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Bob Dylan: l’atmosfera di “Tempest” su tela al Palazzo Reale di Milano

Bob Dylan riporta su tela l’atmosfera del suo ultimo lavoro “Tempest”: un ruolo inusuale quello del Bob pittore che concede le proprie creazioni su tela al Palazzo Reale di Milano dal 5 Febbraio al prossimo Marzo 2013. La mostra in oggetto denominata “New Orleans Series” è curata da Francesco Bonami e celebra le creazioni pittoriche composte da Robert Zimmerman nel periodo compreso tra il 2008 e il 2011, promossa dall’Assessorato alla Cultura, Moda, Design del Comune di Milano. Trattasi della prima esposizione assoluta in Italia dopo quella che lo ha visto protagonista nel 2007 in Germania nonchè le numerose esposizoni che nel tempo hanno visto il Bob Dylan pittore in mostra nella città di New York (ma anche in Inghilterra e Danimarca), tra la meraviglia del pubblico e le feroci critiche subite dagli esperti del mestiere.

L’accusa mossa all’epoca (e che si ripercuote ancora oggi) è il plagio d’autore dal momento che le creazioni si ispirano a cartoline, fotografie e scene cinematografiche degli anni ’40 e ’50, ma Bob Dylan non si lascia irretire da simili accuse: continua il suo progetto. Le 23 tele esposte sono un tributo alla città di New Orleans, tra colori cupi ed atmosfere inquietanti (riprendendo la dichiarazione del curatore Francesco Bonami) un misto tra arte visiva e linguaggio musicale, a distanza di 5 mesi esatti dalla pubblicazione del suo ultimo lavoro “Tempest”: così come i contenuti dell’album richiamano vecchie atmosfere (non obsolete) così le tele in esposizione al Palazzo Reale di Milano tendono la mano a quella vecchia tradizione con una consapevolezza fondamentale: “Bisogna credere in ciò che si fa e dedicarsi a quello” – dice Bob Dylan passato per le sale del Palazzo Reale lontano da occhi indiscreti – “È facile rimanere intrappolati in quello che la gente pensa che dovresti fare. Ma restare convinti di questo ha un suo prezzo”.

© Bob Dylan

L’attività pittorica comincia dagli anni ’60: dicesi soddisfatto di dipingere per le persone nonostante i suoi non possono essere considerati dei veri e propri capolavori bensì un mezzo per indirizzare lo spettatore verso un messaggio, una sorta di orizzonte da esplorare. Da una parte soggetti dall’altra dei paesaggi che si aggiungono al suo palmarés pittorico con tanto di sito web dedicato e la possibilità di acquistare alcune delle sue creazioni. L’evento in programma sarà accompagnato anche da una rassegna cinematografica interamente dedicata a Bob Dylan.

La Fondazione Cineteca Italiana ha ricavato, grazie alla collaborazione dell’Assessorato alla Cultura, Moda e Design del Comune di Milano uno spazio adibito alla proiezione di pellicole quali: “Io non sono qui”, “No Direction Home: Bob Dylan”, “Pat Garret & Billy the Kid”, “Don’t Look Back”, “Masked and Anonymous” e “Rinaldo e Cara” alcune per la regia dello stesso Dylan, altre celebrative la figura del menestrello più influente del filone rock.  Da sempre impegnato in attività a scopo umanitario, musicale e culturale (nell’accezione più comune del termine), Bob Dylan non è l’unica star del rock a cimentarsi in un simile esperimento: tra i nomi di spicco spuntano John Lennon, David Bowie, Marylin Manson, Paul McCartney, Ron Wood e non ultimo il compianto fondatore dei Pink Floyd – Syd Barrett, dedicatosi alla pittura dopo essersi chiuso in esilio nella sua casa di casa di Cambridge che lo accolse fino al 2006. Degna di nota anche la passione per la fotografia che investe Michael Stipe dei R.E.M. e Lou Reed. Un nome, una garanzia.

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