loro destino, ormai segnato, gli uomini di Villanova dovrebbero compiere una “Remuntada” di quelle veramente storiche perchè un conto è ribaltare uno 0-2 come nel caso in cui l’avversario era il Milan, un conto è segnare cinque reti senza subirne al Bayern Monaco. La differenza è alla base di tutto il ragionamento: mentre i rossoneri sono squadra sì competitiva ma formata da neanche un anno e in fase di costruzione, i bavaresi hanno ormai quell’esperienza fusa alla tecnica che li rende una macchina da guerra perfetta tanto che potrebbero presto diventare proprio gli eredi del Barça con Guardiola alla guida. Il Barcellona è riuscito a eliminare il Milan agli ottavi e il Paris Saint-Germain ai quarti di Champions ma in entrambe le doppie sfide si erano sentiti e soprattutto visti degli scricchiolii da parte degli spagnoli. Contro il Diavolo malissimo a San Siro ma devastanti al Camp Nou. Contro il Psg nella norma sia all’andata che al ritorno. Insomma non è più il Barcellona degli anni passati; anche i blaugrana sono tornati ad essere squadra umana degna di tutto il rispetto possibile e immaginabile ma come tale soggetta a sconfitte. D’altronde ogni sole ha il suo tramonto. Le cause di questo possibile declino (chiamamola fase) sono molteplici: analizziamo le principali nel dettaglio.

La delusione di Messi: il ciclo d'oro del Baracellona è al capolinea? |  © Shaun Botterill /Getty Images
La delusione di Messi: il ciclo d’oro del Baracellona è al capolinea? | © Shaun Botterill /Getty Images

POSSESSO PALLA – Paradossalmente è proprio il possesso palla un grande limite del Barcellona di oggi. Il tiqui taca, ovvero l’insieme dei numerosissimi passaggi dei giocatori blaugrana tesi ad ipnotizzare l’avversario per poi colpirlo quando questo meno se lo aspetta, pecca di ridondanza. Infatti quando tutti i giocatori catalani erano al top della forma, quindi nel momento di massimo splendore della squadra, non c’erano problemi ma oggi, vuoi per l’età, vuoi per la bravura degli altri schieramenti che hanno trovato le tattiche giuste per difendersi dall’onda d’urto del Barça, il possesso palla non può più essere svolto sempre, comunque e in ogni circostanza. Due esempi lampanti vengono dalle sfide d’andata di Champions contro Milan  e Bayern Monaco. In entrambi i casi il tiqui taca non ha trovato sbocchi e l’intero meccanismo su cui si fondava il Barcellona è imploso. Mancano piani alternativi.

FATTORE MESSI – Leo Messi è il giocatore più forte del mondo e l’uomo più rappresentativo del Barcellona: non ci sono affermazioni più scontate. In ogni caso si nota quanta fatica facciano i blaugrana nelle partite in cui l’argentino non è al top della condizione. Va bene che ci sono altri talenti in squadra, ci mancherebbe altro, ma tutti gli schemi e i meccanismi passano per l’ingranaggio Messi e se questo non gira, a risentirne è l’intera squadra. Un altro problema è dato dal fatto che molti giocatori risentono in negativo della presenza della Pulce. Sembrerà strano ma gente come Ibrahimovic, Sanchez e ultimamente David Villa, stanno soffrendo perchè costretti a giocare PER Messi e non CON Messi.

DATI ANAGRAFICI – Questo fattore fa sempre la differenza. Il gioco del Barcellona è spettacolare e gira alla perfezione se a farlo sono degli atleti in grado di farlo. Con una squadra ultra offensiva, ci devono essere dei difensori capaci di reggere da soli il reparto arretrato. Qualche anno fa c’erano Puyol e Piquè praticamente insuperabili adesso il primo è spesso fermo ai box per infortuni mentre il secondo è titubante e non poco. Il Barcellona da questo punto di vista rischia di essere il classico caso del gigante dai piedi d’argilla.

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