Durante la premiazione per la Palma d’Oro alla carriera all’ultimo Festival di Cannes Bernardo Bertolucci aveva annunciato che avrebbe girato il suo prossimo film “Io e Te” (ritorno al cinema del maestro ad nove anni da “The Dreamers”, film firmato nel 2002) in 3D. L’adattamento del romanzo di Niccolò Ammaniti in formato tridimensionale sarebbe stato probabilmente il primo esperimento di cinema d’autore coniugato alla nuova tecnologia stereoscopica. Ma tutto questo probabilmente non accadrà. Ad annunciarlo lo stesso Bertolucci, durante un incontro con i ragazzi del Centro Sperimentale in occasione di una lezione sull’atto creativo, come riportato dal quotidiano la Repubblica, in un articolo firmato da Arianna Finos: “Avevo annunciato a Cannes che avrei fatto un film in 3D, ma ora sto seriamente pensando di rinunciare. A ottobre è previsto l’inizio di “Io e Te”, tratto dal romanzo di Niccolò Ammaniti. Un piccolo film, alla portata di un autore della mia età, ma che mi dava la possibilità di utilizzare il 3D, che considero uno strumento utile, una lente in più. Ora incontro però segnali poco incoraggianti. Dopo i fasti di “Avatar”, oggi il 3D è considerato qualcosa di costoso e volgarmente commerciale. Appannaggio di film scadenti e riservati a un pubblico giovanile. Eppure la Gaumont in Francia sta attrezzando tutte le sue sale per il 3D, e la Focus mi propone di realizzare una versione in 3D di “L’ultimo Imperatore”, come è stato fatto per “Star Wars”, lavorando fotogramma su fotogramma. Il paradosso è che oggi devo lottare per il 3D come fosse un atto creativo estremo, come quando negli anni 60 mi battevo per girare un film in bianco e nero. Mi vedo quasi costretto a rinunciare”. Sembra così lontano quell’”Avatar” che poco meno di due anni fa lanciava in pompa magna il 3D come la tecnologia espressiva del futuro e che ora sembra aver perso tutto il proprio appeal, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. I costi maggiorati dei biglietti per gli spettacoli in 3D non hanno certo contribuito ad aumentare la popolarità della proiezione tridimensionale. Eppure proprio in questi mesi l’industria cinematografica italiana sta avviando le prime produzioni in 3D. Basti pensare a “Box Office 3D”, ritorno in sala di Ezio Greggio, o di “Com’è bello far l’Amore”, nuovo film di Fausto Brizzi.