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Buffon: “Rigore non è alibi, abbiamo giocato male”

Un campione si riconosce dai dettagli che lo possono elevare al di sopra della banalità e della violenza verbale delle dichiarazioni post-partita, quando a seguito di una sconfitta si cerca di appigliarsi ad ogni motivazione che possa giustificarla, addolcirla, ridimensionarla. Un campione, ed un capitano, non si nasconde dietro le parole, ma affronta le situazioni con analisi sincere, anche per rispetto nei confronti dei tifosi, che hanno appena assistito ad una prova a dir poco inadeguata da parte della squadra. Il campione, in tal caso, è Gigi Buffon, protagonista nel post gara di Milan-Juventus di un intervento ai microfoni di Sky, analizzando a caldo ma con estrema lucidità la sconfitta della Juventus, senza cercare l’ombra di un alibi, con assoluta onestà intellettuale.

Non è una novità, certo, considerando che il portierone si è sempre distinto per tali caratteristiche, ma è un aspetto sempre lodevole soprattutto considerando il livello dialettico su cui si basano solitamente tali commenti e tali dichiarazioni, in cui ognuno cerca di adoperare le solite frasi preconfezionate utilizzandole ad arte in un collage di luoghi comuni, spesso finalizzati a dribblare i problemi, a concentrare l’attenzione sugli errori altrui per non dover ammettere i propri.

Dopo il rigore concesso dal direttore di gara Rizzoli per il fallo di “ascella” di Mauricio Isla – ed a tal proposito, sempre nel post-partita, Adriano Galliani chiedeva l’intervento del Dottor House per capire se l’ascella fosse o meno parte del braccio – Buffon esprime in maniera diretta il suo giudizio sul fatto che l’intervento del numero 33 bianconero non fosse da punire con il penalty, sottolineando subito dopo che “la Juventus non ha perso per quel rigore”. Il numero uno bianconero, infatti, ha motivato la sua osservazione alludendo al fatto che la squadra avrebbe avuto un’ora di tempo per provare a recuperare, se avesse giocato come ha dimostrato di saper fare ed, invece, “non lo abbiamo fatto”. 

Gigi Buffon durante Milan-Juventus
Gigi Buffon durante Milan-Juventus | © Marco Luzzani/Getty Images

Secco e perentorio il commento di Buffon, dal cui viso tirato per la delusione della sconfitta trapela la volontà di lanciare un messaggio per preciso al mondo del calcio italiano, proprio per evitare che all’episodio contestato possa seguire un’infinita serie di polemiche ed “approfondimenti”, ricalcando quanto accaduto lo scorso anno con il gol annullato a Muntari (proprio nella stessa area di rigore, ndr), o le recenti infuocate contestazioni dell’Inter per il gol in fuorigioco realizzato dalla Juventus nello scontro diretto dello Juventus Stadium.

Il concetto da esprimere è semplice: non è giusto cercare degli alibi, soprattutto di fronte ad una sconfitta che la squadra non ha saputo evitare sul campo; è giusto, invece, riflettere sulle cause del secondo stop in campionato, analizzare le ragioni delle difficoltà, fisiche o psicologiche che siano. Sarà stato colpa della gara di Champions League di martedì scorso contro il Chelsea che ha assorbito energie e concentrazione? Sarà un momento in cui la fatidica “fame” predicata da Conte è stata parzialmente saziata da qualcos’altro? Non è ancora dato saperlo, ma quel che è certo – secondo lo stesso Buffon – è che “abbiamo fatto una pessima partita, e dopo una lunga serie di risultati positivi siamo un po’ sottotono, non abbiamo avuto il giusto atteggiamento e dobbiamo lavorarci“.

Parole degne di un numero uno, in tutti i sensi, dal quale l’intero movimento calcistico ha molto da imparare: touchè.

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